Cantina Àlice Bel Colle, il sapore autentico dell’Alto Monferrato Acquese
I vini di Àlice Bel Colle sono riconoscibili grazie al loro elegante corredo aromatico. In particolare, il Moscato, varietà pregiata e principe del territorio, sfoggia le sue qualità in differenti versioni
È una fortuna che esistano le tecnologie ottiche, per raccontare i viaggi, perché spesso la scrittura non basta: devono sopperire foto e video. Ad esempio, l’Alto Monferrato Acquese, a cavallo tra le province di Asti e Alessandria, lo si può tratteggiare con mille parole: ma queste difficilmente potranno dare un’idea efficace del panorama ondulato, o della tranquillità che lo attraversa. Contemplando i dintorni dai 418 metri del belvedere di Àlice Bel Colle (attenzione all’accento), entità comunale di neanche 800 abitanti, si nota che i vigneti verdeggianti stanno lì a tracciare in modo ben visibile le chiome delle alture monferrine: sembrano solchi lasciati da un pettine gigantesco.
Patrimonio mondiale dell’Umanità
Viene subito alla mente che nel 2014 doveva pur esserci un motivo, o ben più di uno, per far decidere all’Unesco di proteggere il territorio vitivinicolo di Langhe-Roero e Monferrato come parte integrante del Patrimonio Mondiale; si attribuì, allora, valore universale a tale paesaggio culturale, risultato dell’azione combinata dell’uomo e della natura. Ne beneficiano non solo i contemplativi ma anche i gourmet, com’è noto, grazie ai celebri insaccati e formaggi della zona, alla “battuta al coltello” di carne di Fassona piemontese, al cardo gobbo di Nizza Monferrato, e proseguiamo volentieri con il patrimonio enologico: chi non conosce la Barbera d’Asti, il Brachetto d’Acqui, il Moscato e il Dolcetto d’Asti, e infine il Cortese?
Vini noti per le proprietà olfattive
Saranno di certo consapevoli, perciò, i 100 conferitori della Cantina di Àlice Bel Colle, di dover valorizzare la storica enologia di qualità del basso Piemonte, i cui vini si distinguono innanzitutto per le proprietà olfattive. Grazie alla tipologia dei terreni, al microclima, alle lavorazioni in cantina che mantengono l’integrità del frutto, i vini di Àlice Bel Colle sono riconoscibili grazie al loro elegante corredo aromatico. In particolare, il Moscato, varietà pregiata e principe del territorio, sfoggia le sue qualità in differenti versioni: la classica più dolce con “Le Casette” e il “Paiè”, il pregiato Metodo Classico dolce e sapido, e il “Filarej”, Moscato secco, più raro ma assolutamente da provare.
«I terreni compresi in quest’area - sottolinea Claudio Negrino, il presidente della Cantina - sono il segreto dei profumi che caratterizzano tutti i nostri vini. Dal belvedere di Àlice si possono ammirare vigneti a perdita d'occhio che abbracciano tutta la collina: è solo dai migliori filari di questi vigneti che nascono il Filarej e il Monteridolfo, due grandi interpretazioni del nostro territorio per coloro che nel vino ricercano l'eleganza, i profumi e gli accostamenti originali, anche con le cucine etniche. Il Moscato e il Brachetto, infatti, non sono vitigni da esplorare solo al termine del pasto, ma anche in altri momenti del pranzo: perfino come aperitivo, perché no. Le possibilità di abbinamento vanno ampliandosi, perché ora cominciano a farsi conoscere anche le nostre migliori bottiglie di Moscato e Brachetto in versione secca».
Cuvée Tresessanta, la sfida vinta
Si moltiplicano gli abbinamenti possibili ma si amplia anche la gamma produttiva, come testimoniato dalla presentazione al Vinitaly 2022 della Cuvée Tresessanta, il nuovo millesimato Alta Langa Riserva Pas Dosè, Chardonnay in purezza. Una vera e propria sfida per l’identità futura di questa Cantina, che si avventura nel mondo affollato e burbanzoso della spumantistica di pregio. Il Tresessanta ha un bel colore dorato intenso, che corre in parallelo al bouquet, complesso ed equilibrato allo stesso tempo.
«Le uve più adatte per questa tipologia di prodotto - prosegue Negrino - provengono dai vigneti che prendono il nome dalla chiesa della Fraschetta; in cantina l’affinamento sui lieviti dura 36 mesi, e l’obiettivo è quello di rispettare al meglio l'integrità del frutto facendo emergere appieno la sua naturale personalità. La Cuvée Tresessanta è in grado di completare degnamente la nostra collezione mantenendo le espressioni più autentiche del nostro territorio».
Tutto ruota intorno al territorio
Sarà un chiodo fisso, quello del territorio? A giudicare dalle prospettive esposte dal presidente Claudio Negrino e dal suo staff (Bruno Roffredo, vicepresidente, e Marco Nosenzo, enologo), più che una fissazione sembra una rivendicazione orgogliosa, una specie di “noi siamo qua”, un invito alla riscoperta: le mode non ci supereranno.
In un ambiente italiano in cui il vino dolce e aromatico fa fatica ad affermarsi “loro” vanno avanti; per fare un esempio, con duecento ettari di Moscato alle spalle continuano a vendere alla grande all’estero e fanno programmi di sviluppo per il futuro, senza tralasciare il Belpaese e neppure il circondario, cioè il Monferrato. Viticoltori, agricoltori, certo, ma con orgoglio: è ribaltato il luogo comune secondo cui chi coltiva la terra è vittima della precarietà assoluta ed ha un destino da migrante. Ce lo immaginiamo, piuttosto, mentre gira per le sue proprietà col “Sole 24ore” sotto il braccio. Attorno ad Àlice Bel Colle un ettaro di vigneti costa un occhio, i giovani non fuggono lontano da casa, ce ne sono molti che si trasferiscono altrove per studiare, fare esperienza e ritornare: può essere un modello di agricoltura di successo. Accompagnato, per bandire ogni incertezza, dalla complessità organolettica del Moscato e dal Brachetto, dalla familiarità piaciona del Dolcetto, dalla simpatia del Barbera e dalla nobiltà dello Chardonnay Metodo Classico: gli ingredienti giusti, come si vede, ci sono tutti.
© Riproduzione riservata
• Iscriviti alle newsletter settimanali via mail |
• Abbonati alla rivista cartacea Italia a Tavola |
• Iscriviti alla newsletter su WhatsApp |
• Ricevi le principali news su Telegram |
“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”
Alberto Lupini