In un suo recente report, l’International Wine & Spirits Research, ha sottolineato la crescita di popolarità e domanda dei prodotti low alcohol. A trainare questo trend sono proprio i più giovani, per ragioni di salute e poi anche economiche. In questo quadro la birra è un segmento che valorizza la beva facile, soprattutto con la bella stagione.
Come accade per molte bevande alcoliche, il consumo di birra segue infatti una chiara stagionalità. Con l’arrivo della primavera e dell’estate, i consumatori tendono a privilegiare birre più leggere, con un contenuto alcolico moderato, che offrono freschezza e semplicità di bevuta. Questo vale non solo per le lager, ma anche per stili come blanche, birre fruttate o Weizen chiare.
«Questi stili si distinguono per aromi freschi e spezie delicate - osserva Simone Monetti, segretario generale Unionbirrai - spesso associati a note agrumate o fruttate che richiamano i mesi più caldi. Varianti con aggiunte di frutti estivi, come pesca o albicocca, enfatizzano la leggerezza e l’eleganza, rendendo queste birre ideali per accompagnare piatti leggeri e freschi. La combinazione di queste caratteristiche le rende estremamente attrattive per un pubblico ampio, che cerca bevande rinfrescanti ma non banali».
Birre con basso tenore alcolico: un trend che conquista i consumatori
Non si tratta di mode imposte, ma di espliciti trend di mercato. «È proprio il bevitore a dettare l’orientamento e l’evoluzione dello scenario - osserva Giovanni Puglisi di Birrificio Italiano - con una crescente attenzione verso le birre a bassissimo tenore alcolico o analcoliche e, rispetto al passato, una riscoperta dei prodotti di pronta beva (ma di qualità) rispetto agli eccessi e alle stravaganze di birre più estreme». Una sorta di “ritorno alle origini” che, «in un momento di crisi globale per i prodotti voluttuari e quelli alcolici nella fattispecie, premia birre e birrifici con le quali il cliente possa intessere una relazione continuativa di fiducia che garantisca la soddisfazione palatale e, di conseguenza, permetta di non disperdere risorse su acquisti a scatola chiusa che si rivelano insoddisfacenti».
I produttori sono già pronti per l’avvio della bella stagione. «Siamo pronti per la primavera e le nuove esigenze del mercato - dice Loreno Michielin di 32 Via dei Birrai - birre dal volume alcolico contenuto ed in piccoli formati contraddistinte da una grande qualità. Non sono filtrate né pastorizzate. Ideali per le persone curiose che vogliono qualcosa in più. I nostri clienti tendenzialmente amano anche il buon vino. Proponiamo loro un’alternativa quando sono fuori casa come sta succedendo in Francia».
Un esempio? «A primavera, quando senti il profumo degli alberi in fioritura, i sentori floreali e fruttati di Tre+Due (una petite blanche perché poco alcolica) ti rallegrano ancora di più - rilancia il collega Fabiano Toffoli - e il colore giallo dovuto al frumento ti fa capire che non stai per bere la solita bionda. Fantastica per un pranzo non impegnativo; azzeccata per un aperitivo con amici senza esagerare con l’alcol; miracolosa per una cena mediterranea o etnica».
Anche al Birrificio Italiano si dichiarano molto attenti alle proposte “leggere” primaverili ed estive. «Ben si accordano alla nostra filosofia produttiva generale - osserva Puglisi - che conta l’immediatezza e piacevolezza della beva, e di conseguenza la facilità di approccio al prodotto, tra i propri obiettivi preminenti». In questo segmento, oltre alle birre disponibili tutto l’anno ma ideali per la stagione calda (come la weizen-non weizen Finisterrae o la Tipopils), il birrificio milanese ha in linea ormai da oltre un decennio due produzioni stagionali specifiche. «Proponiamo la summer ale Fleurette - spiega Puglisi - birra di alta fermentazione da quattro gradi alcolici all’insegna della delicatezza e della leggerezza, prodotta con boccioli di rosa, miele di agrumi e pepe nero, e la summer pils Delia, dal ridotto tenore alcolico (4,6%) e luppolata con una varietà tipicamente da amaro, il Polaris. Questa varietà aggiunge a Delia interessanti note floreali e balsamiche». Inoltre, pur non essendo prettamente una stagionale, ma una birra speciale che imbottigliamo in quantità ridottissime e solo in formato magnum dopo un lungo invecchiamento in botte, per la bella stagione Puglisi suggerisce anche la Polock en Rouge, «una grodziskie da poco più di tre gradi prodotta con grandi quantità di malti di frumento affumicati ed acidificata naturalmente in barrique con aggiunta di lamponi: sui generis, dissetante e ultra rinfrescante».
Birra artigianale: l’importanza di temperature controllate e freschezza
Per proteggere e preservare le peculiarità di queste tipologie di birra, «l’attrezzatura, la conservazione e il servizio giocano un ruolo fondamentale per valorizzarne la qualità - rimarca Monetti di Unionbirrai - soprattutto in estate. I birrifici artigianali pongono particolare attenzione alla catena del freddo. Poiché le birre artigianali non sono pastorizzate, la refrigerazione è essenziale per preservare freschezza, aromi e caratteristiche organolettiche.
Dal birrificio al punto di consumo, «è cruciale che i fusti vengano mantenuti in celle refrigerate - aggiunge - e che gli impianti di spillatura siano progettati per garantire la corretta temperatura di servizio. Ciò aiuta a ridurre le contaminazioni, preservare la gassatura naturale e offrire al consumatore un’esperienza ottimale. Spillatori moderni e sistemi di raffreddamento efficienti sono quindi elementi chiave per sostenere la qualità del prodotto e incentivare il consumo anche nei mesi più caldi.
Ecco allora i suggerimenti di Puglisi per gestire al meglio la produzione: «stoccare il prodotto al freddo (il caldo favorisce l’ossidazione, favorendo la denaturazione delle componenti aromatiche del luppolo e causando alterazioni in termini di flavor e aspetto visivo) e consumare la birra entro il minor tempo possibile dal confezionamento. Questi sono consigli validi in tutte le stagioni quando si parla di prodotti non pastorizzati e non filtrati, ma naturalmente risultano ancor più rilevanti in estate, con l’innalzamento delle temperature ambientali». Per garantire freschezza, al Birrificio Italiano riferiscono puntare solo su distributori che garantiscono lo stoccaggio refrigerato del prodotto. «Inoltre prevediamo shelf life brevissime (5-6 mesi sulle birre estive), in modo che il bevitore finale possa essere certo di avere sempre tra le mani una birra al meglio delle sue caratteristiche», conclude Puglisi.
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Alberto Lupini
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