Campania e Sicilia saranno le "culle" dei vini italiani di pregio del futuro?
«Il mercato dei vini di lusso è sano, fisiologico il recente ribasso», così ha parlato Michael Doerr, fondatore e ceo di Oeno Group, società internazionale di investimento in vini di pregio
Una recente tendenza al ribasso che non preoccupa, anzi che potrebbe essere il segnale giusto per investire nel settore. Questo in sintesi il messaggio lanciato da Michael Doerr, fondatore e CEO di Oeno Group, società di investimenti in vini di lusso fondata nel 2015, che parla dell'attuale situazione del mercato internazionale di quelli che sono anche conosciuti come fine wines. Settore in cui in Italia le prossime "stelle" potrebbero essere due Regioni del Sud come Sicilia e Campania.
L'attuale segno meno non spaventa, frutto soprattutto di vicissitudini internazionali come la guerra e l'inflazione, ma è sintomo di un mercato sano che negli ultimi 15 anni solo in Italia ha conosciuto una crescita di oltre il 40%. «Solo nelle bolle speculative si cresce sempre», ha dichiarato Doerr, che poi prosegue analizzando l'attuale situazione: «Gli investimenti in Fine Wine non vanno però considerati in una prospettiva di tempo così limitata come quella di soli 365 giorni, ma bisogna sempre tenere prospettive di medio-lungo termine».
«Se attualmente sono al ribasso, si tratta di un sintomo che questo mercato è sano, perché nessuna economia è sempre al rialzo, altrimenti si tratterebbe di una bolla speculativa destinata a scoppiare. Anzi, questo ribasso può essere considerato un momento utile per investire».
Vini di pregio: in Italia le nuove stelle nascono al Sud
«L’Italia negli ultimi quindici anni è cresciuta veramente moltissimo nel mercato mondiale dei Fine Wine - ha spiegato Gabriele Gorelli MW, brand ambassador di Oeno Group per l’Italia, - le performance dei suoi vini sono state straordinarie». Performance di rilievo rese possibili non solo da Toscana e Piemonte, le due Regioni probabilmente più note a livello internazionale per quanto riguarda il mondo del vino nostrano, ma anche da territori definiti delle "rising stars" nel settore enoico.
Tra questi territori quelli di maggior spicco sembrano essere la Sicilia, e la zona dell'Etna in particolare (riconosciuta anche da una Doc) e la Campania. Sarà quindi il Sud a dare rinnovata visibilità al mondo del vino italiano? «Sono proprio questi – ha dichiarato Gorelli – meno conosciuti all’estero come patria di Fine Wine, che potranno dare nuove prospettive internazionali ai nostri straordinari vini di pregio e sui quali come Oeno Group stiamo investendo».
Vini di pregio: gli italiani spendono di più per bere bene. Anche al ristorante
Di pregio più o meno spiccato, la tendenza degli italiani sembra esser rivolta verso lo spendere qualcosa in più per bere bene. O comunque bere meglio rispetto al passato, anche al ristorante. Se infatti da almeno da un paio di anni stanno calando, per quantità, le vendite di vino dall'altro aumenta la spesa media necessaria all'acquisto delle bottiglie.
Sintomo che nel nostro Paese si beve di meno, forse anche meno spesso, ma comunque lo si fa mantenendo alto il livello della qualità generale. I clienti, insomma, sembrano prediligere sempre di più la qualità del prodotto che vogliono nei propri calici. Nel 2022 gli italiani hanno speso per il consumo di vino nell’anno 14,94 miliardi di euro, e anche a dimostrazione di quanto detto nei ristoranti aumentano i consumi di vini premium e superpremium, cioè di bottiglie dal prezzo superiore ai 35 e ai 50 euro.
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Alberto Lupini
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