Alla scoperta del “vero” rosato: tre falsi miti da sfatare
Il vino rosato, spesso vittima di stereotipi, merita riscatto. Scopri la sua identità unica, versatilità culinaria e crescente qualità che esprime l’eccellenza del territorio italiano
Viviamo in un Paese meraviglioso, dove ogni angolo della nostra terra è intriso di storia, cultura e bellezze naturali. Se poi parliamo di enogastronomia, l'Italia è una terra unica, ricca di biodiversità, che può vantare di una straordinaria varietà di microclimi, terreni e vitigni autoctoni, capaci di dar vita a prodotti unici, famosissimi ed amatissimi in tutto il mondo. Un esempio ne è il vino rosato.
Il rosato nella cultura enogastronomica italiana
Non solo: la cultura enogastronomica italiana affonda le sue radici in una storia millenaria, fatta di riti, usanze, tradizioni e ricette, tramandate di generazione in generazione. Dietro ogni nostro prodotto di qualità, dietro il nostro amato "made in Italy", si cela un mondo fatto di passione, dedizione e profonda conoscenza del mestiere. Che si tratti di cibo, vino, oggetti d'arte, vestiti o qualsiasi altra cosa, il lavoro dei nostri artigiani, contadini e produttori è frutto del binomio "cuore e anima" ed è questo che rende ogni nostro prodotto davvero unico, riconoscibile e speciale. Ecco cos'è la nostra Italia, un Paese ricco di eccellenze, ma che purtroppo, spesso, soffre di una comunicazione distorta, fatta di "sentito dire", luoghi comuni, pregiudizi e, soprattutto, scarsa informazione, al punto tale da avere un impatto negativo sulla valorizzazione di ciò che di grande e positivo avviene nelle nostre terre. La diffusione di informazioni non verificate, spesso basate su voci di corridoio o su interpretazioni superficiali, crea una percezione distorta della realtà, al punto tale, da portare a generalizzazioni errate e a giudizi affrettati, con il risultato di danneggiare l'immagine di interi settori o territori. Stereotipi, giudizi e generalizzazioni, spesso radicati nella cultura popolare, offuscano, infatti, la complessità della realtà e impediscono di apprezzare specificità e unicità di ogni contesto, portando a sottovalutare il valore di prodotti o servizi che non rientrano nei cosiddetti "cliché tradizionali".
Nel mondo del vino, chi soffre maggiormente di questi fattori sopra citati, è il vino rosato, nonostante, ultimamente, si stia riscontrando, seppur lenta, una sua valorizzazione e fortunatamente una crescita nel mercato. Il vino rosato, purtroppo, è ancora avvolto da una fitta nebbia di stereotipi, pregiudizi, "sentito dire" e luoghi comuni che ne offuscano la vera natura ed il suo valore. Un vero peccato, perché si tratta di un vino con una sua identità ben precisa e capace di offrire esperienze gustative molto interessanti. Per lungo tempo, infatti, il rosato è stato percepito come un vino di "seconda scelta", un compromesso tra il bianco e il rosso, destinato a un consumo estivo e poco impegnativo. Un' immagine che è stata rafforzata da una comunicazione spesso superficiale e da una scarsa attenzione alla qualità da parte di alcuni produttori.
Rosato, tre falsi miti da sfatare
Vorrei, quindi, analizzare, sfatare e sensibilizzare il lettore, cercando di fornire più informazioni possibili al fine di contrastare questa disinformazione.
"Il rosato è fatto da scarti di vino rosso e bianco mescolati"
Falso. Questa è forse la credenza più diffusa e radicata, ma è completamente errata e, soprattutto, vietata dalla legge in tutte le principali denominazioni di origine. Il vino rosato si ottiene principalmente attraverso due metodi:
- Vinificazione in rosato (o "a macerazione breve"): Le uve a bacca rossa vengono pigiate e il mosto rimane a contatto con le bucce per un periodo limitato (da poche ore a 24-36 ore, a seconda del risultato desiderato).
- Saignée (o "salasso"): Durante la vinificazione in rosso, una parte del mosto viene "salassata" dalla vasca di fermentazione dopo un breve periodo di macerazione. Questo mosto, di colore rosato, viene poi vinificato in bianco. Il resto del mosto, rimasto in contatto con le bucce, produrrà un vino rosso più concentrato.
Non esiste, quindi, alcuna pratica legale che preveda la miscela di vino rosso e bianco per ottenere il rosato. Questa pratica, oltre ad essere illegale nella maggior parte dei contesti, produrrebbe un risultato qualitativamente scadente e instabile.
"Il rosato si beve solo d'estate e freddo per far l'aperitivo"
Falso. Sebbene il rosato sia piacevole e rinfrescante durante i mesi estivi, la sua versatilità lo rende adatto a molteplici occasioni e abbinamenti gastronomici, durante tutto l'anno. La temperatura di servizio ideale varia a seconda della tipologia di rosato:
- Rosati leggeri e freschi: 8-10°C, perfetti come aperitivo o con piatti leggeri a base di pesce, insalate e verdure.
- Rosati più strutturati: 12-14°C, ideali per accompagnare piatti più complessi, come zuppe di pesce, carni bianche, formaggi freschi e pizza.
"Il rosato è un vino da donne"
Falso e sessista. Questa affermazione è non solo errata, ma anche profondamente sessista e offensiva. Il vino non ha genere. Il gusto e la preferenza per un determinato tipo di vino sono personali e non dipendono dal sesso. Il rosato, con la sua ampia gamma di profili aromatici e gustativi, può essere apprezzato da chiunque, donne e uomini. Promuovere questa distinzione di genere contribuisce solo a perpetuare stereotipi dannosi e limitanti.
Rosato, perché va rivalutato
Perché, quindi, il rosato merita di essere rivalutato?
- Identità propria: il rosato è un vino con una propria identità e con caratteristiche uniche che lo rendono degno di essere apprezzato al pari degli altri vini.
- Versatilità: è un vino che si distingue per la sua grande versatilità negli abbinamenti gastronomici. A seconda della tipologia (leggero, strutturato, fruttato, secco), può accompagnare una vasta gamma di piatti, dagli antipasti ai primi, dai secondi di pesce alle carni bianche, fino ad alcuni formaggi e dessert e questa capacità di abbinamento lo rende un vino estremamente interessante e attuale.
- Varietà di stili: Esistono diversi stili di rosato, prodotti con diverse tecniche di vinificazione e con diverse varietà di uve e, tutto ciò, si traduce in una ricca gamma di profili aromatici e gustativi, in grado di soddisfare diversi palati. Si va dai rosati leggeri e freschi, ideali per l'aperitivo, ai rosati più strutturati e complessi, adatti ad accompagnare piatti più elaborati.
- Espressione del territorio: così come i vini rossi e bianchi, anche il rosato è espressione del territorio in cui viene prodotto. Le diverse varietà di uve, i climi e i terreni conferiscono ai vini rosati caratteristiche uniche e irripetibili.
- Qualità in crescita: negli ultimi anni, si è assistito a un notevole aumento della qualità dei vini rosati, fortunatamente mi viene da dire, grazie all'impegno di numerosi produttori che hanno investito in tecniche di vinificazione innovative e in una maggiore attenzione alla selezione delle uve.
Il risultato? Produzione da Nord a Sud di vini rosati di grande pregio, capaci di competere con i migliori vini bianchi e rossi.
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Alberto Lupini