Ais Catania: un successo per ACIni diVINI e un ricordo per Salvo Di Bella

ACIni diVINI ha celebrato 11 cantine vinicole siciliane, premiando storytelling e vini unici. Il vincitore è Salvatore D'Amico, con un omaggio speciale al compianto Salvo Di Bella

11 settembre 2024 | 13:47
di Marcella Ruggeri

Il vissuto umano è ciò che attira di più la mente e solletica l'animo e, se viene contestualizzato e amalgamato allo sviluppo del personaggio e magari della sua perspicacia ed artigianalità per esempio di un'azienda vitivinicola, diventa e risulta avvincente solo con le capacità dialettiche di chi lo racconta. Lo storytelling imbastito sulle migliori ed efficaci presentazioni di marketing in tutto il mondo è stato il tema quest'anno della manifestazione “ACIni diVINI”, organizzata da Ais Catania, per il terzo anno consecutivo e in collaborazione sempre con Ais Sicilia, in una fascinosa scenografia di piazza Duomo ad Acireale e con una dedica emozionante per tutto il team dell'associazione rivolta al compianto Salvo Di Bella, voce e membro dell'Ais Sicilia molto apprezzato per la sua statura gioiosa, affabile e coinvolgente nel filo conduttore della gentilezza, che pesca nei fiocchi della moda, dell'arte e della letteratura.

Ecco la sua tecnica di comunicazione ha ispirato il premio di questa serata che è stato voluto fortemente dalla moglie Mariagrazia Barbagallo, nonché responsabile Ais Catania, con la figlia Gaia e incoraggiato dall'intera compagine regionale e indirizzato ad alcune cantine selezionate per l'occasione, ben undici (Gurrieri, Gambino, Masseria Setteporte, Duca di Salaparuta, D'Amico, Marilina, Stanza Terrena, Baglio del Cristo di Campobello, Palari, Intorcia), quelle che si sono distinte per il saper vendere il proprio messaggio con alla base un contenuto influente e la propria dote nel farsi ricordare attraverso un aneddoto, una foto, un disegno, un video, insomma attraverso quel mood che scateni l'immaginazione dell'ascoltatore-spettatore.

ACIni diVINI: il vincitore della “sfida popolare”

Il vincitore per questa sorta di “competizione - gioco commemorativo”, con una giuria popolare fatta anche di assaggiatori esperti e incalliti e giornalisti specializzati, è andato a Salvatore D'Amico con il suo attaccamento alle Isole Eolie, nonché membro di una delle cantine più antiche del Settebello. A decantare la figura amabile di Salvo Di Bella, anche il sindaco di Acireale Roberto Barbagallo che ha riconosciuto in Di Bella persino un fratello e il presidente Ais Sicilia Francesco Baldacchino, che ci ha rivelato a margine della manifestazione: «Avrebbe assunto la presidenza dell'Associazione a pieno titolo (se ci fosse ancora) e per noi c'è ancora».

 

ACIni diVINI: 11 vini, 11 produttori e 11 sommelier

Celebrando la bella figura del vino Salvo Di Bella, si è pensato di fare illustrare ogni vino degli undici in gioco ad un sommelier diverso, accompagnato dal produttore o delegato dell'azienda per rendere omaggio al tema della narrazione che sa conquistare. L'anno scorso è toccato al tema “il vino più glamour”. L'inizio è stato affidato a Giovanni Gurrieri del ragusano, un ex ingegnere che ha sempre motivato il suo cambio direzionale verso il segmento dei vini con l'interesse di applicare le sue conoscenze per esempio quelle sui macchinari di produzione nella lavorazione enoica, insieme alla consigliera nazionale Ais Sicilia Francesca Scoglio. «È un'azienda familiare che papà e mamma hanno creato anni fa a Chiaramonte Gulfi - afferma Giovanni. Papà a 86 anni continua il suo lavoro in cantina. Nel 2020, è nata la cantina con i vitigni di punta Cerasuolo di Vittoria e Frappato, in particolare abbiamo vinificato in bianco “Hic est XXII” "qui è" da uve Nero d'Avola e Frappato, realizzando un Metodo classico che è il più equilibrato del territorio. Compie 22 mesi sui lieviti e lo spumante è una sinfonia. È un extra brut che si può bere a tutto pasto. Per la parte tecnica da sommelier, sicuramente si riscontra una piacevolezza fresca con una vivace chiusura. Perlage fine, continuo e persistente. Al naso, arriva con immediatezza e sentori floreali e di frutta a polpa gialla.

