Certificazione Equalitas Vino Sostenibile: la sostenibilità si fa in tre
Verso un nuovo modello per la tutela ambientale, sociale ed economica delle aziende vitivinicole con Federdoc e Federbio, per rafforzare i requisiti che identificano il biologico. Una risorsa strategica nei Paesi dell'Ue
Equalitas, standard-owner guidato da Federdoc, e FederBio, l’organizzazione a vocazione interprofessionale che valorizza e tutela l’agricoltura e la produzione biologica italiana, hanno istituito un tavolo permanente per promuovere concretamente la cultura e la pratica della sostenibilità lungo tutta la filiera del vino. Il protocollo d’Intesa, siglato a Roma nella sede di Federdoc, intende sostenere un approccio integrato e condiviso da istituzioni, imprese e operatori del settore vitivinicolo sul tema della sostenibilità del biologico. Una certificazione Bio con lo standard Equalitas Vino Sostenibile diverrebbe così un modello per la tutela ambientale e sociale e una sfida costante per le imprese vitivinicole, sempre più attente e sensibili a queste tematiche. Il comparto vitivinicolo italiano ha già dimostrato di essere un’eccellenza, con il 18% della produzione certificata biologico e oltre un miliardo di bottiglie di vino provenienti dalle imprese certificate sostenibili secondo lo standard Equalitas.
All'incontro, moderato dalla conduttrice tv Francesca Romana Barberini, sono intervenuti Maria Grazia Mammuccini, presidente Federbio, Riccardo Ricci Curbastro, presidente Equalitas e Luigi D’Eramo, sottosegretario del Masaf. I contenuti dell'intesa mirano all’impegno congiunto verso una corretta e trasparente comunicazione verso il consumatore, ma anche la formazione e l'assistenza alle imprese vitivinicole che vogliono integrare entrambi i modelli di gestione, Biologico ed Equalitas Vino Sostenibile e facilitare dove possibile, i controlli congiunti. L'obiettivo è anche quello di rafforzare i requisiti che identificano il biologico, quale risorsa strategica dell’Ue, nel disegno della gestione sostenibile del vino, su temi come la tracciabilità di prodotti e dei processi, la tutela della biodiversità e della salute di consumatori e operatori.
Sostenibilità ambientale, sociale ed economica
Per il sottosegretario Luigi D’Eramo, la certificazione rappresenta un valore aggiunto dei prodotti italiani: «Con il protocollo siglato oggi - ha detto - si punta ad integrare e valorizzare i tre pilastri alla base della sostenibilità, quello ambientale, sociale ed economico. Attraverso formazione, ricerca e un’adeguata comunicazione si darà ulteriore slancio a nostri settori di eccellenza come il comparto vitivinicolo». «L'intesa rappresenta l'integrazione dei principi di due delle più importanti certificazioni sostenibili - ha sottolineato la presidente FederBio Maria Grazia Mammuccini - e un passo significativo per la valorizzazione a 360 gradi della viticoltura agroecologica. Unisce, infatti, la qualità della certificazione biologica, garanzia di tecniche agronomiche rispettose dell'ambiente, con lo standard Equalitas, che attesta la sostenibilità dell’intera filiera, valutando la carbon footprint e le buone pratiche sociali. Inoltre, il tavolo di lavoro permanente che verrà attivato assicurerà formazione, ricerca e comunicazione per fare della viticoltura bio e sostenibile italiana sempre più un’eccellenza a livello internazionale».
Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Equalitas, ha auspicato che con questa intesa, nata con l’obiettivo di fare sistema, «le istituzioni rilevino la richiesta di razionalizzazione che proviene dalle imprese, riconoscendo e sostenendo le varie modalità di avvicinamento alla sostenibilità ma anche definendo la stessa in maniera completa, seria e trasparente». Equalitas è una società le cui quote sono in maggioranza detenute da Federdoc, Federazione dei Consorzi dei Vini a Denominazione di Origine, l’unico organismo interprofessionale esistente in Italia in ambito vitivinicolo, cioè il tavolo attorno al quale le componenti agricole, industriali, cooperative e commerciali del settore si riuniscono per affrontare i problemi delle denominazioni ricercando le soluzioni comuni e garantendo l’apporto per la tutela e la salvaguardia legale internazionale.
FederBio, strutturata in cinque sezioni tematiche e professionali, è una federazione nazionale nata nel 1992 per iniziativa di organizzazioni di tutta la filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica, con l’obiettivo di tutelarne e favorirne lo sviluppo. Socia di Ifoam e Accredia, l’ente italiano per l’accreditamento degli Organismi di certificazione, è riconosciuta quale rappresentanza istituzionale di settore nell’ambito di tavoli nazionali e regionali. Attraverso le organizzazioni associate, FederBio raggruppa la quasi totalità della rappresentanza del settore biologico, tra cui le principali realtà italiane nei settori della produzione, distribuzione, certificazione, normazione e tutela degli interessi degli operatori e dei tecnici bio.
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Alberto Lupini