Alleanza Federvini-cooperative per un database sull'autenticità del vino
In collaborazione con l'Università di Parma come partner scientifico, Federvini e Alleanza delle Cooperative Italiane-Agroalimentare hanno realizzato la prima banca dati sulle produzioni enologiche
20 maggio 2021 | 15:08
Federvini firma con Alleanza delle Cooperative Italiane-Agroalimentare il progetto "Vino patrimonio comune" per promuovere una maggiore conoscenza degli elementi che caratterizzano l'autenticità del vino. Una risposta alla crescente esigenza di consumatori e aziende produttrici che sempre più ricercano tipicità e corrispondenza con il territorio di origine.
«Valore e autenticità: è da queste due parole che siamo partiti ed è a questi due aspetti che il nostro progetto guarda. L’appuntamento odierno offre una bellissima testimonianza: stiamo posando la prima pietra di una casa comune, che nasce sotto l’impulso dei nostri Associati, ma la cui porta è aperta sin d’ora a tutti. Il nostro auspicio è che nel progetto possano presto riconoscersi altri nostri colleghi, che possano aderire più enti ed organismi scientifici per lavorare insieme alla valorizzazione e tutela dell’autenticità del vino», ha affermato Sandro Boscaini, presidente di Federvini.
«L’obiettivo di questo importante progetto è raggiungere un più elevato livello di conoscenza delle nostre produzioni vitivinicole territoriali, un percorso che ci consente di mettere a disposizione delle associate uno strumento di autocontrollo e di maggiore consapevolezza. Consideriamo la firma di oggi il punto di partenza di un’iniziativa e di una strada ambiziosa, che riteniamo necessaria perché in grado di contribuire alla maggiore tutela ed alla valorizzazione dei vini sui mercati», gli ha fatto eco il coordinatore del settore vitivinicolo dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Luca Rigotti.
Pubblici o privati, le banche dati non comunicano
Da tempo il legislatore europeo ha sviluppato la banca dati isotopica con finalità di controllo nel settore vitivinicolo. Tale strumento, implementato e gestito dalle autorità nazionali di controllo degli Stati membri, non è tuttavia consultabile dagli operatori privati. Una mancanza che ha spinto diverse insegne del commercio ad avviare processi di profilazione delle caratteristiche dei vini per tutelarsi in sede contrattuale. Una soluzione che, purtroppo, non favorisce lo scambio di dati e, di fatto, perpetua l'incertezza relativamente all'autenticità del vino messo in vendita.Dalla vendemmia 2020 nasce un database comune
Considerazioni che hanno fatto scattare le aziende associate a Federvini e Alleanza delle Cooperative Italiane-Agroalimentare al fine di sviluppare nuove sinergie. L'idea aveva mosso i primi passi con la vendemmia 2020, durante la quale, grazie alla collaborazione delle Aziende e delle Cooperative aderenti sono stati effettuati i primi campionamenti dall’Università di Parma, partner scientifico dell’iniziativa. È stato così possibile realizzare la “Banca Dati isotopica mosti/vini per la vendemmia 2020” costituita da dati relativi agli isotopi stabili dell’ossigeno e dell’idrogeno di campioni di mosti e vini provenienti da varie località italiane. La banca dati sarà progressivamente implementata per poter disporre di uno strumento sempre più performante e completo.«Valore e autenticità: è da queste due parole che siamo partiti ed è a questi due aspetti che il nostro progetto guarda. L’appuntamento odierno offre una bellissima testimonianza: stiamo posando la prima pietra di una casa comune, che nasce sotto l’impulso dei nostri Associati, ma la cui porta è aperta sin d’ora a tutti. Il nostro auspicio è che nel progetto possano presto riconoscersi altri nostri colleghi, che possano aderire più enti ed organismi scientifici per lavorare insieme alla valorizzazione e tutela dell’autenticità del vino», ha affermato Sandro Boscaini, presidente di Federvini.
«L’obiettivo di questo importante progetto è raggiungere un più elevato livello di conoscenza delle nostre produzioni vitivinicole territoriali, un percorso che ci consente di mettere a disposizione delle associate uno strumento di autocontrollo e di maggiore consapevolezza. Consideriamo la firma di oggi il punto di partenza di un’iniziativa e di una strada ambiziosa, che riteniamo necessaria perché in grado di contribuire alla maggiore tutela ed alla valorizzazione dei vini sui mercati», gli ha fatto eco il coordinatore del settore vitivinicolo dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Luca Rigotti.
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Alberto Lupini
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