Secondo vino in degustazione è l'”Etna Spumante 2018” di Francesco Gambino con una azienda che ha 50 anni di storia a Linguaglossa a 800 metri sul livello del mare, verso nord est, 24 ettari. Lo spumante esplode dalla cultura recente, con l'input dell'enologo Salvatore Pizzuto e dell'agronomo Salvo Giuffrida, anche se la pratica di spumantizzazione in Sicilia risale ad un secolo fa con l'adozione di uve Chardonnay e Pinot Nero. Con questa etichetta firmata Gambino, si passa filare per filare nella prima annata, si ottengono meno di 500 bottiglie che derivano da uve Nerello Mascalese in purezza. 55 mesi sui lieviti e 6 mesi dopo la sboccatura, tipica delle uve di montagna. A descrivere le sue caratteristiche organolettiche è la Miglior Sommelier di Sicilia 2022 di Ais, Federica Milazzo che ha avviato il suo percorso di approfondimento con questa impresa e con cui si opta per una bellissima complessità, oltre ad un colore scarico, flessibilità, duttilità, note di erbette aromatiche. Qualità delle bollicine, linea netta, “con i tacchi a spillo” per rievocare Salvo Di Bella.

A seguire Pietro Pellegrino di Cantina Incarrozza con sommelier Luca Caracciolo. Lui rappresenta geograficamente la Parte bassa di Catania, prima di affacciarsi sulla Piana. Terzo vino dunque nella batteria “Ashiari 2019” da uve Alicante di origine spagnola (Granacha), in Francia Grenache, in Sardegna Cannonau. In Sicilia coincide con l'approdo dell'Ammiraglio Nelson. Un vino spumante millesimato 2019 Pas Dosè, Metodo Classico. Ricorda il colore della lava e del sale, rosato ramato, fittezza cromata tipica di Spumante a bacca nera che tende a nascondere le bollicine. Naso fragrante, rosa, geranio, frutta a bacca scura, mirtillo, gelsi, fragola, nota vegetale di pomodoro.

Quarto imprenditore e quarto vino: Pietro Portale di “Tenuta Masseria Setteporte” a sud ovest del vulcano a Biancavilla (un paese albanese) tra 700-730 presenta un vino con sommelier Orazio De Maria - responsabile Ais Sicilia della Guida Vitae. Piante giovani, Portale parla di infanticidio. Grande insolazione, grande esposizione. Nella magione rosa di Setteporte dove alloggiava l'arcivescovo, c'è un vigneto. «I nostri bianchi andrebbero bevuti dopo tre anni» commenta Portale. Il titolare ha portato “N'ettaro 2023” che è un Carricante in purezza mentre quelli del passato avevano un 35% di Catarratto e una piuma di lucido. Al naso ginestra, gelsomino, mela, pesca bianca, precursore di pietra focaia. Normalmente il Carricante non si percepisce subito.

Quinta etichetta presentata dal Direttore Roberto Magnisi di Duca di Salaparuta, azienda di Casteldaccia - Bagheria che esalta la sapienza del territorio con la Teoria dei Contrasti. «Dopo 200 anni si ridiventa bambini - riferisce Magnisi. Stiamo festeggiando, scrutando quello che siamo stati. Franco Giacosa ha dato vita al vino che degustiamo stasera. Non solo agronomia ma arte da Ignazio Buttitta a Renato Guttuso agli artisti dei carretti siciliani come Murolo. Trenta ville barocche artisti della terza generazione che raccontano la prima e la seconda». Il vino in degustazione “Bianca di Valguarnera 2020” è estratto da Tenuta Risignolo, dove il blend Grillo, Insolia e Zibibbo assume eleganza, freschezza e aromaticità. A Valguarnera c'era la villa di villeggiatura del Duca Giuseppe di Salaparuta. Ad incedere sull'esame del vino il Miglior Sommelier Ais Sicilia 2020, Piero Giurdanella. All'aspetto visivo, giallo paglierino splendente con note verdoline. Note erbacee di citronella, albicocca appena raccolta, vaniglia e zenzero, bella rotondità, sorso di beva agevole nonostante la struttura del vino. Nell'87 Giacosa inserì il salto in alto dell'Inzolia: fermentazione in acciaio e poi sette-otto mesi in barrique che sostano in una cella frigorifera a 3 gradi, geometria come pennellata di rovere. Ad accompagnare questo vino Supplì all'amatriciana di “Manianti” e fritti, pizza e panino. Altre attività che hanno contribuito alla Sezione Food anche “Magatama” che è Sushi - Pizza - Bistrot - Cocktail bar, “Moro” che è un altro Cocktail bar, “Le Caveau” - Wine Bar, “Panificio San Salvatore”, Trattoria “U Puttuso”, “Bar Kennedy”, “Basula” Acireale, “Frumento Senza Fretta” e Tondo Oil di Buccheri (Siracusa).                  

