Sei generazioni di una famiglia che ha attraversato due secoli di imprenditoria vinicola, anticipandone l'evoluzione con la sfida di essere diversi e pronta a quelle nuove del futuro. È una storia toscana, avvincente come un romanzo, che Ambrogio Folonari, decano dei vitivinicoltori italiani e scrittore "esordiente" a 94 anni, ha voluto scrivere nel libro "Nelle mie vigne l'eredità del Cabreo", scritto con la giornalista Emanuela Zanotti e con la prefazione di Luciano Ferraro del Corriere della Sera. Ha presentato questa sua opera nella Sala Consiliare di Greve in Chianti (Fi) dove ci sono due tenute della Cantina, del Cabreo e di Nozzole, accolto dal sindaco Paolo Sottani. Ha parlato delle grandi e piccole storie di una famiglia di banchieri e imprenditori, cominciando dal capostipite, quel Lorenzo Folonari nato nel 1729. Poi le tante tappe raggiunte, le acquisizioni come quella della Chianti Ruffino (1911). «Quel fiasco avvolto nella paglia è anche nella nostra storia», ammette. La famiglia raggiunge molti traguardi, ma dopo un secolo di lavoro comune ecco la decisione di separare le strade e col nuovo assetto societario nel 2000 nasce "Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute".
Ambrogio Folonari, dal vino quotidiano ai supertuscan
Nel libro c'è l'evoluzione e l'affermazione del vino toscano, ma parallelamente anche la cronaca economica e sociale dell'intero Paese e dei suoi stili di vita e di consumo. Tante le tappe di una storia vissuta con passione, da quel "vostro vino quotidiano" delle prime campagne pubblicitarie che non mancava mai in tavola, come il pane e l'acqua, fino all'evoluzione del mercato e al successo internazionale del brand, per quei vini eleganti e identitari delle tante e diverse aree vocate della stessa regione, nati talvolta oltrepassando i confini dell'enologia tradizionale.
Il Supertuscan Cabreo Toscana Igt, (Cabernet Sauvignon, Merlot e Sangiovese) nato nel 1982, ne è il simbolo. Ma nacque un problema. «Volevo brevettarlo per evitare imitazioni fraudolente - racconta Ambrogio Folonari- - ma con quel nome era stato registrato un vino friulano e stavo per abbandonare il progetto. Ma scoprimmo che l'azienda era fallita e comprammo il brevetto». Fu una sfida da pionieri quella di fare un vino diverso nel territorio del Chianti, contribuendo al Rinascimento enoico della Toscana. Oggi il “Comitato Historical Super Tuscans” riunisce oggi le cantine che hanno voluto fare vini ancora più territoriali esaltandone potenzialità e sfumature. Ha raccontato aneddoti, episodi, incontri e amicizie, come con Luigi Veronelli: «Mi ha insegnato il rigore assoluto. Gli portavo i miei vini e attendevo il suo giudizio con ansia. Valutava acidità, profumi e colore, ma solo se avvertiva l'amore del vignaiolo lo apprezzava e lo recensiva." Tra le amicizie strette nel lungo percorso quelle con Vittorio Frescobaldi, Franco Biondi Santi, Angelo Gaia e Giacomo Tachis, l'innovatore che sosteneva che "la natura prevale sempre sull'opera dell'uomo».
Ambrogio Folonari, la presentazione col figlio Giovanni e la degustazione
C'era un pubblico attento, ad ascoltarlo raccontare, con quell'ironia che lui, bresciano, assorbì arrivando in Toscana 19enne per studiare agraria a Firenze e da cui partì per studiare i mercati esteri e ricoprire ruoli di prestigio in associazioni e accademie. Sorrisi e commozione di familiari e collaboratori, ma anche di protagonisti del vino come Piero Antinori, amico prima ancora che competitor, e il presidente del Consorzio del Chianti Classico Giovanni Manetti, alla vigilia della celebrazione dei 100 anni del marchio a cui anche i Folonari hanno dato valore.
