Chiaretto? No, Valtènesi: questo il nome del vino gardesano

Alessandro Luzzago lascia dopo 10 anni la presidenza del Consorzio della Valtènesi. A gennaio l'elezione del nuovo presidente. Il "testamento" è continuare a dire basta alla confusione tra Chiaretto di Bardolino e Valtènesi

15 novembre 2022 | 11:30
di Renato Andreolassi

«Concludo il mio mandato di presidente dopo quasi 10 anni, soddisfatto di aver impresso al Consorzio della Valtènesi un nuovo e più moderno volto di color rosa, di aver costruito una identità precisa e stimolato maggior convinzione nel raccontare il nostro territorio. Insomma, marchio e zona sono diventati più forti e visibili, ma c'è ancora molta strada da fare». Alessandro Luzzago incontra i giornalisti nella sua settecentesca cantina con relativo vigneto a fianco, a Portese (Bs) sul lago di Garda, per un bilancio di tre lustri di presidenza, dopo aver raccolto l'eredità dell'indimenticato Sante Bonomo lasciando come testamento l'obiettivo di superare la confusione di questi ultimi anni per identificare i vini del territorio solo come Valtenesi (no Chairetto!), come già succede per Lugana, Franciacorta o Champagne.


Il prossimo presidente eletto a gennaio

A gennaio si terrà l'elezione del consiglio che poi sceglierà il nuovo presidente dell'organismo che raggruppa una novantina di cantine e aziende vitivinicole che si affacciano sulla sponda lombarda del Benaco.


No Chiaretto, solo Valtènesi

Prodotte 4,6 milioni di bottiglie, di cui un terzo di rosso e due terzi di rosa, rosato o rosé che dir si voglia, ma non più Chiaretto per non confonderlo con il Bardolino. Solo ed esclusivamente Valtènesi! Obiettivo, come avviene per le bollicine della Franciacorta e il bianco Lugana, al ristorante chiedere un Valtènesi: «Superata la fase del chiaretto, in questi 10 anni ho puntato tutti gli sforzi, grazie anche al direttore Carlo Alberto Panont, sui rosati nel solco della nostra storia e tradizione. Poi arriverà anche il rosso, che è già un gran vino grazie al vitigno del Groppello».

 


L’accordo con la Provenza

Un lavoro duro quello di far cambiare mentalità e imprimere una decisa svolta a una produzione che fino qualche anno era etichettata come quella di un “un vinello” da bere, soprattutto nella stagione estiva. Adesso, grazie anche ad un accordo con i francesi della Provenza: «Dai quali - riconosce Luzzago - abbiamo imparato molto, è diventato il sinonimo e identità di un territorio che vuole puntare sempre più sulla qualità».


Prossima sfida: allargare la sottozona

La prossima sfida da affrontare è quella di allargare la sottozona della Valtènesi (ora fa parte della Riviera Garda Classico Doc) per coprire i mille ettari l'intero territorio del Consorzio, fino a Pozzolengo: «Così tutti potremo chiamarci con lo stesso nome. Prima l'idea era vendere un vino- conclude il Presidente uscente-ora il territorio. Le nostre aziende adesso vanno nel mondo con maggior autorevolezza».

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Alberto Lupini


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