L’Alto Adige vitivinicolo Un piccolo territorio, una grande varietà

25 settembre 2017 | 19:28
Pur coltivando una superficie circoscritta di appena 5.400 ettari, i vignaioli altoatesini fanno crescere una varietà di vini incredibilmente ampia. E tutto ciò che s’imbottiglia nel “triangolo” vinicolo compreso fra Silandro, Bressanone e Salorno, non spicca solo per varietà, ma anche per qualità, come testimoniano le guide internazionali che danno ai vini altoatesini valutazioni d’eccellenza.



Un piccolo territorio dai grandi vini
L’Alto Adige è una delle zone vinicole più piccole d’Italia, ma grazie alla sua ubicazione geografica, a cavallo tra la zona alpina e quella mediterranea, fra la cultura italiana e quella tedesca, è una delle zone di produzione più ricche di sfaccettature. In questa provincia, infatti, la viticoltura spazia dai vigneti a clima fresco collocati ai piedi delle catene alpine imbiancate di neve a Nord, fino agli appezzamenti inondati dal sole e circondati da ulivi e cipressi al Sud.

5mila viticoltori si dividono 5.400 ettari di superficie vitata, distribuita nelle zone climatiche più disparate, su terreni diversi e a quote che variano dai 200 ai 1.000 metri d’altitudine. E da questa molteplicità nascono vini eccellenti, come testimoniano le guide enologiche più prestigiose. Il Gambero Rosso, ad esempio, da parecchi anni dà ai vini altoatesini, fra tutti quelli italiani, il numero più alto di “Tre Bicchieri” in rapporto alla superficie coltivata.

La storia e la cultura enoica
Diversi reperti archeologici di cesoie da vite e mestoli da botte del V secolo a.C., dimostrano che l’Alto Adige è una delle zone vinicole più antiche d’Europa. Grazie alla via “Claudia Augusta” aperta già dagli antichi Romani, generazioni di pellegrini e mercanti portarono in Alto Adige nuove conoscenze e nuove barbatelle di vite, e a partire dall’VIII secolo d.C., vari monasteri bavaresi acquistarono tenute vinicole in questo territorio, climaticamente assai più idoneo a coltivare la vite. Anche la monarchia austroungarica favorì in questa terra la diffusione della viticoltura, e introdusse nuovi vitigni come il Riesling o il Pinot. Dal 1980, la produzione vinicola dell’Alto Adige ha imboccato decisamente la strada della qualità, tanto che oggi quasi tutta la superficie vitata è protetta dal disciplinare Doc.


Oltradige

L'idea del terroir
Il concetto di terroir abbraccia non solo tutti i fattori geografici, geologici e climatici di un territorio, ma anche il modo in cui l’uomo ne ha plasmato nei secoli le caratteristiche. I terroir dell’Alto Adige sono variegati e molteplici come i suoi paesaggi: brulli pendii nella Val Venosta, colline soleggiate nella Bassa Atesina, e vigneti immersi nel paesaggio alpino in Val d’Isarco. In un raggio di poco più di 90 chilometri, ci s’imbatte in caratteristiche climatiche diverse che danno vita a vini altrettanto diversi. I vignaioli altoatesini hanno fatto tesoro di questa varietà, e sanno come valorizzare al meglio l’unicità di ogni appezzamento, esaltandola col vino più adatto. È così che nascono vini inimitabili, di grande spessore e carattere, che portano scolpita la propria provenienza nella loro peculiarità organolettica.

La topografia e il clima
300 giornate di sole all’anno e un clima continentale temperato, fanno dell’Alto Adige non solo una delle mete di villeggiatura più amate d’Europa, ma anche un territorio ideale per la viticoltura. La catena alpina che si staglia a Nord scherma efficacemente questa terra dai venti freddi settentrionali, mentre verso Sud l’orografia del territorio si apre, accogliendo gli influssi benefici del Benaco e del Mediterraneo. Le forti escursioni termiche fra il giorno e la notte, una temperatura media di 18 gradi durante il periodo vegetativo, e le precipitazioni piuttosto frequenti, sono gli ingredienti ideali per vendemmiare uve di qualità.

