Questa mattina, 10 marzo, a Roma, il Comitato vinicolo del ministero delle Politiche agricole ha dato l’ok a procedere per la modifica del disciplinare con l’inserimento di
nuove tipologie di Asti Docg con minore contenuto zuccherino, nella versione secco, demi-sec ed extra secco. Buone notizie, dunque, per il
Consorzio per la tutela dell'Asti, che già da tempo cercava di smuovere il Ministero verso un più celere "sì".
Giorgio Bosticco (foto: Turismo del gusto)
Meno soddisfatto sicuramente il Sistema Prosecco, che già aveva espresso
dovute preoccupazioni: vale a dire, che il via libera all'Asti Secco ingenerasse
confusione nel consumatore e potesse ulteriormente ledere la denominazione Prosecco già sotto attacco dei ripetuti tentativi di imitazione all'estero. Su proposta del consorzio dell'Asti, l’etichetta della nuova versione del Docg non dovrà presentare la scritta “secco” sulla stessa riga del nome del prodotto “Asti”. Il Consorzio per la tutela dell’Asti accoglie con soddisfazione la notizia.
«Dopo un prolungato periodo di studi e ricerche - afferma
Giorgio Bosticco, direttore del Consorzio Asti Docg - abbiamo messo a punto un protocollo per la spumantizzazione che ci consente di avere un prodotto Docg unico, in grado di esprimere profumi floreali e aromatici tipici del vitigno moscato dal quale proviene. Il ridotto contenuto di zuccheri rispetto alla versione dolce ci permetterà di estendere la nostra offerta anche ad altri momenti di consumo come l’aperitivo o a tutto pasto nonchè rivolgerci ad un target più giovane».
«Il parere positivo del Comitato nazionale vini - continua il direttore del consorzio - ci permette di continuare sul percorso intrapreso e di poterlo immettere sul mercato orientativamente per l'estate 2017. Pur rimanendo prioritaria l'attenzione, l'informazione e la promozione nei confronti dell'Asti dolce e del Moscato d'Asti Docg la variante Asti secco è indubbiamente un'opportunità ad integrazione e completamento della Denominazione che vedrà una fase iniziale orientata più al corretto posizionamento che non alla ricerca dei volumi».
Forse meno entusiasta, certamente più preoccupato e con uno sguardo volto al futuro della denominazione Asti rispetto a quella Prosecco, il presidente della Regione Veneto,
Luca Zaia. «Con tutti i nomi e tutte le soluzioni verbali che si potevano trovare - ha detto il presidente - ritengo che aver scelto la denominazione Asti Secco sia un danno. Prima di tutto a loro. L'assonanza, la vicinanza fonetica al Prosecco rischia di diventare un boomerang. L'Asti è un prodotto di grande potenziale, se ben gestito, che ho sempre difeso da ministro. Anzi, ho sempre nutrito un rapporto di grande simpatia e di stima per i produttori piemontesi. La coesistenza tra diversi prodotti sarà possibile, perché l'Asti (come il Prosecco) ha un suo target di mercato ben definito. Ma a mio giudizio questa scelta è una inutile provocazione».
Per informazioni:
www.astidocg.it