Bisol e Lunelli, insieme per valorizzare il marchio di qualità della Docg Prosecco
Vinitaly 2018, sono quattro anni che il gruppo Lunelli ha fatto il suo ingresso nella Bisol di Valdobbiadene, storico marchio di riferimento nel mondo del Prosecco Superiore
24 aprile 2018 | 16:47
di Piera Genta
Gianluca Bisol e Matteo Lunelli
Bisol si presenta con una revisione dell’immagine della marca, una modifica del logo nel quale viene evidenziata la data 1542, anno in cui un antico documento testimonia la presenza dei Bisol come viticoltori nella zona, precisamente nella località Santo Stefano. Una ripida collina stilizzata ricorda quella del Cartizze ed un tocco del “verde” Bisol. «Con un tratto di verde ancor più vivo - spiega Gianluca Bisol, presidente della Bisol Desiderio e Figli - confermiamo la volontà di diventare sempre di più ambasciatori di questo meraviglioso territorio. Una sfida lungimirante, che con il prezioso contributo della famiglia Lunelli, raggiungerà traguardi ancor più ambiziosi, perché per essere originali bisogna essere originari, e chi più di Bisol può essere originario nel mondo del Prosecco?».«Nel mondo, purtroppo, la peculiarità della Docg non è riconosciuta - puntualizza Matteo Lunellli, terza generazione dell'omonima famiglia e presidente del Gruppo - e sono pochi i marchi ben identificati e richiesti dai consumatori. Un Prosecco percepito come generico porta la competizione solo sul prezzo. E questo mette a rischio la qualità. Noi invece la vogliamo portare avanti e dobbiamo lavorare per costruire la consapevolezza dell'esistenza della Docg».
Le colline del Cartizze e di Valdobbiadene (collage di foto di Mattia Mionetto)
La linea Bisol è fatta solo di Prosecco Superiore Docg e ciascuna etichetta è espressione di un particolare terroir e di una specifica composizione del terreno. Una gamma che comprende due nuove etichette della denominazione Rive, che indica i terreni più ripidi e con connotazioni di viticoltura eroica: il Relio Rive di Guia, che vuole essere il vertice della produzione per omaggiare Aurelio Bisol e il Rive di Campea che nasce dal più grande vigneto di proprietà, otto ettari nell’omonima frazione. Rivisitazione anche per la collezione Jeio, il soprannome con cui Desiderio Bisol nel dopoguerra era affettuosamente chiamato dalla moglie e dagli amici che rappresenta il volto contemporaneo del Prosecco, un vino ricercato dai giovani.
Per informazioni: www.bisol.it
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