Cantina Toblino: l’oro della Valle dei Laghi

In Trentino una cooperativa di 600 soci-viticoltori. Attenzione estrema alla sostenibilità e un’hostaria per comunicare i valori del territorio. Qui la Nosiola, il vitigno autoctono a bacca bianca, ha ritrovato dignità

29 luglio 2022 | 10:30
di Emanuela T. Cavalca

Lo sappiamo tutti: l’unione fa la forza e Cantina Toblino di Madruzzo (Tn) ne è l’esempio. È stata fondata nel 1960 da un piccolo gruppo di viticoltori della Valle dei Laghi, per risollevare le sorti della zona. Oggi è diventata una cooperativa composta da 600 soci-viticoltori con 900 ettari vitati (di cui 250 certificati bio e altri 200 in conversione) che lavorano con l’identica filosofia orientata alla sostenibilità, la solidarietà e una produzione di alta qualità. Per promuovere e divulgare la viticoltura sostenibile e i valori etici aderisce a progetti e certificazioni: Sqnpi-Sistema qualità nazionale produzione integrata e Certificazione bio Valoritalia. Da qui nascono vini Doc e Igt e una produzione totale di 500.000 bottiglie.

Evoluzione continua

La prima vendemmia risale al 1964, poi negli anni Cantina Toblino diventa il punto di riferimento della viticoltura trentina. Negli anni Ottanta/Novanta arrivano gli acquisti delle prime attrezzature e investimenti rispettosi della natura e della terra. Nel 2009 viene installato un sistema fotovoltaico per il risparmio energetico e una illuminazione a led con una riduzione delle emissioni di CO2. L’anno dopo Cantina Toblino decide di destinare parte dei vigneti a coltivazione naturale, creando una vasta zona vitata bio e spingendo sempre più soci alla conversione biologica. La Valle dei Laghi si trova tra Trento e il lago di Garda ai piedi delle Dolomiti, una zona con viti, ulivi, boschi, laghi e montagne: un luogo ideale per la viticoltura eccellente. La composizione geologica del terreno (dolomia, marne calcaree, carbonato di calcio e magnesio) favorisce la crescita delle viti. Si tratta di un territorio unico che beneficia di due venti: il Pelèr, che proviene dalle montagne dolomitiche e l’Ora, la brezza che soffia dal lago di Garda.

La nobiltà di un'uva

Grazie a una lunga ricerca e impegno di tutti è stata ridata a dignità alla Nosiola, vitigno autoctono a bacca bianca dello Chardonnay: «Abbiamo deciso di scommettere sulla Nosiola - sottolinea Carlo De Biasi, direttore generale della Cantina Toblino - perché rappresenta la ricchezza e l’eccellenza del nostro territorio. Il nostro compito è far conoscere la nobiltà di questa uva, impiegando tecniche antiche e moderne. Ci troviamo tra le montagne più conosciute al mondo, un territorio che vanta una bellezza ineguagliabile e un panorama naturale, quello delle Dolomiti del Brenta, patrimonio Unesco. Questa vista apre una riflessione sull’uomo e sulla natura».

Dall'Hosteria all'azienda agricola

La Cooperativa è impegnata su diversi fronti, avendo due aziende controllate. La prima è Hosteria Toblino, il ristorante, nato nel 2007, a Sarche di Madruzzo (Tn), in una zona di grande passaggio, con l’idea di offrire ai visitatori della Cantina Toblino la possibilità di gustare ottimi vini abbinati a piatti creati dal cuoco Sebastian Sartorelli, che predilige i prodotti e verdura locale, come il broccolo di Torbole, il formaggio Casolét, presidio Slow Food, l’asparago bianco di Zambana e la castagna di Duma. Se qualcuno dovesse passare da queste parti, è un locale dove consigliamo una puntata per gustare piatti creativi e sapori legati al territorio. Si tratta di una struttura dove prevale il legno, con spazi interni e all’aperto, ma anche una zona dedicata all’esposizione-vendita di vini e di ottimi prodotti. La seconda è un’azienda agricola, 40 ettari dell’ex Mensa Vescovile gestiti direttamente e coltivati nel pieno rispetto del regime biologico. «È stata convertita al bio nel 2012 e certificata – spiega De Biasi - Una viticoltura totalmente manuale, con raccolta a mano, anche se nei terreni in montagna diventa complessa. È una sfida per mantenere viva la montagna, ma con l’innalzamento climatico è positivo e, a questo proposito, abbiamo una serie di progetti. Non solo remuneriamo i proprietari, pagando l’uva in modo equo. Abbiamo inserito all’interno del vigneto dei nidi per uccelli e pipistrelli, costruiti con legno certificato Pefc, provenienti dagli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia dell’ottobre 2018: gli uccelli sono ottimi indicatori biologici dello stato di salute di un ecosistema. Non vanno dimenticate le attività turistiche, con alberghi diffusi e B&B integrati nel territorio, che si aggiungono all’Hosteria Toblino, strumento di comunicazione».

