Merano WineFestival e Vinitaly lanciano “Amphora Revolution”

Prima joint venture tra le due organizzazioni, con l'idea di creare un evento dedicato alle anfore e giare in terracotta che rappresenti le eccellenze a livello nazionale. Appuntamento alle Gallerie Mercatali di Veronafiere venerdì 7 e sabato 8 giugno. Un punto di riferimento per produttori, enologi e opinion leader del settore

11 marzo 2024 | 15:09

Merano WineFestival e Vinitaly lanciano “Amphora Revolution”, prima joint venture tra le due organizzazioni, con l’idea di creare un evento dedicato alle anfore e giare in terracotta, che rappresenti le eccellenze a livello nazionale, per il rilancio di una tecnica antica come una rivoluzione, a sostegno della naturalità del prodotto e della sostenibilità. In programma a Verona venerdì 7 e sabato 8 giugno alle Gallerie Mercatali di Veronafiere, l’evento unirà produttori, enologi e opinion leader tra convention scientifica, tavole rotonde e masterclass. “Amphora Revolution” vuole infatti posizionarsi come prima referenza nazionale e internazionale grazie alla presenza di produttori in anfora provenienti da tutto il territorio italiano, insieme ad una serie di convegni e simposi tecnico-scientifici, che avranno l’obiettivo di raccontare il fascino di queste tecniche enologiche “antiche”, ma incredibilmente attuali.

«È una iniziativa che si inserisce nella linea del piano strategico di sviluppo di Veronafiere per il triennio 2024-2026 ed esplora nuovi ambiti b2b e b2c strettamente connessi al settore enologico che ha nel Vinitaly una piattaforma promozionale internazionale in grado di proporre il vino in tutte le sue declinazioni e le sue possibili proiezioni commerciali», evidenzia Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere.

Il vino in anfora: una tradizione antichissima

«Le giare di terracotta - sostiene Helmuth Köcher- ci riportano al futuro. La terracotta si trova nella terra e la terracotta la ritrovi come parte della vinificazione. L’uomo produce vino in anfora da almeno 8 mila anni, come dimostrano gli scavi archeologici in Georgia. L’Italia ha un grande potenziale, c’è molta qualità e lo dico anche in base al confronto che ho avuto modo di fare negli ultimi quindici anni con i vini georgiani. Abbiamo voluto creare questo evento per valorizzare questa antica tradizione che oggi più che mai si rivela un’innovazione, una vera rivoluzione. Ecco perché "Amphora Revolution": un patrimonio antico che può garantire la naturalità del prodotto, in sintonia con la sostenibilità ambientale e che può rappresentare una sfida contro i cambiamenti climatici».

ll vino fermentato, invecchiato e conservato in anfore di argilla, una pratica nata tra Georgia e Armenia, 6-8 mila anni fa, sta vivendo una rinascita in tutto il mondo e offre oggi nuove opportunità alla viticoltura. Secondo i sostenitori, l'uso moderno di questa tecnica consente una lenta micro-ossigenazione, temperature controllate naturalmente, pura espressione del frutto e ammorbidimento dell'acidità - o, se cotta a temperatura molto elevata, conservazione dell'acidità. L’anfora, inoltre, offre un vantaggio ambientale e finanziario, con una durata di decenni se non secoli. In occasione di Vinitaly 2024, dal 14 al 17 aprile, il progetto verrà presentato ufficialmente attraverso una masterclass condotta da The WineHunter Helmuth Köcher che avrà l’obiettivo di raccontare in anteprima le eccellenze dei vini prodotti attraverso l’antica tecnica dell’utilizzo di giare in terracotta.

I vini italiani in anfora sono un trend

La zona vinicola d’Italia che per prima ha iniziato a sperimentare con il vino in anfora è certamente il Collio, in Friuli, con precursori come Josko Gravner capaci di anticipare quello che oggi è un vero e proprio trend, facendone quasi un “marchio di fabbrica”. La prima vendemmia “in anfora” è la 1997, frutto del desiderio del vignaiolo di Oslavia di liberarsi di tutto ciò che fosse “tecnologia”, per riappropriarsi dei metodi di vinificazione tradizionali.

Oggi, i contenitori in terracotta trovano ampio spazio in cantine che producono seguendo filosofie molto diverse tra loro: dai vignaioli che producono in anfore interrate come Menat, in Calabria, a Elisabetta Foradori, in Trentino, questo metodo di vinificazione e affinamento trova sempre più spazio nel Made in Italy enologico. Non a caso, alcune tra le anfore più apprezzate in Europa sono italiane, prodotte ad Arco (Trento) dall’azienda Tava, azienda capace di arrivare a un giro d’affari di 2 milioni di euro nei primi cinque anni di attività. A sottolineare la “bontà” dei vini in anfora, anche l’ultima Anteprima vini Montepulciano d’Abruzzo, in cui sono emersi dalle degustazioni due rossi affinati in anfora come quelli di Cirelli e Tenuta Morganti.

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Alberto Lupini


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