Sesta realtà della serata: azienda agrobiologica D'Amico di Salvatore D'Amico, sita a Valdichiesa nel Comune di Leni - Salina, con l'unico frantoio dell'isola, narrata dal proprietario. Il simbolo eoliano per eccellenza l'ostia e ancora il racconto del primo sindaco di Leni Bartolo Picone. “Cuntami 2022” è il vino rosato della serata (ed anche manifesto del docufilm di Giovanna Taviani), lo storytelling qui è una combinazione di Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio e della produzione cinematografica. L'Arte di rivivere le storie dal fascino senza tempo è quella dei Cuntisti che fanno letteralmente immergere in quelle circostanze. Poi, c'è il libro dei Cunti ad opera della moglie del titolare Marinella e supporto ispiratore di Giovanna Taviani. Anche in questo caso, un addetto Ais ha espresso la sua competenza del territorio e della referenza vissuta nella località dell'arcipelago ovvero Chiara Russo - responsabile comunicazione Ais Catania. Colore Peonia, intenso bouquet dei sentieri dell'isola di Salina, cappero, fico d'India. Cifra stilistica perfettamente equilibrata. Corrispondenza gusto olfattiva. Sorso lungo.

Poi settima Cantina, “Marilina” della famiglia Paternò e di un borgo in provincia di Siracusa. Si tratta di un'azienda nel comune barocco di Noto che ha fondato il suo debutto con la linea dei Monovarietali, da uve autoctone, vinificati in purezza: Ruversa, Cuè e Sketta. Marinella evidenzia: «Io e mia sorella Federica siamo state zingarelle in Sicilia. Ci troviamo quasi a toccare Pachino tra Ionio e Mediterraneo, terreni calcarei. Mio padre mi ha incastrato. Un giorno assaggiamo l'uva, un giorno il mosto e così via». Il vino di questo evento è dedicato alla figlia di Marilina, Cecilia. “Cecile 2018” è un Orange - Moscato bianco (macera 20 GG e affina in barrique vecchie per 3 anni) espressione diversa, libertà di bere, di essere, di condivisione. «Da noi si viene a fare degustazione sotto un albero - insiste Marilina. Che tipo di vino andrò a fare, disse mio padre Angelo. Non sapevo che vino si stesse realizzando». Alla fine della fiera, ad emergere è l'etichetta battezzata con il nome della nipotina che l'età di due mesi. A corredare questa storia di esistenza imprenditoriale è il Miglior Sommelier di Sicilia 2023 e dell'Etna 2024, - Claudio Di Maria. Questo vino va servito ad un grado più alto perché è un Orange e l'invasività del tannino va annullata. Spesso al naso, importante, corrispondenza naso - bocca perfetta, pulizia, vino jolly da volere sempre a tavola con un trancio di tonno.

