Casale del Giglio al Merano Wine Festival con i suoi Petit Manseng e Mater Matuta

04 novembre 2015 | 17:24
Casale del Giglio sarà presente al Merano Wine Festival 2015, in programma da giovedì 5 a martedì 10 novembre, presso il centro convegni Kurhaus. Giunta alla sua 24ª edizione, la manifestazione è tra gli eventi enogastronomici più attesi d’Italia. Agli operatori del settore e agli appassionati, Casale del Giglio farà degustare le seguenti etichette: Petit Manseng, Mater Matuta, Mater Matuta Riserva 2005. Realtà all’avanguardia nel panorama vitivinicolo laziale, l’azienda vitivinicola ha il primato di aver saputo individuare e sviluppare le potenzialità, un tempo inespresse, dell’Agro Pontino. È, inoltre, impegnata da diversi anni nella sperimentazione e nel recupero della vitivinicoltura di tradizione.



Ne è un chiaro esempio “Antium - Bellone di Anzio 2014” l’ultimo nato tra i vini dell’azienda, che segna il ritorno dell’antico vitigno autoctono Bellone, tipico della zona di Anzio. Di origini antichissime, noto già in epoca romana e citato da Plinio come "uva pantastica", il Bellone è presente nell’area che va dai Castelli Romani, ai Monti Lepini sino alle propaggini verso il mare. Qui, ha trovato, sui terreni sciolti, sabbiosi e caldi, un microclima molto favorevole, caratterizzato dalla persistente brezza marina. L’etichetta ha di recente ottenuto due riconoscimenti importanti: i Tre Bicchieri della “Guida Vini d’Italia 2016” del Gambero Rosso e i Cinque Grappoli di “Vini e Ristoranti d’Italia 2016” di Bibenda.

Due ulteriori traguardi, quelli del Bellone, che coincidono con la ricorrenza dei “30 Anni di Ricerca e Sperimentazione” dell’Azienda. Nel 1985 Dino Santarelli aveva avviato questo progetto che, nel tempo, aveva consentito di ottenere una produzione di vini di notevole qualità, sempre più apprezzati, anche a livello internazionale. Negli anni Novanta, Antonio Santarelli, seguendo l’intuito paterno, ha portato avanti il lavoro con passione su quasi 60 varietà di vitigni diversi, con la preziosa collaborazione dell’enologo trentino, Paolo Tiefenthaler, che dal 1988 è il loro Direttore Tecnico. La sperimentazione vinicola si è concentrata, dapprima, internamente in Azienda, con l’introduzione sul territorio dell’Agro Pontino di vigneti in buona parte provenienti dal Rodano e dal Bordeaux. I primi tangibili riscontri si sono avuti, infatti, sullo Shiraz e sul Petit Verdot con un adattamento positivo microclima.

Ad oggi, la Casale del Giglio possiede 180 ettari di vigneto riconvertiti a filare, e diverse sono le varietà viticole introdotte, tutte caratterizzate dall’interazione qualitativa “Vitigno-Territorio”. L’attuale produzione offre una gamma di 21 prodotti, da monovitigni e da assemblaggi (bianchi, rossi, un rosato, una Vendemmia Tardiva, tre grappe e un olio). Cinque anni fa, Casale del Giglio ha esteso il proprio progetto di ricerca oltre i confini aziendali valorizzando un vitigno autoctono dell’Isola di Ponza: la Biancolella di Ponza, varietà originaria della Campania, ora autoctona laziale Questa fu importata da Ischia nella metà del ‘700 ai tempi del Regno di Napoli sotto i Borbone. Così nasce il “Faro della Guardia”, novità assoluta, che già al suo debutto ha ricevuto riconoscimenti importanti: i 5 Grappoli della Guida Bibenda 2013, per l’annata 2012, e i Tre Bicchieri del Gambero Rosso - Guida Vini d’Italia 2015, per l’annata 2014. La coltivazione nel Lazio è autorizzata unicamente sulle Isole Ponziane.

Hanno collaborato con la Casale del Giglio, sin dall’inizio, alle varie fasi di ricerca e studio Attilio Scienza, dell’Istituto di Coltivazioni Arboree dell’Università di Milano, Angelo Costacurta, dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano (Treviso) ed, in tempi più recenti, integrando il team sperimentale, Fulvio Mattivi della Fondazione Edmund Mach - Centro Ricerca ed Innovazione dell’Istituto Agrario Provinciale San Michele all’Adige (Trento), che ad oggi continuano a dare il loro prezioso contributo, al recupero di vitigni autoctoni laziali, sempre sotto la supervisione dell’enologo Paolo Tiefenthaler.


Casale del Giglio
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Alberto Lupini


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