Calavento, orange wine salentino

Da Conti Zecca una Malvasia Bianca che matura in anfore di terracotta. Forte l’attenzione per la coltivazione delle uve secondo pratiche agronomiche sostenibili. Una narrazione del territorio uscendo dagli schemi

15 ottobre 2021 | 17:09

L’arrivo della nuova generazione per la cantina Conti Zecca di Leverano (Le), rappresentata dal giovane Clemente Zecca, non si è tradotto in uno stacco netto ma piuttosto in un prosieguo del cammino che l’azienda ha intrapreso ormai vari decenni fa.

Sostenibilità in vigna e valorizzazione dei vitigni autoctoni rimangono punti fondamentali di Conti Zecca, che oggi, però, cerca uno stile più contemporaneo. È in quest’ottica che la cantina ha deciso di produrre un orange wine tutto salentino, prodotto dalla Malvasia Bianca.

Prima annata 2020: 2mila bottiglie

È nato così, Calavento Orange, presentato l’11 ottobre a Lecce, in occasione del forum internazionale di enogastronomia FoodExp. Macerazione sulle bucce per circa 25 giorni in serbatoi di acciaio, fermentazione spontanea e maturazione in anfore di terracotta sono i tratti distintivi del processo produttivo, alla cui base c’è una forte attenzione per la coltivazione delle uve secondo pratiche agronomiche sostenibili. Per la prima annata, la 2020, sono disponibili poco più di 2000 bottiglie, distribuite al momento solo in Puglia e sul canale e-commerce dell’azienda.


Un vino che va raccontato

«Per chi considera gli orange wine una moda – ha spiegato Clemente Zecca - vale la pena ricordare che il vino bianco come lo conosciamo oggi è frutto delle moderne tecnologie adottate solo negli ultimi decenni. Più che un’operazione di mercato, abbiamo voluto raccontare il nostro territorio in maniera diversa, uscendo dagli schemi convenzionali. Calavento Orange è un vino che non ha paura di essere se stesso e non dev’essere necessariamente definito secondo i canoni enoici tradizionali. Quello che consigliamo per chi si approccia per la prima volta a questa tipologia di vino è di non avere preconcetti né timore di non capirlo. È sicuramente un vino più introverso ma, se spiegato e raccontato bene, si fa apprezzare facilmente. La nostra è un’azienda con un’importante storia alle spalle; infatti è grazie alle competenze acquisite in tutti questi anni in vigna e in cantina che siamo riusciti a produrre un vino del genere ma c’era la volontà di creare qualcosa di inedito che potesse parlare della nuova generazione di vignaioli, raccontando il terroir in maniera diversa e da un’altra prospettiva».

 

 Per informazioni: www.contizecca.it

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Alberto Lupini


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