Climate Impetus

Per contribuire ad accelerare la Strategia europea di adattamento ai cambiamenti climatici e soddisfare l’ambizione di diventare il primo continente al mondo a zero impatto climatico entro il 2050, la Commissione europea ha creato il nuovo progetto Climate Impetus. Il suo obiettivo è trasformare gli impegni climatici in azioni tangibili e urgenti per proteggere le comunità e il pianeta. Questo progetto aiuterà ad accelerare la risposta dell’Europa al cambiamento climatico e a sviluppare misure all’avanguardia per rendere le sue regioni più resilienti. «Il progetto finanziato dalla Comunità europea Climate Impetus, vede la Cantina Toblino partner del progetto quadriennale per mantenere, proteggere il territorio, adattandolo al cambiamento climatico. I risultati andranno a beneficio della Comunità Europea», puntualizza De Biasi.

La Nosiola e le sue declinazioni

Tecniche di vendemmia, macerazioni a freddo, affinamenti in anfore di terracotta, botti di rovere francese hanno dato vita a dei vini particolari, ideali da accompagnare un pranzo, dall’antipasto al dessert. Abbiamo avuto l’occasione di degustare alcuni vini davanti a un paesaggio mozzafiato, a 1750 metri, di fronte alle Dolomiti del Brenta.

Nosiola Vigneti delle Dolomiti Igt

Il suo nome è legato alla nocciola. All’assaggio emerge il sentore delicato del frutto acerbo, con note di mela, è un vino bianco secco che stupisce per la sua immediatezza. La vendemmia a metà settembre, fermentazione e maturazione in acciaio, è uno dei vigneti più vecchi (70 anni), pressatura soffice. Il colore giallo paglierino ha riflessi verdi,

Largiller Nosiola delle Dolomiti Igt

È il gioiello della linea Vènt, progetto enologico dedicato alla viticoltura biologica. È la Nosiola che unisce tradizione e territorio. L’uva a pergola trentina viene vendemmiata a fine settembre- inizio ottobre, i terreni sono scoscesi in avvallamenti e substrato marnoso, argilloso, calcareo, la fermentazione in acciaio e poi 6 anni in botti di rovere francese. Completa l’affinamento in bottiglia e dopo quasi sette anni è pronto per la degustazione. Viene prodotto solo nelle migliori annate, infatti la sua produzione è ridotta (2007/ 2012/2013 e 2015); l’invecchiamento lo rende un vino che nel tempo sviluppa sentori aromatici unici. Un colore giallo paglierino carico, dai riflessi dorati, un vino elegante, che dura nel tempo, dall’aroma intenso con leggere note fruttate che lasciano nel finale un sentore di nocciola, mandorla e spezie. Viene rimescolato tutte le settimane per mantenere il ph basso. Ideale da abbinare con antipasti importanti, carni bianche e pesce.

L’Ora Nosiola delle Dolomiti Igt

Ricorda il vento che soffia dal Lago di Garda, il suo marchio è depositato. La vendemmia manuale è a fine settembre, passa oltre un mese sui graticci per l’appassimento delle uve, fermentazione in tonneaux di acacia vecchi e nuovi con macerazione delle bucce e fecce fini. Le uve Nosiola provengono da sette vignaioli della Valle dei Laghi, è stata una sfida della Cantina. Se in passato era un vino di facile beva oggi è un vino unico. L’annata 2003 è notevole con sole 4000 bottiglie: un colore giallo oro intenso e una nota evolutiva. La vinificazione è stata messa a punto dall’enologo: fermenta in tonneaux di acacia vecchi e nuovi con macerazione sulle bucce e fecce fini per oltre dodici mesi e poi altri due anni in acciaio e almeno sei mesi in bottiglia. L’invecchiamento di oltre 10 anni lo rende un vino dalle sensazioni complesse. L’acacia riesce a dare alla Nosiola una potenza e una struttura ampia e rotonda. Il suo profumo è intenso, di frutta matura e sentore di nocciola e miele. Si abbina bene a primi piatti a base di carni bianche, formaggi di media stagionatura, pesce in genere, anche zuppe, risotto ai funghi e al tartufo.

 

Vino Santo Trentino

In passato nella Valle dei Laghi con la Nosiola si creava un corroborante sciroppo che veniva dato dopo la febbre come ricostituente. Nel 1965: prima vendemmia. Ha una produzione limitata, ogni anno ha la sua “storia” e una caratteristica particolare con un dolce equilibrio o gradazione. Proviene da sole uve spargole coltivate nella Conca di Toblino. La raccolta dell’uva avviene a ottobre in cassette, poi messa a riposo sui graticci (arèle) per sette mesi con un appassimento naturale. Ventilazione dell’Ora e la pigiatura come vuole la tradizione, durante la Settimana Santa. Due anni fa si è tornati come si faceva una volta con una torchiatura per renderlo più longevo. Il mosto è ricco e concentrato, segue una lunga fermentazione spontanea dai 2 ai 3 anni e un affinamento in piccole botti di rovere per oltre 10 anni. Il profumo fragrante è complesso, con sentori di frutta gialla e sfumature di nocciola. Il gusto dolce e rotondo, armonico. Perfetto con formaggi erborinati, pasticceria secca e strudel, da servire preferibilmente a una temperatura fresca (8/10 gradi). Si può gustare anche a fine pasto come vino da meditazione. Oggi riconosciuto presidio Slow Food e nel 2000 si è aggiudicato il premio 5StarWines come “Migliore Vino Dolce”. L’annata 2003 ha ricevuto il titolo “Vino dolce dell’Anno”.

 

Cantina Toblino

via Longa 1 - 38076 Madruzzo (Tn)

Tel 0461 564168

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Alberto Lupini


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