Ottavo vino di Peppe Grasso di Stanza Terrena. «La mia famiglia fa vino da sei generazioni - avverte il giovane imprenditore. Mio nonno viticoltore a Sant' Alfio - versante Est, mia nonna commerciante a Riposto. Mio nonno andava lì a presentare il vino e ci fu il matrimonio di vino». Insieme arrivano a Passopisciaro a Contrada Santo Spirito, dove è collocata l'attuale cantina e dove Peppe Grasso ha pensato di fare l'enologo. I nonni hanno continuato a produrre vino fino al 2020. Peppe si inventa il marchio con suo fratello: questa sostanza grezza si trasforma in spirito. “Io ci ho visto qualcosa di più poetico - incalza. La poesia si fa Terrena. Non c'è tecnica definita. Qual è il Vino tipico dell'Etna? Me lo domando nella Stanza Terrena. Nel vecchio nasce il nuovo. “Nasca 2022” è dedicato al naso del nonno. La vite dedicata alla nascita della materia. Peppe fa a botte con la tradizione come la sua carriera da pugile. Il degustatore Ais Salvatore Spampinato ha tradotto i requisiti di questa etichetta, indicando la qualità dell'Etna rosso molto strutturato, con la forza di un pugile, con una mineralità che scavalca quella del frutto rosso.   

Nono Vino “Lusirà 2020” nell'areale di Cristo di Campobello nell'agrigentino: un contadino fece erigere una statua di Cristo per una grazia ricevuta. A descriverlo Francesco Baldacchino, presidente Ais Sicilia e originario di questi luoghi, con il degustatore Ais Mario Galvagna. Siamo in presenza di un terreno gessoso che si è adattato. La cantina è molto sensibile verso l'ambiente. La cura maniacale facendo il sovescio delle leguminose. Tre generazioni della famiglia Bonetta con la consulenza enologica di Riccardo Cotarella. La parte agronomica è curata da Carmelo Bonetta. 35 ettari sui 350 metri sul livello del mare. Al naso percorso speziato di liquirizia e pepe nero, note di cioccolato fondente, eleganza disarmante. Sorso pieno, ampio, retrogusto cannella. Botti da 225 litri e poi botti grandi. Uno dei tre areali importanti di Agrigento. Il suolo è proprio gesso puro, dove c'era un'importante azienda del settore. Il Sirah “Lu Patri” è una icona.

Decimo vino dell'azienda agricola Palari di Salvo Geraci, Faro Doc “Palari 2016”, con sentori di iodio con l'azienda al limite del comune di Messina Santo Stefano Briga. Unico caso di vino tra due mari. L'architetto è stato una delle prime tessere dell'Ais, con il responsabile del “Charleston” negli anni Ottanta. L'incontro con Veronelli che risponde ad una sua lettera ha stravolto la sua vita. «Se ti trovi a passare da Bergamo passa - sciorina nel racconto Geraci. Il giorno dopo ero lì. Veronelli mi ha regalato il sogno. Ho girato con lui nei territori della Francia. Nell'estate del Novanta da Regaleali. Con Veronelli ho fatto grandi bevute». Con Geraci la spiegazione del vino è stata svolta dal responsabile eventi Ais Sicilia Gioele Micali. Tra eroiche pendenze ci sono le Vigne Antiche di Geraci. La raccolta può essere solo manuale. Barrique non come moda ma per fissaggio del colore. Rosso del Soprano viene realizzata con barrique usate. A Passopisciaro qualche bottiglia di bianco e di rosso. In degustazione si prova il 2016. Un articolo di Veronelli nel 1992 resta nella memoria. Note di tabacco con un finale salmastro, richiamo all'evoluzione del balsamico e persistenza gusto-olfattivo. Vino da inginocchiatoio. La moda passa lo stile resta. Tra gli assaggi delle vivande Pane Cunzato di “Le Caveau” e formaggio del ristorante “U Puttusu”.

Ultimo vino “Marsala Vintage 2015 Riserva Superiore Oro”, con sommelier Giorgia Giubaldo che è di origine marsalese e presenta il Marsala che è stato avviato grazie a dei produttori illuminati come la famiglia Intorcia. Il capostipite Francesco e poi Totò e Nino. Era giusto fare tuffare i grappoli nel futuro. La Concia che fa trasformare il vino in liquoroso. Heritage Antologie Vini di Francesco Intorcia di alta qualità e meditazione contiene i mulini a vento, i filari nei terreni sabbiosi/calcarei/rocciosi, i tramonti, le saline. Il vigneto è situato in Contrada Casale nel comune di Marsala. Al naso arancia candita, zenzero, nocciola, grande freschezza, importante nel mondo della mixology. Questa referenza è stata abbinata alla brioche acese.

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