Battaglia legale: l'Europa dà ragione a vini Bolgheri e Sassicaia, bocciato il Bolgarè bulgaro

Si è conclusa una battaglia legale durata cinque anni per la tutela del marchio italiano contro la richiesta della cantina bulgara Domaine Boyar di registrare il Bolgarè fra i prodotti alcolici

30 marzo 2022 | 11:31

Ci sono voluti cinque anni prima che il Consorzio per la tutela dei Vini Bolgheri e Bolgheri Sassicaia Doc avessero piena ragione contro quella che a tutti gli effetti appariva come una vera e propria minaccia per il marchio Bolgheri. L’Italia nel 2017 si era rivolta all’Euipo, l’Ufficio marchi europeo, dopo la richiesta avanzata da una delle principali cantine bulgare, Domaine Boyar che aveva fatto domanda di registrare il marchio “Bolgaré” nella classe dei prodotti alcolici. Inizialmente la richiesta di bloccare il marchio era stata respinta, ma alla fine il ricorso italiano è stato accolto in appello. «Una buona notizia per tutto il nostro Made in Italy e che spero rappresenti un precedente importante nel contrasto di altri tentativi di richiamare le nostre denominazioni», ha commentato Gian Marco Centinaio, sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali. Recentemente un'altra contesa legale ha visto trionfare il Parmigiano Reggiano. È riuscito infatti a bloccare la registrazione del marchio Parmesan cheese. Coldiretti plaude alla vittoria legale e guarda anche ad altre situazioni simili che coinvolgono i prodotti italiani. «La sentenza della Corte dovrebbe essere applicata anche al Prosek croato, un vino dolce da dessert tradizionalmente proveniente dalla zona meridionale della Dalmazia contro una richiesta di registrazione di una menzione tradizionale l’Italia ha fatto ricorso», ha dichiarato il presidente Ettore Prandini.

La vittoria di vini Bolgheri e Bolgheri Sassicaia sul Bolgarè bulgaro

Si è conclusa un'aspra battaglia legale che da una parte ha visto schierarsi il Consorzio per la tutela dei vini Bolgheri e Bolgheri Sassicaia Doc e la cantina bulgara Il Domaine boyar. Oggetto del contendere la registrazione del marchio Bolgarè, considerato dagli italiani troppo simile al nome italiano. Cinque anni fa era quindi stato fatto ricorso. L’Euipo si è pronunciato in via definitiva lo scorso 21 marzo ma la decisione è stata pubblicata solo una settimana dopo. L’esito del contenzioso non era affatto scontato. In prima battuta il consorzio di tutela si era opposto alla presentazione della richiesta per bloccare la registrazione, ma il ricorso era stato respinto. Questa volta l’Euipo, l'Ufficio marchi europeo, ha accolto l’appello del Consorzio. Ha riconosciuto la forte somiglianza dei due nomi. Al tempo stesso ha sottolineato il rischio per il consumatore di associare erroneamente la denominazione italiana e il marchio bulgaro. In conclusione ha ribadito la massima tutela delle denominazioni contro ogni tipo di evocazione. Un caso eclatante aveva riguardato lo Champagne contrapposto al Champanillo, ma anche il Prosecco che da tempo si batte contro il croato Prosek.

Il Governo: «Speriamo crei un precedente per contrastare l'italian sounding»

Dal Governo la vittoria legale conseguita da vini Bolgheri e Bolgheri Sassicaia in difesa del marchio è stata vista di buon asupicio. Da tempo infatti i prodotti italiani combattono contro il fenomeno dell'italian sounding, ovvero del falso made in Italy. «Una buona notizia per tutto il nostro Made in Italy e che spero rappresenti un precedente importante nel contrasto di altri tentativi di richiamare le nostre denominazioni», ha commentato il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali Gianmarco Centinaio. «Questi tentativi - ha proseguito - rappresentano una minaccia non solo per i prodotti italiani, ma per l’intero sistema europeo delle denominazioni. Come era già successo nel caso Champagne vs Champanillo, anche in quest’occasione è stata ribadita la massima tutela delle denominazioni contro ogni tipo di evocazione, e si è evidenziata la forte somiglianza dei due nomi con il conseguente rischio per il consumatore di associare erroneamente la denominazione italiana e il marchio bulgaro. Ora se ne tenga conto anche per la vicenda Prosecco contro Prosek. Nel mondo ci sono vini che riescono a conquistare fette di mercato solo perché evocano nel nome i nostri vini e i nostri territori. Intanto dopo un contenzioso durato anni oggi viene difesa una nostra eccellenza apprezzata in tutto il mondo. Una vittoria non solo per Bolgheri, ma per tutto il Made in Italy e per tutto il Made in Ue».

 

Coldiretti plaude alla vittoria e mette nel mirino il prosek

Coldiretti esulta per la vittoria di vini Bolghieri e Bolghieri Sassicaia contro il  Bolgarè bulgaro e ora mette nel mirino il Prosek croato. «Se è illegittimo usare un nome o un segno che evocano, anche storpiandolo, un prodotto a denominazione di origine, la sentenza della Corte dovrebbe essere applicata anche al Prosek croato, un vino dolce da dessert tradizionalmente proveniente dalla zona meridionale della Dalmazia contro una richiesta di registrazione di una menzione tradizionale l’Italia ha fatto ricorso - ha dichiarato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini - Le opposizioni presentate dall’Italia ed anche direttamente da Coldiretti andavano proprio nel senso di chiedere il rifiuto della registrazione del “Prosek” proprio per il rischio di evocazione e confusione nel consumatore». D'altronde per l’Italia si tratta di difendere la leadership mondiale nelle produzione a denominazioni di origine con 843 prodotti, tra alimentari e vini, che sviluppano un valore della produzione di 16,6 miliardi di euro e un export da 9,5 miliardi di euro con il contributo di oltre 86mila operatori.

La vittoria del Parmigiano Reggiano contro il Parmesan

Recentemente c'è stata un'altra vittoria netta e importante, per riaffermare ancora una volta l'importanza e il valore delle Indicazioni Geografiche e del made in Italy. In questo caso a vincere è stato il Parmigiano Reggiano. Teatro del contendere questa volta è stato l'Ecuador. Nel Paese sudamericano, la multinazionale Kraft voleva infatti registrate il marchio "Kraft Parmesan cheese". L'ufficio ecuadoriano dei diritti di proprietà intellettuale ha però risposto picche, dando ragione a Parmigiano Reggiano e vietando così la registrazione del marchio.

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Alberto Lupini


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