Alberto Massucco, in Champagne è stato il primo produttore italiano
Inizialmente importatore da 5 maisons, poi insieme all'amico Erick De Sousa, anche produttore d'Oltralpe. Millesimato Alberto Massucco Champagne Grand Cru, il fiore all'occhiello
06 febbraio 2021 | 07:30
di Fabrizio Salce
Gli champagne di Rochet-Bocart
Ed è dalla ricerca accurata, profonda e intelligente che Alberto ha selezionato nel tempo le bottiglie più idonee da regalare al consumatore, all’interno del tulipano. Il tulipano è quel bicchiere dall’altezza adeguata capace di lasciare sviluppare le bollicine consentendo la massima espressione degli aromi.
L’Alberto importatore ha così posato cuore e palato su 4 maisons appartenenti alla categoria RM Récoltant Manipulant, ovvero produttori che lavorano uve dei loro vigneti ed elaborano i vini direttamente nelle proprie cantine. Sono i vignaioli eroici oggi sempre più ricercati perché in grado di offrire un’identità netta e precisa del loro pensiero intorno allo champagne.
Gli champagne di Eric Taillet
Massucco è come grandi scrittori del passato e del presente, Henry Miller, Ernest Hemingway o Milan Kundera: hanno amato la Francia nelle sue più recondite sfumature mantenendo sempre imprescindibile il loro stile narrativo. Le storie scritte da loro sono vere come veri gli champagne di Rochet-Bocart, Trousset-Guillemart, Gallois-Bouché ed Eric Taillet ovvero le 4 maisons a cui si è legato con passione Alberto.
Ma la storia non si ferma mai e Massucco nel tempo ha vissuto una sua metamorfosi trasformandosi e diventando anche produttore. Alberto, il primo italiano a possedere vigneti in Champagne, con il suo spirito di avventura e di sfida ha concepito un vino decisamente francese ma impreziosito dalle giuste note italiane che ne arricchiscono il pentagramma. Una musica di perlage e gusto armoniosa e, ne sono certo, decisamente interessante. Il progetto è nato grazie allo stimolo di Alberto e la capacità operativa di Erick De Sousa, uno dei più apprezzati produttori di champagne e grande amico dell'importatore piemontese.
Gli champagne di Trousset-Guillemart
Il compito di seguire la linea produttiva Alberto Massucco Champagne spetta dunque ad Erick, compito non facile viste le esigenze del "sabaudo", avere un vino dalle grandi emozioni, ma non impossibile: e allora ecco il Millesimato Alberto Massucco Champagne Grand Cru, 100% Chardonnay, con le prime due vendemmie 2018 e 2019 e la Cuvée Mirede.
Ne aspettiamo l’arrivo per il 2024, questo l’anno in cui degusteremo e valuteremo il lavoro, la passione e la capacità dei due uomini, anche se siamo già adesso consapevoli che ne resteremo piacevolmente sorpresi.
Come i grandi artisti della penna che regalano sempre soprese nei loro testi c’è un’altra chicca dell’imprenditore piemontese di cui vorrei far menzione. Oltre alle già citate maisons Massucco, importa anche dalla prima produzione Isos uno champagne che è che un progetto a firma di sette donne dello champagne. Les jeunes filles nel 2015 si sono unite con l’obiettivo di raccontarsi, o meglio di raccontare il loro lavoro, i vini, i territori, con un intento tinto di rosa. Ed è sempre la storia, quella vera, che ci conferma quanto le donne siano sempre state cardine primario del comparto.
Les jeunes filles
Isos (parola greca che significa “ugual”) è il risultato dell’addizione degli champagne in parti uguali delle sette note rosa all’interno di un’unica bottiglia. Uve, terroir, metodologie di cantina differenti ma tutte unite per un totale di 644 bottiglie. Le sette donne: Laureen Baillette, Hélène Beaugrand, Claire Blin, Charlotte De Sousa, Mathilde Devarenne, Sophie Moussie, Delphine Brulez.
Chiudo con una frase di Alberto che trovo molto adeguata al contesto: «Due cose non bastano mai: un buon calice di champagne e un buon calice di champagne».
Per informazioni: www.albertomassuccochampagne.it
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Alberto Lupini