La geologia e i terreni
Le caratteristiche geologiche delle aree viticole altoatesine cambiano spesso da una tenuta all’altra, anche a distanze minime. Si va dal porfido vulcanico (Valle dell’Adige, Bolzano, Caldaro) alla roccia metamorfica di quarzo, scisto e mica (Val d’Isarco e Val Venosta), dal terreno calcareo o dolomitico (Bassa Atesina) alle marne (Cortaccia). È in questa varietà di terreni che i vini altoatesini trovano condizioni ideali di crescita. Una parte dei vigneti si estende su conoidi detritici e alluvionali, altri su pendii e terrazzamenti, ciascuno con caratteristiche diverse. Oggi, grazie alle ricerche sistematiche condotte sulle varie tipologie pedologiche, i vignaioli altoatesini sanno molto bene quali vitigni crescono meglio su quali terreni.

Bolzano

I vitigni coltivati
Grazie ai terroir così eterogenei, in Alto Adige si coltivano circa 20 vitigni diversi, che danno origine a una pluralità di vini davvero unica per un territorio così circoscritto. Più del 60% dei vigneti sono coltivati a uve bianche, e la percentuale è in continuo aumento. Fra le varietà più diffuse spiccano il Pinot grigio, il Gewürztraminer, lo Chardonnay e il Pinot bianco, che da sole rappresentano il 70% di tutti i vini bianchi prodotti. Ma un ruolo rilevante è svolto anche da vitigni come Sauvignon, Müller-Thurgau, Sylvaner, Kerner, Riesling e Veltliner. Fra i rossi, oltre alle due varietà autoctone Schiava e Lagrein, anche gli altri vitigni classici – come il Pinot nero, il Merlot, il Cabernet Sauvignon e Franc – si sono ambientati ormai da più di un secolo in Alto Adige, dove hanno trovato condizioni ambientali ottimali. Le uve rosse ricoprono poco meno del 40% della superficie vitata della provincia di Bolzano.

La viticoltura
È nel vigneto che nasce la qualità del vino, e lo sanno bene i vignaioli altoatesini, che da anni puntano su una riduzione severa delle rese per migliorare la qualità delle uve, scegliendo meticolosamente quale vitigno piantare in quale vigneto, poiché ogni varietà ha il suo “habitat” preferito dove esprime il meglio di sé in fatto di aroma, gusto e personalità. Ecco perché in Alto Adige si preferiscono metodi di coltivazione a basso impatto ambientale. La viticoltura naturale, ad esempio, rafforza le difese fisiologiche del vigneto, proteggendo l’entomofauna e favorendone la diffusione.

La vinificazione
Una volta vendemmiate le uve, il compito del cantiniere è di preservarne intatta la qualità, migliorandola ulteriormente. Le cantine altoatesine puntano da tempo sul connubio vincente fra le tecnologie innovative da un lato, e l’esperienza e l’intuizione umana dall’altro. Una delle peculiarità più note e apprezzate dei vini altoatesini è il loro gusto decisamente fruttato, con note di sambuco nel Sauvignon, aromi di rosa nel Gewürztraminer, o sentori di frutti di bosco nel Lagrein. Oltre a questi vini varietali, caratterizzati da uno spiccato carattere fruttato, in Alto Adige si producono vini di grande pregio, più corposi e concentrati, idonei anche all’invecchiamento. Oggigiorno, i vini altoatesini d’eccellenza sono quasi tutti affinati in piccoli fusti di rovere francese (barrique), ma si sta riscoprendo anche l’invecchiamento in grandi botti di legno. E le quotazioni di prim’ordine che i vini di questa terra riportano da anni nelle guide più rinomate, dimostrano che anche questa scelta è pienamente azzeccata.


Valle dell'Adige

L'organizzazione e la distribuzione
La produzione vitivinicola dell’Alto Adige è una realtà microstrutturata e variegata, con quasi 5mila aziende che occupano circa 10mila addetti. Nella vinificazione e distribuzione operano sostanzialmente tre tipi d’aziende: le cantine sociali dei produttori, le tenute vinicole e i vignaioli indipendenti. Le tre associazioni che le rappresentano si sono riunite nel Consorzio Vini Alto Adige, e collaborano a stretto contatto fra loro.

