Alla scoperta della Cantina dei vini tipici dell'Aretino tra storia e degustazioni
Domenica 26 maggio, si potrà visitare la Cantina dei vini tipici dell’Aretino. Arezzo vanta una tradizione millenaria nella cultura della coltivazione della vite in Toscana sin dagli Etruschi prima e i Romani poi
Arezzo vanta una tradizione millenaria nella cultura della coltivazione della vite in Toscana, prima gli Etruschi, poi i Romani si sono dedicati alla viticoltura e alla produzione di vino. Questa loro eredità è arrivata fino ai nostri giorni grazie a semplici agricoltori, che insieme a famiglie blasonate, si sono dedicati da secoli alla coltivazione della vite. «Noi con in nostri soci e l’impegno quotidiano facciamo parte della tradizione toscana del vino - esordisce Massimo Peruzzi, presidente della Cantina dei vini tipici dell'Aretino di Ponte Chiani - la nostra provincia, divisa in vallate, vanta una ricca diversità geologica. In Casentino troviamo terreni a tessitura grossolana ricchi di scisti, marne e arenacee, che danno vini freschi e minerali, in Valdarno i terreni fluviali con substrato a matrice sabbiosa e argillosa rendono ai vini note floreali e speziate con grande persistenza, la Valdichiana, con i suoi antichi terreni fluviali ricchi di carbonati crea vini di elevata ampiezza gustativa con note di frutta e spezie».
Vini tipici dell’Aretino, una tradizione che diventa filosofia
Tradizione che è diventata filosofia di vita per la cantina aretina, un'associazione di viticoltori che riunisce più di quattrocento soci, proprietari di oltre ottocento ettari di vigne a coltura specializzata nell’intera provincia. Costituita nell'anno 1970 la cantina ha iniziato l'anno successivo la sua attività con la vinificazione di 10.006 quintali di uve conferite, che sono progressivamente aumentate, mentre le strutture iniziali sono state ammodernate ed ampliate nel corso degli anni. Il conferimento attuale delle uve è suddiviso per circa un terzo ciascuno delle seguenti denominazioni: Indicazione Toscana Igt, Valdichiana Toscana Doc e Chianti Docg.
«I nostri vini sono ottenuti dall’accurata fermentazione di uve rosse e bianche, amorevolmente coltivate - prosegue Peruzzi -: essi esprimono la forza e il calore del sole italiano e la freschezza e la vivacità dei territori toscani. Cosa importante è il rapporto stretto con il territorio, conoscerlo e amarlo perché la tradizione non può essere solo ereditata, ma conquistata con grande fatica. Ma quando avviene, la soddisfazione è raddoppiata ed impagabile».
Vini tipici dell’Aretino, una cantina ospitale
Paradiso del gusto, quello semplice, conviviale e di spirito, Arezzo e la sua provincia sono una terra fertile dove la cucina e le sue tradizioni hanno da sempre caratterizzato le usanze della propria gente e dove l'ospitalità in cantina diventa oggi un tassello fondamentale nel variopinto mosaico dell'offerta enogastronomica della regione.
Prosegue, infatti, su questa linea ”Cantina Ospitale”, l’evento in programma nel pomeriggio di domenica 26 maggio, che darà la possibilità a follower, sommelier e gente comune di visitare la cantina aretina, ammirare auto e trattori d'epoca, oltre che degustare gratuitamente il “nettare di Bacco” della cantina dei vini tipici dell'Aretino con l’immancabile porchetta, la celebre carne Chianina e i salumi del territorio.
Vini tipici dell’Aretino, una crescita costante
«Lo stato di salute della nostra cantina è in costante crescita - conclude Peruzzi - la conferma l’abbiamo dai dati del fatturato in nostro possesso che sono aumentati di anno in anno. Risultati conseguiti grazie alla nuova linea delineata dalla cantina dei vini tipici dell'Aretino e ottenuti grazie alla professionalità dei nostri cantinieri, che lavorano uve di qualità identificandosi perfettamente con il territorio circostante e alla serietà dei nostri soci conferitori delle uve». Con il cofinanziamento del Psr Toscana, la cantina è riuscita ad aumentare la sostenibilità e la sicurezza dei suoi ambienti lavorativi, investendo anche su accessibilità e inclusività. Tra i primi interventi c’è stata la rimozione delle vecchie coperture in amianto, adesso sostituite da nuovi pannelli termocoibenti, insieme all’installazione di infissi di ultima generazione che rispettano la normativa per il risparmio energetico.
Parte dei fondi è stata poi destinata alla realizzazione di nuovi piazzali e di una nuova rampa di accesso, opere che facilitano l’ingresso agli impianti e vanno incontro alle esigenze di tutti i visitatori. A completare il tutto, la cantina ha anche scelto di realizzare un nuovo impianto fotovoltaico con potenza di 120 kilowatt picco: un risultato importante per una realtà che vuole aumentare la qualità dei suoi vini senza sacrificare la sostenibilità e l’attenzione per il suo amato territorio.
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Alberto Lupini