Abruzzo wine experience, in vetrina le migliori etichette della Regione

L’evento, organizzato a Vasto nel chietino dal Consorzio tutela vini d’Abruzzo, ha messo in luce quanto fatto negli ultimi anni per valorizzare le etichette del territorio sui mercati italiani e stranieri. La novità è i lvia libera del Mipaaf del progetto Modello Abruzzo per valorizzare le Igt

20 giugno 2022 | 18:35
di Mariella Morosi

È tempo di bilanci per l'enologia abruzzese e l'Abruzzo Wine Experience, il grand tasting di 320 etichette, organizzato a Vasto (CH) dal Consorzio Tutela Vini d'Abruzzo, alla presenza di 150 giornalisti, ha dimostrato quanto di positivo è stato fatto negli ultimi anni per valorizzarla sui mercati italiani ed esteri.

Se dal vitigno Montepulciano, principe dell'ampelografia regionale,  era partita l'affermazione dei vini abruzzesi, negli ultimi anni si è consolidata una generale valorizzazione degli altri autoctoni grazie ad una nuova visione degli imprenditori e degli enologi basata su valori come l'originalità, la riconoscibilità e la territorialità con attenzione a modelli di viticoltura sostenibile, biologica e biodinamica.

L’Abruzzo wine experience esalta le etichette del territorio

Per la crescita del movimento vitivinicolo regionale è stata determinante l'azione consortile con l'obiettivo di aumentare il valore percepito del marchio. Il territorio è vasto e articolato, dal montuoso dell'interno a all'ampia fascia litoranea, ma infinita è la varietà di suoli e di condizioni pedoclimatiche con il risultato di vini diversi anche se nati dallo stesso vitigno. Proprio per rafforzare la comune identità, rendendone ancora più riconoscibili le particolarità e valorizzando nello stesso tempo i singoli territori, è nato il “Modello Abruzzo”, il progetto a cui il Consorzio lavora dal 2019 e che ha ottenuto via libera dal Mipaaf.

Prevede l’introduzione della menzione Superiore per le Dop “d’Abruzzo” e la riduzione da 8 a 1 sola le Igt Terre d'Abruzzo. Questi i princìpi guida: semplificazione, cioè meno denominazioni; identità comune rafforzata, con la dicitura “d’Abruzzo” per tutti ma distinta per territori e micro-territori; segmentazione qualitativa, con l’introduzione della menzione Superiore per i Dop regionali come i vini Montepulciano d’Abruzzo, Trebbiano d’Abruzzo, Cerasuolo d’Abruzzo, Pecorino d’Abruzzo, Passerina d’Abruzzo, Cococciola d’Abruzzo, Montonico d’Abruzzo, che potranno fregiarsi in etichetta delle appellazioni provinciali. Inoltre, questo consentirà  l'adeguamento al reale potenziale produttivo regionale anche nell’ottica di sostenibilità sociale, economica ed ambientale.

«Si agevola così la promozione e la comunicazione perché il "Modello Abruzzo" renderà le diverse zone di produzione molto più riconoscibili sui mercati, soprattutto all’estero - ha detto il presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, Valentino Di Campli - ed esalterà sempre di più il binomio vino/territorio. Inoltre,  l’introduzione di un’unica Igt con il riferimento al territorio distintivo che va a sostituire le 8 attuali crea una forte immagine regionale contro l’attuale frammentarietà che risulta poco incisiva».

 

La svolta in etichetta

Una svolta, quella del "Modello Abruzzo", che ripercorre il modello transalpino, dove il termine trainante in etichetta è quello di un'area specifica come la Borgogna, lo Champagne o Bordeaux. Soltanto a seguire si precisano le zone più ristrette fino ai vigneti e ai cru. «Finora -ha aggiunto Di Campli - nomi specifici come 'colline pescaresi' o 'colline di Chieti' erano semplici Igt. Con questa riorganizzazione invece tali indicazioni verranno non solo recuperate ma anche valorizzate insieme alla qualità dei vini».

 

I numeri dei vini d’Abruzzo  

Negli ultimi dieci anni, secondo quanto ha rilevato l'Osservatorio Permanente attivato dal Consorzio, i numeri sono cresciuti nel mercato nazionale ma soprattutto è nell'export che c'è stato un incremento del 90% .

I mercati più reattivi sono stati ancora Stati Uniti (+12%) e Germania (+25%), ma anche Svizzera, (+45%) Cina (+33%) e Giappone (+26%), tutti Paesi dove il Consorzio sta investendo molto in termini di promozione, per un fatturato complessivo superiore ai 205 milioni di euro. Efficaci sono state anche le azioni di sviluppo locale integrate con altri settori per lo sviluppo del turismo, a beneficio per tutta la filiera, anche per aiutare piccole produzioni di qualità ad entrare nel mercato generando valore da condividere.