La classificazione Doc
Com’è noto, Doc è l’acronimo che in Italia indica la Denominazione d’origine controllata. Tutti i vini provenienti da una zona tutelata dal marchio Doc sono soggetti a controlli severi di qualità, e devono soddisfare requisiti precisi di resa massima per ettaro, gradazione alcolica minima, acidità, grado zuccherino, residuo secco e altri parametri. In Alto Adige è tutelato dal disciplinare Doc più del 98% di tutta la superficie vitata, una percentuale di gran lunga superiore a ogni altra regione italiana.

Il marchio di riconoscimento di tutti i vini Doc altoatesini è il contrassegno Südtirol impresso sulla capsula, un segno distintivo che oltre a sottolineare un senso d’appartenenza al territorio condiviso da tutti i produttori, dà al consumatore la garanzia di un vino di qualità e provenienza affidabile, prodotto in vigneti controllati e in cantine certificate.


Merano

Le sette zone vinicole dell’Alto Adige
I vigneti dell’Alto Adige tappezzano i pendii che costeggiano i due fiumi Adige e Isarco, lungo il percorso che li porta dai ghiacciai alpini alla flora mediterranea della Bassa Atesina. In un breve tragitto di una novantina di chilometri, si alternano paesaggi e zone climatiche estremamente varie da cui scaturiscono vini altrettanto eterogenei.

La Bassa Atesina
Oltre ad essere la zona vinicola più estesa dell’Alto Adige, la Bassa Atesina è anche la più calda. Qui, pure i vitigni a maturazione più tardiva, come il Cabernet Sauvignon, danno origine a vini assai equilibrati. Ma è anche la zona in cui sorgono i vigneti più alti. Nel comune di Magrè, ad esempio, prosperano viti di Müller-Thurgau a più di 1.000 metri di quota. I paesi di Mazzon e Montagna sono considerate roccaforti del Pinot nero, mentre Termeno è la patria del Gewürztraminer, che attualmente sta vivendo una vera rinascita.
  • Superficie di produzione: 1.872 ha (35% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Altitudine dei vigneti: 200 - 1.000 m s.l.m.
  • Terreni: roccia calcarea e dolomitica, da Termeno a Cortaccia miscelata a depositi detritici argillosi; nelle lingue più meridionali marne sabbiose
  • Produzione: 66% vini bianchi, 34% vini rossi
  • Vitigni più diffusi: Pinot grigio, Chardonnay, Schiava, Gewürztraminer, Pinot nero

L’Oltradige
Coi suoi dolci declivi ricoperti di vigne e punteggiati da manieri e palazzi signorili, il Lago di Caldaro è il cuore dell’Alto Adige enoico, e i due comuni di Appiano e Caldaro guidano la classifica della produzione vinicola provinciale. Oggigiorno, l’area vinicola del Lago di Caldaro non è più il simbolo della Schiava, ma anche di Merlot, Cabernet e Pinot neri ottimamente strutturati. Alle quote più elevate maturano rigogliosi il Pinot bianco e grigio, lo Chardonnay e il Sauvignon.
  • Superficie di produzione: 1.684 ha (31% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Altitudine dei vigneti: 300 - 700 m s.l.m.
  • Terreni: roccia calcarea e porfirica, fino a Cornaiano depositi morenici acidi
  • Produzione: 61% vini bianchi, 39% vini rossi
  • Vitigni più diffusi: Schiava, Pinot bianco, Chardonnay, Sauvignon, Gewürztraminer