A introdurne l'intervento è stato il figlio Giovanni, presidente che ha assicurato continuità di azione e di progettualità del padre, lavorando sempre nel segno dell’innovazione e nel rispetto della tradizione. «Proseguiamo su questa strada - ha detto - con la sua presenza insostituibile e la sua capacità di visione, con umiltà e pazienza. Le Tenute del Cabreo, acquistate negli anni ’70 in località Zano nel comune di Greve in Chianti, sono oggi il simbolo di questa integrazione tra le tradizioni secolari del Chianti Classico e l’esigenza di innovazione. Al Cabreo abbiamo infatti creato un vero e proprio polo dell’ospitalità, con i due relais e il ristorante, che in autunno sarà completato dalla nuova cantina: sarà un luogo quasi sacrale, una vera e propria culla per gli alti profili sensoriali di questi vini». Nel libro un capitolo è dedicato ai divulgatori de vino che - scrive Ambrogio Folonari citando Charles Maurice Talleyrand - «hanno indirizzato i loro interlocutori verso una nuova filosofia del bere, educando i consumatori».
Alla presentazione ha fatto seguito, presso la seicentesca Villa di Nozzole, un pranzo con degustazione di una selezione di etichette prodotte dalle Tenute del Cabreo: La Pietra Chardonnay Toscana Igt 2020 e Cabreo Toscana Igt nell’annata corrente 2020 e un grande formato proveniente dalla cantina storica, annata 2012. Durante il pranzo sono stati degustati anche il Chianti Classico Gran Selezione Docg Giovanni Folonari 2018 e il Vin Santo del Chianti Classico Doc 2019 che ha accompagnato il dolce.
Le tenute di Ambrogio e Giovanni Folonari
Oggi l’azienda è guidata da Giovanni Folonari e, con le sue cinque Tenute, racchiude ed esprime il meglio delle Doc toscane: la Tenuta di Nozzole nel Chianti Classico, Le Tenute del Cabreo. la Tenuta La Fuga a Montalcino, Campo al Mare a Bolgheri, Vigne a Porrona nella Maremma Toscana.
A Nozzole, 385 ettari nel Chianti Classico di cui 90 vitati, in un ecosistema di macchia mediterranea, il Sangiovese è protagonista assoluto in tutte le sue potenzialità, vinificato in purezza in tutte le declinazioni: annata, riserva e gran selezione. Le Tenute del Cabreo si estendono invece su due areali in Greve in Chianti: Zano situata tra Greve in Chianti e lo storico borgo di Montefiorale e sulle colline più alte a Panzano. Qui si trovano la cantina di vinificazione e la barriccaia del Cabreo con etichette dello stile borgognone-toscano come La Pietra, Chardonnay Toscana Igt, e Black, Pinot Nero Toscana Igt. La Tenuta La Fuga si trova nel comprensorio di Camigliano, a sud ovest di Montalcino. La vicinanza al mare, i suoli ricchi di fossili delle terre emerse nell’era pliocenica ed i sedimenti del vulcano ormai spento che è il Monte Amiata caratterizzano il Sangiovese destinato al Brunello.
A Cinigiano (Gr) si trova la Tenuta Vigne a Porrona dove nascono le due denominazioni Montecucco Sangiovese Docg e Morellino di Scansano Docg. Le uve internazionali invece vengono impiegate per la produzione dei vini Baby Super Tuscan. Nel Senese, tra la Valdichiana e la Val d’Orcia, nella Tenuta di Tor Calvano con il Sangiovese qui detto Pugnolo gentile,si fa Montepulciano. Infine c'è la Tenuta Campo al Mare di Bolgheri, 30 ettari in sei unità produttive. Qui nasce la linea Campo al Mare: un Bolgheri Rosso, un Vermentino e un Rosato. Baia al Vento e Gallico, rispettivamente Merlot e Petit Verdot, sono espressioni monovarietali.
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Alberto Lupini
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