Ben Ryé Donnafugata Uno scintillio di sensazioni
Degustando le referenze della cantina siciliana si giunge al culmine con il Passito di Pantelleria da uve Zibibbo. Una bottiglia luccicante, come fosse oro nel bicchiere
23 febbraio 2020 | 10:59
di Guido Ricciarelli
Ben Ryé, Passito di Pantelleria di Donnafugata
Il Sedara 2017, un Nero d’Avola in purezza, sprigiona succo e slancio. L’Angheli 2016, un uvaggio di Merlot e Cabernet Sauvignon, si mette in evidenza per la sua integrità e lunghezza. Il Tancredi 2016, blend di Cabernet Sauvignon, Nero d’Avola, Tannat e altre uve, sfoggia una progressione speziata al palato. Mille e una notte 2016, il Nero d’Avola di punta della gamma aziendale, ha una marcia in più per profondità e persistenza.
Ma è quella bottiglia luccicante di Ben Ryé a mettere tutti d’accordo. Una delizia fatta vino con l’appassimento di uve Zibibbo di Pantelleria, che si traduce in uno scintillio di sensazioni che vanno, e non esagero, dall’albicocca al fico secco, dall’olio di mandorla al pepe, dallo zenzero al mango, dalla liquirizia al miele di corbezzolo. E ancora, ancora…
Per informazioni: www.donnafugata.it
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Alberto Lupini