Val Venosta

Bolzano
Oltre ad essere il capoluogo dell’Alto Adige, Bolzano è il terzo comune della provincia per produzione vinicola, ed è nella sua conca che maturano due dei vini più pregiati: da un lato il Santa Maddalena “classico” - versione più nobile e corposa della Schiava - che cresce sulle colline omonime e sui pendii limitrofi di Santa Giustina, Rencio, Costa e San Pietro, e dall’altro il Lagrein, varietà autoctona di cui Bolzano è da sempre la roccaforte.
  • Superficie di produzione: 707 ha (13% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Altitudine dei vigneti: 250 - 900 m s.l.m.
  • Terreni: sui versanti prevalentemente depositi detritici porfirici ben ventilati, a fondovalle terreni alluvionali
  • Produzione: 37% vini bianchi, 63% vini rossi
  • Vitigni più diffusi: Schiava, Lagrein, Gewürztraminer, Pinot bianco

La Valle dell’Adige
L’arenaria porfirica rossa che domina in questa valle conferisce ai vini una nota minerale molto caratteristica. Tutti i vini che recano la denominazione Doc “Alto Adige Terlano” sono bianchi e una specialità di quest’area è l’uvaggio bianco “Terlaner”, ottenuto prevalentemente da uve Pinot bianco, Pinot grigio e Chardonnay.
  • Superficie di produzione: 264 ha (5% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Altitudine dei vigneti: 250 - 900 m s.l.m.
  • Terreni: sottofondo di porfido rosso, a Nalles e Andriano roccia calcarea permeabile
  • Produzione: 71% vini bianchi, 29% vini rossi
  • Vitigni più diffusi: Sauvignon, Pinot bianco, Schiava, Lagrein


Valle Isarco

Merano
La zona vinicola del Burgraviato comprende Merano e i paesi limitrofi. Vi regna un clima molto mite e temperato, che insieme ai terreni sabbiosi crea delle condizioni ideali per la viticoltura. La denominazione Doc “Alto Adige Merano” vale per tutti i vini a base di Schiava prodotti nei dintorni della città. Ma in questa zona si sono ambientati a meraviglia anche il Pinot nero e il Merlot, che vi sviluppano un’ottima acidità.
  • Superficie di produzione: 393 ha (7% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Altitudine dei vigneti: 300 - 800 m s.l.m.
  • Terreni: terreni porosi da depositi pluviali, molto ghiaiosi sui versanti, sabbiosi a fondovalle
  • Produzione: 46% vini bianchi, 55% vini rossi
  • Vitigni più diffusi: Schiava, Pinot nero, Pinot bianco, Sauvignon

La Valle Isarco
In questa valle dominano i terreni sedimentari ricchi di quarzo, mica e scisti, assai apprezzati da Sylvaner e Müller-Thurgau che qui spiccano per freschezza, gusto minerale e un’acidità molto gradevole. Da alcuni anni poi vi si producono vini di grande prestigio internazionale ottenuti da uve Kerner e Riesling.
  • Superficie di produzione: 397 ha (8% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Altitudine dei vigneti: 400 - 800 m s.l.m.
  • Terreni: micascisti (fillite quarzifera) da depositi pluviali e terreni detritici sabbiosi
  • Produzione: 91% vini bianchi, 9% vini rossi
  • Vitigni più diffusi: Müller-Thurgau, Sylvaner, Kerner, Gewürztraminer

La Val Venosta
Con precipitazioni che non superano i 400 millimetri al metro quadro l’anno, la Val Venosta registra solo la metà delle piogge che bagnano la Bassa Atesina, ma su questi terreni magri e sabbiosi si pratica una viticoltura da clima fresco da cui traggono origine vini assai raffinati ed eleganti. Oltre al Pinot bianco e al Müller-Thurgau, anche il Pinot nero si sta rivelando una carta vincente per la viticoltura venostana.
  • Superficie di produzione: 76 ha (2% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Altitudine dei vigneti: 500 - 800 m s.l.m.
  • Terreni: magri e sabbiosi, con depositi pluviali di scisti e gneiss
  • Produzione: 46% vini bianchi, 54% vini rossi
  • Vitigni più diffusi: Riesling, Pinot bianco, Pinot nero, Schiava

I vitigni più diffusi dell’Alto Adige
I vignaioli altoatesini si cimentano sia coi vitigni autoctoni, sia con le varietà internazionali. Ciò permette loro da un lato di misurarsi con la concorrenza di altre zone di produzione, proponendo rossi di Borgogna e Sauvignon blanc di grande pregio, dall’altra di produrre ai massimi livelli di qualità varietà autoctone come il Gewürztraminer, la Schiava o il Lagrein.


