Cantine Pellegrino brinda al Natale con un Marsala e un Passito
Uno straordinario Single Barrel n.167 e il pluripremiato Passito di Pantelleria Nes per suggellare con classe le libagioni delle festività natalizie
13 dicembre 2019 | 12:06
di Giuseppe De Biasi
Le due etichette di Cantine Pellegrino
Ancora oggi nelle cantine storiche di Marsala, affina l’omonimo vino prodotto da uve di varietà autoctone come Grillo, Catarratto, Inzolia, Damaschino per le tipologie Marsala Oro e Ambra a cui si aggiungono il Nerello Mascalese e il Nero D’Avola per la versione Rubino.Nelle storiche cantine marsalesi di anno in anno lo “chef de cave” degusta e assembla i marsala contenuti nelle diverse botti per dare vita a quello destinato ad essere imbottigliato. Quest’anno, però, una singola botte di rovere da 21 ettolitri, la n.167, contenente Marsala Vergine Riserva annata 2001, ha avuto una resa così eccezionale da decidere di dedicarle un’etichetta a parte. L’interazione tra vino, ossigeno e legno ha creato un marsala unico per profumi, sentori ed equilibrio tale da meritarsi un ruolo da protagonista per la prima volta nella storia della Pellegrino.
«È il primo marsala Single Barrel della storia - afferma Benedetto Renda, presidente di Cantine Pellegrino - e infatti non era mai successo prima che una singola botte di marsala venisse eletta dal mastro cantiniere a esprimersi in assolo, come un grande strumento: il suo legno ha creato un miracolo di profumi, sentori ed equilibrio. Un marsala perfetto nella sua unicità, nato da un’unica botte, la n. 167, da cui prende il nome. Questo Single Barrel, prodotto in tiratura limitata e numerata, è rivolto a una ristretta cerchia di estimatori e collezionisti».
La sede di Pantelleria della Cantina
Un vino da meditazione caratterizzato da un colore mogano con riflessi ambrati con un ampio sentore di legno e note speziate di chiodi di garofano e cannella. Al naso si percepiscono lievi sfumature di scorze di agrumi, prugna e cacao. Al palato è un marsala imponente, con notevole sapidità e acidità; caldo e balsamico, con forti aromi di legno e liquirizia e lievi note di cacao. Solo 2356 bottiglie, di grande fascino anche sotto il profilo del packaging, ad un prezzo di 90€, disponibili in selezionate enoteche come Il Cavallante a Milano, Tumedei a Bologna, La Botte Bianca ad Ostia e Picone a Palermo.Al fianco di questa chicca un altro protagonista di un’area in cui la Pellegrino ha investito più di recente rispetto alla sua storia centenaria, come la ventosa e magica Pantelleria, dove il Passito Nes da due decenni spopola nelle guide di settore. Sui terreni vulcanici del gioiello del Mediterraneo i vigneti di zibibbo sono coltivati ad alberello, su terreni scoscesi e sferzati dal vento, viticoltura eroica riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Le uve sono essiccate al caldo sole d’estate su graticci di canne, coccolate manualmente dai viticoltori panteschi e poi vinificate nella cantina Pellegrino, realizzata nell’isola nel 1992.
Anche in questo caso la famiglia ha operato una scelta controcorrente non optando per l’acquisto di terreni, lasciando all’esperienza degli autoctoni le tecniche migliori per valorizzare lo zibibbo in condizioni così estreme e lavorando le uve in loco. Produzione che rappresenta i due terzi dell’intero volume dell’isola e che quindi contribuisce in maniera rilevante all’economia isolana, anche nei periodi in cui il turismo non frequenta le sue selvagge e ventilate coste.
Il Nes si caratterizza per l’elevata componente di uva passa, ben 4kg per un litro di prodotto, che dà luogo ad un ammaliante vino da meditazione dalle intense note di frutta candita, agrumi, eucalipto, salvia e albicocca, commercializzato all’ottimo rapporto qualità/prezzo di 27€. E a 21 anni dal suo esordio Pellegrino dedica al Nes una nuova bottiglia troncoconica e un restyling estremamente raffinato, volto a esaltarne il valore iconico e al contempo quel dorato intenso arricchito da sfumature ambrate, frutto delle fatiche dei viticoltori panteschi e della sapienza enologica innestata al “ricambiato amore” per Pantelleria della famiglia Pellegrino.
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Alberto Lupini