Cala l'export di vino negli Usa. Ma con Biden prospettive rosee
Secondo i dati ufficiali, il 2020 si è chiuso con un calo a valore del -6% per l'export italiano (pari a una perdita di 1,425 miliardi di euro) e un decremento del prezzo medio (-5%). Ma si allontana lo spettro dei dazi
02 marzo 2021 | 16:45
Nonostante la tempesta registrata nel 2020, l'export di vino verso gli Stati Uniti prospetta ampie schiarite all'orizzonte. A dirlo è l'Unione italiana vini (Uiv) che saluta con ottimismo il cambio di inquilino alla Casa Bianca e l'elezione di Joe Biden. Avvicendamento con cui dovrebbe coincidere la fine della guerra dei dazi fra le due sponde dell'Atlantico.
I dati dell'export a livello europeo
Certo, i dati relativi alle esportazioni dell'ultimo anno non possono rallegrare tout court il settore del vino. Secondo i darti ufficiali europei, infatti, il 2020 si è chiuso con un calo a valore del -6% per l'export italiano (pari a una perdita di 1,425 miliardi di euro) e un significativo decremento del prezzo medio (-5%). A perdere sono in particolare gli spumanti, che dopo anni interrompono la loro corsa negli Usa, complice in particolare al Prosecco (-9%). Giù anche i fermi imbottigliati (-6%).
Uiv: le prospettive ci consolano
Per il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti, «il dato è negativo, come previsto, ma a consolare, più della crescita delle quote di mercato ai danni della Francia per l’effetto combinato dell’emergenza sanitaria e dei dazi aggiuntivi, sono le prospettive all’orizzonte nel nostro primo mercato della domanda di vino. Le reciproche aperture per una risoluzione della questione Boeing-Airbus per sospendere le guerre commerciali incrociate e l’avvio del dialogo in materia di Digital Tax con la possibilità di accordo multilaterale fanno ben sperare. Altrettanto importante sarà l’approvazione al Senato americano del piano da 1,9 trilioni di dollari per il rilancio dell’economia statunitense messo in piedi dalla nuova presidenza americana. Una "manovra" che potrebbe rilanciare l’economia americana e quindi i consumi nei prossimi anni».
I prossimi fronti
Secondo Uiv sarà fondamentale per il Governo italiano favorire il processo di rilancio della partnership con gli Stati Uniti attraverso un duplice impegno. In primo luogo, in ambito comunitario, il nostro Paese dovrà spingere per la sospensione dei dazi sull'agroalimentare. In secondoluogo, in seno al G20 (quest'anno presieduto dall’Italia), trovare un'intesa sulla Digital Tax. Contestualmente, in attesa del rilancio dei consumi, sarà necessario investire sul mercato americano attraverso le risorse della promozione e del Patto per l’Export.
Su questi due fronti Uiv attende un cambio di marcia, nel primo caso con l’intervento del ministro alle Politiche agricole, Stefano Patuanelli in materia di semplificazione; nel secondo con il rilancio del Patto per l’export dove ancora il vino non ha trovato una sua specifica azione di piano di comunicazione istituzionale.
Cala l'export di vino italiano negli Usa
I dati dell'export a livello europeo
Certo, i dati relativi alle esportazioni dell'ultimo anno non possono rallegrare tout court il settore del vino. Secondo i darti ufficiali europei, infatti, il 2020 si è chiuso con un calo a valore del -6% per l'export italiano (pari a una perdita di 1,425 miliardi di euro) e un significativo decremento del prezzo medio (-5%). A perdere sono in particolare gli spumanti, che dopo anni interrompono la loro corsa negli Usa, complice in particolare al Prosecco (-9%). Giù anche i fermi imbottigliati (-6%).
Uiv: le prospettive ci consolano
Per il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti, «il dato è negativo, come previsto, ma a consolare, più della crescita delle quote di mercato ai danni della Francia per l’effetto combinato dell’emergenza sanitaria e dei dazi aggiuntivi, sono le prospettive all’orizzonte nel nostro primo mercato della domanda di vino. Le reciproche aperture per una risoluzione della questione Boeing-Airbus per sospendere le guerre commerciali incrociate e l’avvio del dialogo in materia di Digital Tax con la possibilità di accordo multilaterale fanno ben sperare. Altrettanto importante sarà l’approvazione al Senato americano del piano da 1,9 trilioni di dollari per il rilancio dell’economia statunitense messo in piedi dalla nuova presidenza americana. Una "manovra" che potrebbe rilanciare l’economia americana e quindi i consumi nei prossimi anni».
I prossimi fronti
Secondo Uiv sarà fondamentale per il Governo italiano favorire il processo di rilancio della partnership con gli Stati Uniti attraverso un duplice impegno. In primo luogo, in ambito comunitario, il nostro Paese dovrà spingere per la sospensione dei dazi sull'agroalimentare. In secondoluogo, in seno al G20 (quest'anno presieduto dall’Italia), trovare un'intesa sulla Digital Tax. Contestualmente, in attesa del rilancio dei consumi, sarà necessario investire sul mercato americano attraverso le risorse della promozione e del Patto per l’Export.
Su questi due fronti Uiv attende un cambio di marcia, nel primo caso con l’intervento del ministro alle Politiche agricole, Stefano Patuanelli in materia di semplificazione; nel secondo con il rilancio del Patto per l’export dove ancora il vino non ha trovato una sua specifica azione di piano di comunicazione istituzionale.
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