Pinot bianco, Sauvignon, Pinot Grigio, Gewürtztraminer e Chardonnay

VINI BIANCHI
Pinot bianco
Col suo elegante profumo di mela e la sua spiccata acidità, il Pinot bianco è perfetto come vino da tutti i giorni. Per non falsare la raffinatezza del suo gusto fruttato, gli enologi preferiscono usare con molta cautela l’affinamento nei fusti di rovere.
  • Superficie di produzione: 540 ha (10% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Area di coltivazione: prevalentemente in Oltradige, Bassa Atesina e Valle dell’Adige
  • Posizione preferita: vigneti a quote piuttosto elevate, fino a 800 m s.l.m.
  • Abbinamenti consigliati: primi piatti leggeri, canederli, pesce

Sauvignon blanc
Il Sauvignon altoatesino sviluppa un suo profumo tipico impreziosito da aromi verdi di ortica, uva spina, sambuco, ribes nero e agrumi, dando vita sia a vini freschi e di pronta beva, sia a vini più strutturati e dal gusto più intenso.
  • Superficie di produzione: 393 ha (7,3% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Area di coltivazione: prevalentemente in Oltradige, Bassa Atesina e Valle dell‘Adige
  • Posizione preferita: a quote maggiori, ma senza superare i 600 metri sul livello del mare, esposti a Est o a Ovest, predilige terreni con ciottoli calcarei
  • Abbinamenti consigliati: asparagi, verdure grigliate, pesce, formaggi di capra

Gewürztraminer
Grazie al suo bouquet vastissimo, con note di petali di rosa, garofano, lici e frutti tropicali, è considerato il vino aromatico per eccellenza. Ma il suo colore intenso, la sua gradazione alcolica relativamente elevata e la sua struttura molto ricca, ne fanno anche un vino da meditazione.
  • Superficie di produzione: 574 ha (10,7% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Area di coltivazione: prevalentemente in Bassa Atesina, Oltradige e Valle Isarco
  • Posizione preferita: su versanti ben soleggiati fino a 600 metri di quota, predilige terreni argillosi e calcarei mediamente compatti
  • Abbinamenti consigliati: aperitivi, piatti asiatici, crostacei (con vinificazione secca), fegato d’oca e paté vari (vinificato con residuo zuccherino), dolci e formaggi (vinificato come vino dolce).

Chardonnay
È un vino che avvince con la sua raffinata acidità e i suoi eleganti aromi cangianti di ananas, banana, mela, pera, agrumi, vaniglia e burro. Le versioni in commercio vanno da quelle più fresche e fruttate, affinate solo in acciaio, alle selezioni più complesse destinate anche all’invecchiamento, fermentate in barrique e affinate sui lieviti fini.
  • Superficie di produzione: 538 ha (10% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Area di coltivazione: prevalentemente in Bassa Atesina, Oltradige e Valle dell‘Adige
  • Posizione preferita: nelle zone calde del fondovalle fino a quote di 500 m s.l.m, predilige terreni alluvionali e detritici
  • Abbinamenti consigliati: pesce e frutti di mare, carni bianche, risotto, canederli al formaggio

Pinot grigio
Il Pinot grigio è un bianco dal gusto pieno, ricco d’estratti, dal profumo floreale di mela matura, pera, cotogna e fiori di tiglio, e a seconda della zona di produzione esprime caratteristiche diverse: si va dalle versioni più raffinate e fresche della Val Venosta, ai vini dal gusto più minerale della Valle dell’Adige, fino a quelli più intensi e strutturati della conca di Bolzano e dell’Oltradige.
  • Superficie di produzione: 629 ha (11,7% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Area di coltivazione: prevalentemente in Bassa Atesina e Oltradige
  • Posizione preferita: nelle zone calde del fondovalle fino a quote di 500 m s.l.m, predilige terreni alluvionali e detritici
  • Abbinamenti consigliati: piatti di pesce dal gusto intenso, specialità altoatesine

