Caro energia, la crisi è anche nel bicchiere: aumentano acqua, bibite e succhi

Coldiretti segnala l'aumento dei prezzi per gli elevati costi di estrazione dell’anidride carbonica a uso alimentare. Ma forti rincari anche per le bevande alcoliche più diffuse come vino e birra

30 agosto 2022 | 11:34

Il caro energia si trasferisce valanga nel bicchiere con aumenti di prezzo che vanno dal +11% per l’acqua minerale al +10,5% per i succhi di frutta fino al +7% delle bibite gassate. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sugli ultimi dati Istat relativi all’inflazione nel sottolineare che forti aumenti dei costi di produzione si registrano anche per le bevande alcoliche più diffuse dalla birra al vino.

 

Il caro energia fa salire i costi di acqua, succhi e bibite gassate e bevande alcoliche

Le aziende che producono acqua, succhi e bibite gassate sono sotto pressione per gli elevati costi di estrazione dell’anidride carbonica a uso alimentare. Ma anche chi produce vino e birra è in difficoltà per l’aumento dei costi di produzione.

«A pesare sono i costi di produzione in campi e vigneti che - sottolinea Coldiretti - vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigare i raccolti, ma il caro energia e la mancanza di materia prime si fanno sentire lungo tutta la filiera insieme all’aumento di costi per imballaggi, bancali, contenitori di plastica, vetro, metallo, etichette e tappi. Costi indiretti che vanno dal vetro rincarato di oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, al tetrapack con un incremento del 15%, dal +35% delle etichette al +45% per il cartone, dal +10% costi per le lattine, fino ad arrivare al +70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti».

La crisi è destinata a esplodere in autunno

Per Coldiretti la situazione legata al caro energia è destinata ad esplodere in autunno con un prevedibile balzo dei listini di vendita che riguarda l’intera filiera agroalimentare che dai campi alla tavola vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale, e vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio, secondo l’analisi della Coldiretti.

 

 

Il caro energia colpisce tutta la filiera dell’agroalimentare

A far aumentare i prezzi alla produzione è il caro energia che si trasferisce a valanga sui costi di produzione anche nell’agroalimentare che assorbe oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno. Il comparto alimentare richiede - continua Coldiretti - ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, il funzionamento delle macchine e la climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro (8,6 Mtep). Si tratta di una bolletta energetica pesante nonostante nel tempo si sia verificato un contenimento dei consumi energetici grazie alle nuove tecniche e all’impegno degli agricoltori per la maggiore sostenibilità delle produzioni anche con l’adozione di tecnologie 4.0 per ottimizzare l’impiego dei fattori della produzione.

Il presidente Ettore Prandini: «Non c’è tempo da perdere è a rischio l’intera filiera»

«Non c’è tempo da perdere e non possiamo aspettare le elezioni e il nuovo Governo, ma bisogna intervenire subito sui rincari dell’energia che mettono a rischio imprese e famiglie in settori vitali per il Paese», afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che «con i rincari d’autunno insieme al sistema produttivo sono a rischio alimentare oltre 2,6 milioni di persone che in Italia sono costrette a chiedere aiuto per mangiare e rappresentano la punta dell’iceberg delle difficoltà in cui rischia di trovarsi un numero crescente di famiglie a causa dell’inflazione spinta dal carrello della spesa per i costi energetici e alimentari».

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Alberto Lupini


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