Alla ribalta non c'è più solo il Montepulciano d'Abruzzo, vitigno di riferimento della Doc e che da solo rappresenta oltre l’80% del totale dei vini a denominazione,  tra le prime tre doc prodotte in Italia. Tra i più affermati c'è ora il Trebbiano d’Abruzzo, di grande potenzialità e versatilità, apprezzato sia giovane e sia nella sua versione più longeva e che nel 2022 festeggia i 50 anni della denominazione. Dedicata esclusivamente alla tipologia rosata dal 2010 è la Doc Cerasuolo d’Abruzzo. Da uve Montepulciano vinificate "in bianco" con una particolare tecnica, o con una breve fermentazione,   viene prodotta  nei comuni di tutte e quattro le province: Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo. Anche il Pecorino e la Passerina, Doc anch'esse dal 2010, continuano ad essere apprezzati per la loro svolta qualitativa. L'altro autoctono a bacca bianca, la Cococciola presente nel Registro Nazionale della Varietà della Vite dal 1970 è diffusa soprattutto nel Chietino è usata nei blend. Interesse anche sulla vinificazione del Montonico, anche se non è certa la sua autoctonia.

Cresce l’interesse per le uve autoctone e spumantizzate

Cresce inoltre  anche qui l'interesse dei consumatori per le uve autoctone spumantizzate.  Una visione condivisa verso la qualità ha unito molti produttori e in prima linea non solo soltanto i brand affermati. Anche le  piccole produzioni ben curate possono entrare nel mercato generando valore e le sfide sono state accettate con una nuova attenzione alla transizione ecologica, sperimentando e differenziando nel vigneto e in cantina e con interazione con il territorio. Si tende a limitare i trattamenti, c'è manualità in tutte le fasi, rispetto per l'evoluzione del frutto e, in cantina,  sapiente uso del legno per far emergere i tratti distintivi varietali. L'innovazione, la digitalizzazione e la multifunzionalità sono già le chiavi di volta del futuro anche nella vitivinicoltura abruzzese, senza dimenticare la tradizione, come l'allevamento a tendone che convive con altri metodi più idonei ai cambiamenti climatici e alla tenuta del vigneto.

Le cantine guardano all’enoturismo

Anche l'attrattività delle bellezze naturali e dei i siti storici ha fatto la sua parte con l'offerta enoturistica: le cantine si sono aperte all'ospitalità anche se con strutture modeste. Fioriscono le degustazioni anche in vigna, open air, in abbinamento con la saporita offerta gastronomica in cui trionfano gli arrosticini di pecora e nella ristorazione la carta dei vini punta anche sul prodotto regionale.

Si diffonde il biologico e il biodinamico, e l'interesse dei consumatori indica che la svolta al green è la via giusta, irreversibile, come nel caso dell'azienda agricola Bossanova di Nat Colantonio e Andrea Quaglia di Controguerra, un borgo delle Colline Teramane, la denominazione più prestigiosa. Nei loro 9  ettari vitati - ma il vigneto originario e abbandonato era poco più di un ettaro e mezzo - hanno scelto solo vitigni locali e con passione hanno cominciato una nuova vita, azzerando le professioni precedenti. Lavorano con un approccio all’intersezione tra ritualità ancestrali e consapevolezze moderne, evitando con il biodinamico l’impatto con qualsiasi sofisticazione. Così avviene anche per i 2 ettari di uliveto e gli altri 15 tra seminativi, prati e boschi. La cantina produce Cerasuolo d’Abruzzo Doc, Trebbiano d’Abruzzo Doc e due Montepulciano d’Abruzzo, Doc e Docg.

«Abbiamo intrapreso questa strada con orgoglio e motivazione - dice Colantonio- custodiamo questo territorio con entusiasmo tutelando le tradizioni, aggiungendo la nostra visione e la nostra creatività. Vini Bossanova».

The Winest Wine Alla terza generazione è invece l'Azienda agricola Centorame di Casoli d'Atri, nella riserva naturale delle Colline Teramane. È un esempio di congiunzione tra la memoria familiare e il rinnovamento delle tecniche produttive. Dal 2002 è Lamberto Vannucci a convertire le coltivazioni di ortaggi e il  frutteto, a gestire i 20 ettari vitati e a costruire la cantina. Produce Montepulciano, Trebbiano, Pecorino e Passerina.  La linea "Liberamente" con fermentazioni spontanee e zero solfiti è molto apprezzata così come il suo brut metodo classico vocato all'invecchiamento "Anna", dedicato alla madre. È un Pecorino in purezza,48 mesi di affinamento sui lieviti, e sia il 2016 che il 2013 hanno dimostrato all'assaggio struttura e freschezza. Il titolare segue personalmente ogni fase per una resa ottimale, dalla racconta in cassette alla spremitura e alla fermentazione fino agli affinamenti in legno. Forte l'attenzione all'ambiente con riduzione dei trattamenti grazie alla ventilazione (il mare dista 8 km) e al risparmio energetico con il proprio impianto fotovoltaico. Produce anche una monocultivar di olio della pregiata varietà Tortiglione, presente solo nel Teramano. www.centorame.it.