Riesling
Questo vitigno originario della Germania fu introdotto in Alto Adige nell’Ottocento, ma a differenza dei suoi avi tedeschi, il Riesling vinificato in Alto Adige subisce una fermentazione completa, il più delle volte privo (o quasi) di zuccheri residui. Quello prodotto nelle zone più fresche della Valle Isarco e della Val Venosta si distingue per gli aromi di pesca e agrumi, e per un’acidità dinamica e stimolante.
  • Superficie di produzione: 77 ha (1,4% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Area di coltivazione: prevalentemente in Oltradige, Valle Isarco, Val Venosta, Merano
  • Posizione preferita: in posizioni soleggiate e ventilate da 550 a 800 m s.l.m., predilige terreni scistosi
  • Abbinamenti consigliati: primi piatti, frutti di mare, ostriche, ricette asiatiche

Sylvaner
In Alto Adige, il Sylvaner si coltiva quasi esclusivamente nella Valle Isarco, dove apprezza i versanti freschi e soleggiati che si estendono fra i 500 e i 700 metri di quota. In queste condizioni il vitigno sviluppa una struttura corposa e una buona acidità. Una caratteristica tipica del Sylvaner è il suo sentore minerale e terrigno, impreziosito da aromi di erbe fresche o fieno e mele, pesche e menta.
  • Superficie di produzione: 73 ha (1,4% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Area di coltivazione: prevalentemente in Valle Isarco
  • Posizione preferita: nei vigneti esposti al sole situati fra i 500 e i 700 metri d’altitudine, predilige terreni detritici
  • Abbinamenti consigliati: primi piatti, speck, asparagi, pesce

Veltliner
In Alto Adige viene coltivato prevalentemente in Valle Isarco. Negli ultimi anni, la limitazione severa delle rese e le nuove tecniche di vinificazione hanno reso il Veltliner un vino dal gusto assai gradevole, fruttato e speziato, con delicati aromi di mela verde e pompelmo.
  • Superficie di produzione: 27 ha (0,5% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Area di coltivazione: prevalentemente in Valle Isarco
  • Posizione preferita: a quote comprese fra 500 e 650 metri s.l.m., predilige terreni detritici
  • Abbinamenti consigliati: formaggi, speck, primi piatti leggeri, pesci arrostiti


Riesling, Sylvaner, Veltliner, Kerner, Müller-Thurgau e Moscato Giallo

Kerner
È un vitigno ottenuto incrociando Schiava e Riesling, che grazie alla sua resistenza al gelo si coltiva soprattutto alle quote più alte della Valle Isarco e della Val Venosta. Da questa varietà si ottengono vini vigorosi e speziati, con un leggero sentore di noce moscata. Con la ricchezza del suo aroma e il suo bouquet fruttato e raffinato di mandarino, melone e passiflora, il Kerner ha tutte le carte in regola per diventare un nuovo fiore all’occhiello della produzione altoatesina.
  • Superficie di produzione: 100 ha (1,9% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Area di coltivazione: prevalentemente in Valle Isarco e Val Venosta
  • Posizione preferita: posizioni esposte al sole a una quota compresa fra 600 e 900 metri s.l.m., predilige terreni detritici
  • Abbinamenti consigliati: primi piatti, pesce alla griglia, paté di verdure

Il Müller-Thurgau
Da questo vitigno diffuso in tutto il mondo - che prende il nome dall’agronomo svizzero Hermann Müller, originario della Turgovia (Thurgau) - si ottengono vini bianchi aromatici e di pronta beva. Il Müller-Thurgau esprime un gradevole profumo di lillà e geranio, agrumi e talora anche ribes nero. A volte si avvertono pure delle note di noce moscata sullo sfondo.
  • Superficie di produzione: 211 ha (3,9% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Area di coltivazione: prevalentemente in Valle Isarco, Bassa Atesina e Oltradige
  • Posizione preferita: in zone ventilate a quote piuttosto elevate, fra i 550 e i 1.000 metri d’altitudine, predilige terreni detritici
  • Abbinamenti consigliati: primi piatti leggeri, pesci d’acqua dolce arrostiti, formaggi freschi

