Un Bardolino che non lascia spazio a fraintendimenti: è quello di Giovanna Tantini
Insieme al marito Marco, produce 45mila bottiglie di rosso e chiaretto sulle sponde del lago di Garda. Il 70% viene esportato all'estero
Decisa e determinata a far diventare il rosso Bardolino un gran vino. È l'obiettivo di Giovanna Tantini che fra Castelnuovo del Garda, Sona e Lazise (dove possiede la più antica cantina di affinamento a ridosso delle acque del lago) su 13 ettari, produce 40/45mila bottiglie in prevalenza rosso e chiaretto. Il 70% viene esportato in Usa, Canada, Inghilterra e nei Paesi Scandinavi.
La scommessa di Giovanna Tantini
«Quando una ventina d'anni fa ho iniziato questo viaggio nel mondo del vino - ha detto Giovanna ai giornalisti - volevo quasi subito scendere. Invece... invece ho insistito, creduto nel progetto e raggiunto il traguardo della consapevolezza. Stabilito quello che voglio fare: grandi vini, longevi, come 200 anni fa in un territorio che ultimamente non godeva di grande considerazione. Sono cresciuta in queste vigne, seguendo tutto il ciclo delle stagioni, e voglio rimanere in questa dimensione, senza strafare. Sono partita da zero seguendo l'eredità di mio padre. È stata una sfida importante credere soprattutto nella Doc e, dopo varie esperienze di uvaggi, puntare fino al 90% di Corvina, nell'acciaio».
Acidità, salinità e speziatura
Acidità, salinità e speziatura che sa di orientale: queste le principali caratteristiche dei vini prodotti da Giovanna (una laurea in giurisprudenza in tasca e un master in gestione vitivinicola), sostenuta - pur con qualche invito alla prudenza: “fare il vino per venderlo'' - dal marito Marco. Pure lui, fra cadute e ripartenze, ha creduto nella costruzione del progetto aziendale non interferendo nelle scelte, per così dire "creative'" di Giovanna. Così come, marito e moglie, sono prudenti sul Bio, puntando su trattamenti non invasivi e rispettosi dell'ambiente.
Otto annate in degustazione
Nei giorni scorsi hanno ospitato fra i vigneti di Corte dei Mischi, una verticale di otto annate di Bardolino ,dal 2014 al 2020. Notevole su tutti il '"Cru 2020", un vino che non lascia spazio a fraintendimenti: questo è il futuro del "rosso- rosso Bardolino". Ed è stata una festa anche per le prime 20 vendemmie della titolare della cantina.
«È nelle situazioni difficili che si fanno buoni vini. Per questo - ha sottolineato Giovanna - ho voluto metterci la faccia nell'etichetta del cru ''La Rocca'' del 2020''. Sono convinta - anche grazie alla collaborazione degli enologi Attilio Pagli e Laura Zuddas, all'agronomo Roberto Abate e all'uomo ''macchina'' Jurek - delle potenzialità del nostro de territorio e dei tre nostri vitigni principe: Corvina, Rondinella e Sangiovese. Soprattutto e tutti, Corvina. Ogni annata è unica e irripetibile - ha concluso - in alcune ho rischiato moltissimo per poter realizzare il Bardolino che volevo. Ne ricordo due, quella del 2014 (un'estate senza sole, apparso solo a ottobre con la necessità di posticipare la vendemmia) e il 2017, annata opposta, con la necessità di proteggere l'uva da scottature appassimenti. E per entrambe è valsa la pena mettersi in gioco. Perché - mi ha detto un importatore australiano - nel tuo vino sento la terra da cui proviene».
© Riproduzione riservata
• Iscriviti alle newsletter settimanali via mail |
• Abbonati alla rivista cartacea Italia a Tavola |
• Iscriviti alla newsletter su WhatsApp |
• Ricevi le principali news su Telegram |
“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”
Alberto Lupini