Uno spettacolare anfiteatro che si affaccia sull'azzurro dell'Adriatico è quello dell'azienda Terraviva che per questo scrive sulle sue etichette "Vini vista mare". L'acquisto dell'area risale al 1970 ma solo nel 2008 viene avviata la produzione e l'imbottigliamento nella propria cantina. La conduzione dei vigneti è biologica con approccio biodinamico. Nessun trattamento chimico o diserbo, raccolta manuale conservando integri i grappoli e nessuna aggiunta di additivi, zuccheri ed enzimi, fermentazioni libere e con lieviti indigeni. Tra le etichette di maggior successo e maggiormente esportate il Mario's 47, Trebbiano in purezza allevato a pergola e un anno in botte grande, l'Ekwo 100% Pecorino per 6 mesi in acciaio e il rosato Giusy da vitigno Montepulciano.

www.tenutaterraviva.it

 Una moderna azienda agricola ha invece sede nell'Abbazia di Propezzano, anteriore all'anno mille. A condurla è dal 2011 Paolo de Strasser che con moglie Cristiana Canzio produce in 60 ettari cereali, ortaggi e olio. Al  vino sono dedicati 20 ettari. Sono stati impiantati anche vitigni internazionali come Chardonnay e Cabernet Sauvignon, non ancora in produzione, ma l’impostazione è volutamente autoctona. Seguendo i metodi produttivi più tradizionali e ispirandosi a quella che è la più antica vocazione vitivinicola locale, nascono etichette di assoluto livello qualitativo, dal Cerasuolo d’Abruzzo al Montepulciano d’Abruzzo, passando per il Trebbiano e per la Passerina, fino ad arrivare al Pecorino. In progetto una struttura per l'ospitalità, ma intanto sono in atto molti progetti per la promozione del sito e del territorio. È uno dei modelli che dimostra come attraverso l'enoturismo si possano valorizzare le bellezze di questa regione che unisce il mare alla montagna, dalla costa adriatica ai rilievi del Gran Sasso e della Majella, e che vanta tre parchi nazionali e dieci riserve.

Il futuro: dare vita alle Strade del vino

E l'impegno del Consorzio va anche in questa direzione. Nonostante in Abruzzo non siano mai state attivate strade del vino, dal 2017 l'ente associativo ha avviato il progetto Percorsi creando dapprima un sito web che mettesse a sistema, attraverso una serie di percorsi, l'accoglienza delle cantine con le principali attrazioni turistiche della Regione e poi con la realizzazione di un’applicazione dedicata. Nel 2021 il progetto ha avuto un ulteriore evoluzione con uno studio sul posizionamento dell’Abruzzo quale meta enoturistica per capire quale fosse il punto di partenza su cui lavorare. Nel 2021 l’app, declinata in "Abruzzo Wine Experience", ha subito un ulteriore restyling con l’introduzione di nuovi contenuti, a partire dalle esperienze da vivere in cantina, una serie di eventi sul territorio, un incoming di tour operator internazionali, avviando collaborazioni con tour operator ed enti locali al fine di creare pacchetti enoturistici dedicati. È stato fatto molto, ma tanto si dovrà ancora fare per acquisire quote di mercato, con cantine organizzate tutto l’anno per fare recettività...

www.abruzzowineexperience.com

Il Consorzio vini d’Abruzzo

Organismo di carattere associativo senza scopo di lucro, il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo è stato istituito nel 2003 con Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (MiPAF) per svolgere funzioni di tutela, valorizzazione e di cura generale degli interessi connessi alle denominazioni da esso tutelate. I soci sono cresciuti nell'ultimo triennio del 20% fino agli attuali 204, rappresentanti di oltre 4.000 produttori di uve doc e igt. Sovrintende all’adempimento della disciplina regolamentare delle denominazioni, alla formulazione di eventuali proposte di aggiornamento della stessa, e coordina il lavoro delle categorie produttive del settore ai fini della valorizzazione delle singole denominazioni.

Il Consorzio tutela i vini a Denominazione di Origine Controllata:

  • Montepulciano d'Abruzzo Doc
  • Trebbiano d’Abruzzo Doc
  • Cerasuolo d'Abruzzo Doc
  • Abruzzo Doc
  • Villamagna Doc

Tutela inoltre anche i seguenti vini a Indicazione Geografica Tipica:

  • Colline Pescaresi Igt
  • Colline Teatine Igt
  • Colline Frentane Igt
  • Colli del Sangro Igt
  • Del Vastese o Histonium Igt
  • Terre di Chieti Igt
  • Terre Aquilane o Terre de L’Aquila Igt

 

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Alberto Lupini


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