Il Moscato giallo
Nell‘Ottocento il Moscato giallo fu menzionato per la prima volta in Alto Adige. Con il suo profilo organolettico incentrato sulla noce moscata, a volte accompagnata da aromi di agrumi e profumi di zagara, il Moscato giallo non è solo un vino da dessert molto apprezzato, ma, nella versione secca, anche un ottimo aperitivo.
  • Superficie di produzione: 91 ha (1,7% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Area di coltivazione: prevalentemente in Oltradige e Bassa Atesina
  • Posizione preferita: nelle zone calde può crescere fino a una quota di 500 metri s.l.m.
  • Abbinamenti consigliati: dolci, formaggi maturi a muffa blu o come aperitivo

VINI ROSSI
Schiava
La Schiava presenta aromi particolari che ricordano la ciliegia, il ribes, il lampone, ma anche la fragola. A questi si aggiungono sovente note di mandorla e violetta. Dalla Schiava s’ottengono vini leggeri, a basso contenuto tanninico, alcolico e con poca acidità con diverse individualità e tipicità. Il Santa Maddalena, ad esempio, spicca per le sue doti di pienezza, mentre il Lago di Caldaro e il Colli di Merano sono più morbidi e speziati al palato.
  • Superficie di produzione: 798 ha (14,8% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Area di coltivazione: prevalentemente a Bolzano, Oltradige, Merano e Bassa Atesina
  • Posizione preferita: zone calde con buona ventilazione, ubicate a quote basse, fra 400 e 500 metri s.l.m.e, con ampia escursione termica. escursione termica.
  • Abbinamenti consigliati: in generale tutti i primi piatti, e soprattutto speck, salumi, formaggi, piatti tradizionali altoatesini, vitello

Pinot nero
Alle quote medio-alte e mediamente secche, il Pinot nero altoatesino esprime tutto il proprio potenziale, dando vita a vini strutturati quasi sovrapponibili, per qualità e caratteristiche, ai suoi parenti nobili francesi. I Pinot neri più tipici dell’Alto Adige si distinguono per il loro profumo intenso di bacche rosse e scure, chiodi di garofano e violetta.
  • Superficie di produzione: 443 ha (8,2% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Area di coltivazione: prevalentemente in Bassa Atesina e Oltradige
  • Posizione preferita: in zone collinari, a quote superiori ai 400 metri s.l.m., predilige terreni detritici calcarei
  • Abbinamenti consigliati: selvaggina ungulata e da penna, agnello da latte, coniglio, arrosti, formaggi stagionati

Lagrein
Il Lagrein si distingue per i suoi aromi di frutti di bosco, ciliegia fresca e violetta e al palato esprime una pienezza vellutata, impreziosita da una morbida acidità. Se affinato in piccoli fusti di rovere, sviluppa note speziate molto nobili che danno ulteriore smalto e carattere alle selezioni migliori. Nella versione rosé è noto anche col nome di Lagrein Kretzer.
  • Superficie di produzione: 468 ha (8,7% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Area di coltivazione: prevalentemente a Bolzano e Bassa Atesina
  • Posizione preferita: conca di Bolzano, dove in autunno i terreni restano caldi a lungo (sabbia, ghiaia o porfido di Bolzano). La coltivazione sui pendii è possibile, ma non oltre i 300 s.l.m.
  • Abbinamenti consigliati: cacciagione, carni rosse, formaggi stagionati

Merlot
Il Merlot fu piantato per la prima volta in Alto Adige circa 130 anni fa, insieme ad altri vitigni bordolesi. Lo spettro aromatico comprende la mora, il ribes nero, la composta di prugne e diverse spezie. Se ne ricavano dei vini fruttati, corposi e dal gusto pieno, dotati di fascino mediterraneo e con un sentore tanninico morbido e maturo.
  • Superficie di produzione: 187 ha (3,5% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Area di coltivazione: prevalentemente in Oltradige, Bassa Atesina e Valle dell’Adige
  • Posizione preferita: in zone non oltre i 350 m s.l.m., predilige terreni mediamente pesanti a grande componente scheletrica
  • Abbinamenti consigliati: selvaggina ungulata e da penna, piatti di carne classici, formaggi stagionati


Cabernet, Lagrein, Merlot, Moscato Rosa, Pinot Nero e Schiava

Cabernet
Mentre il Cabernet Sauvignon presenta aromi di ribes nero, pepe nero e chiodi di garofano, il Cabernet Franc è più fruttato, si distinguono note di lampone, mirtillo nero, pepe. La sua struttura vigorosa ne fa uno dei vini rossi altoatesini che si prestano meglio all’invecchiamento.
  • Superficie di produzione: 161 ha (3% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Area di coltivazione: prevalentemente in Bassa Atesina, Oltradige e Bolzano
  • Posizione preferita: vigneti caldi in fondovalle, su terreni argillosi o pietrosi, predilige terreni argillosi e pietrosi
  • Abbinamenti consigliati: selvaggina da penna, agnello, piatti di carne classici, formaggi stagionati

Moscato rosa
Giunto in Alto Adige dalla Sicilia 125 anni fa, questo vino dolce dal profumo di rosa e dal gusto pieno, aromatico e complesso, è una specialità assai ricercata. Il vitigno di Moscato rosa è molto delicato da coltivare, ha una resa molto bassa, e le sue uve, a gradazione zuccherina elevata, vengono fermentate col metodo dei vini rossi.
  • Superficie di produzione: 12 ha (0,2% della superficie vitata in Alto Adige)
  • Area di coltivazione: prevalentemente in Oltradige e Bassa Atesina
  • Posizione preferita: in posizioni ventilate, ma sufficientemente calde, fino a una quota di 400 metri s.l.m.
  • Abbinamenti consigliati: dolci a base di fragola e cioccolato, crêpe, strudel di papavero

I VITIGNI STORICI LOCALI
Come ogni zona vinicola, anche l’Alto Adige vanta alcuni vitigni storici locali, fra i quali spiccano il Blatterle, il Frauler e il Versoaln. Ne esistono ancora alcuni vecchi impianti distribuiti in varie zone del territorio, ma ormai sono quasi del tutto scomparso.

Zweigelt
In Alto Adige, lo Zweigelt fu piantato per la prima volta una quarantina di anni fa, e da allora è stato proposto soprattutto come vino della casa nelle aziende agrituristiche della Valle Isarco. Al momento è venduto quasi sempre sfuso, e sono ancora poche le cantine che lo commercializzano imbottigliato.

I VITIGNI RESISTENTI AI FUNGHI
Da quando le malattie fungine giunsero anche in Europa, cominciarono a diffondersi nuovi incroci con vitigni americani dotati di una maggiore tolleranza ai patogeni, noti anche con l’acronimo PIWI. In Alto Adige, dal 2009 sono ammesse in produzione le varietà resistenti Regent, Bronner e Solaris.

L’Alto Adige in pillole
  • 5.393 ettari di superficie vitata (di cui 5.285 classificate Doc)
  • 740mila ettari (7.400 km2) di superficie totale
  • Solo il 14% della superficie dell’Alto Adige è al di sotto dei 1.000 metri di quota
  • Il 98% della superficie vitata è soggetto al disciplinare Doc
  • 330mila ettolitri di produzione vinicola media in un anno
  • La produzione si compone per il 60% di vini bianchi, per il 40% di vini rossi
  • L’Alto Adige incide per meno dell’1% sulla produzione vinicola nazionale
  • Un terzo di tutti i vini prodotti è destinato all’esportazione
  • L’Alto Adige ha circa 500mila abitanti (due terzi di lingua tedesca, un quarto di lingua italiana, e nelle valli dolomitiche quasi tutti di lingua ladina)

Per informazioni: www.vinialtoadige.com

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Alberto Lupini


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