A spasso per Torino degustando solo etichette 2020
Una sorta di challenge: vivere una settimana a Torino scegliendo menu da abbinare solamente con vini di due annate fa. Un'esperienza appagante e divertente
Mettete una Torino caratterizzata dal bel tempo che si protrae per tutta la settimana con la sfida di trovare il modo di fare 6 pranzi e 5 cene incontrando carte dei vini diverse ma unite dal fattore comune dell’annata 2020 zigzagando fra le tipologie regionali. E si può partire con un intruso ma fino a un certo punto. Lo Chardonnay non nasce certo in Piemonte ma si è acclimatato molto bene da queste parti.
Rafé di Cascina Gilli
Partiamo con il Rafé di Cascina Gilli. Soavi sfumature dorate su un caldo fondale paglierino illuminano il bicchiere. Il naso divide i propri riconoscimenti tra spunti agrumati di lime e bergamotto con una più leggiadra ispirazione fatta di ginestra , fieno secco, erbe mediterranee, spezie dolci e nocciola. Di beva tonificante si allarga verso una struttura compiuta, calda e una durata encomiabile , animata da tracce di miele e granella di nocciola.
Roero Arneis Serra Lupino di Angelo Negro/Gavi La Chiara
Segue il Roero Arneis Serra Lupino di Angelo Negro. Giallo paglierino. Il profilo olfattivo è preciso con profumi di melone bianco, cedro, bergamotto, fiori d’arancio, gelsomino, erbette e sottili cenni di frutta. Al palato è asciutto, fresco e sapido. Sfuma lasciando fini ricordi di mandorla dolce e agrume. L’ultimo bianco è il Gavi La Chiara. Paglierino chiaro e lucente. Esordio delicato al naso, in cui si susseguono sentori di albicocca, pesca gialla, banana e buccia di limone, con ginestra, mazzolino di montagna e biancospino, per chiudere con sottigliezze minerali. Assaggio garbato, timido, regala in seguito una lunga e appagante tracci fresco sapida, per una beva snella e stuzzicante.
Barbera d’Asti Sette di Nizza Monferrato/Dolcetto d’Alba Patrone
Ora la Barbera d’Asti Sette di Nizza Monferrato. Rubino molto luminoso. Ingresso olfattivo di fiori appassiti e piccoli frutti rossi, come lamponi, ribes, amarene e chicchi di melograno, poi bacche di ginepro e pepe bianco, seguiti da sbuffi salmastri di ardesia. Assaggio lineare, preciso, reso gradevolmente fresco dalla vena acida, a cui fa seguito un tannino ben levigato. Una Barbera amichevole e snella che invita al riassaggio.
Il Dolcetto d’Alba Patrone è rubino con riflessi porpora. Profilo olfattivo fragrante e dinamico. L’esordio è vegetale con inserti balsamici, ma prosegue sui profumi di amarena, ribes nero e mora di gelso. Bocca di energica freschezza con un leggiadro tannino che ne assicura un appagante e preciso bilanciamento.
Neira Braccia Rese/Ta Da di Cascina Iuli/Grignolino del Monferrato Casalese di Tenuta MIgliavacca
Il Neira Braccia Rese da uva Neretta Cuneese è di in granato luminoso. Delicato e fragrante il profumo, caratterizzato da fiori, gelatina di mora e ribes, con un garbato cenno speziato di pepe ad accompagnare ricordi floreali. Il sapore fruttato caratterizza la beva, semplice e gradevole.
IL Ta Da di Cascina Iuli deriva da uve Baratuciat, Grignolino, Pinot Noir e Slarina. Rubino tenue con riflessi granato.. Profilo olfattivo in cui prevalgono sentori di ribes rosso e rosa, a cui si aggiungono erbe, pepe bianco e vaniglia. Al palato è snello, con una acidità rinfrescante, un tannino delicato e un finale di grande sapidità a sostenere la beva accogliente.
Il Grignolino del Monferrato Casalese di Tenuta MIgliavacca è di un rubino luminoso e vivace. Il naso esprime fragranze di piccoli frutti rossi, ribes, lamponi, fragoline, poi fichi neri, insieme a inserti floreali e verdi che ricordano un mazzo di rose rosse, fiori ed erbe di montagna. Di beva schietta e snella, distribuisce garbo e delicatezza, sottolinea una gradevole trama tannica e una calda ma non invadente sensazione pseudo calorica, il tutto in grande equilibrio.
Gattinara Antoniolo/Freisa di Chieri di Balbiano
Il Gattinara Antoniolo di deriva da uve Nebbiolo, Croatina e Vespolina. Granato lucente. Già appagante al naso, dove si rincorrono sensazioni fruttate di lampone, ribes in confettura e sciroppo di amarena. Le sfumature speziate sono esaltate da erbe officinali e refoli mentolati con tocchi di pepe e cannella .La bocca è decisamente giovane ma già in grado di dare soddisfazione, con una beva in perfetto equilibrio. Un vino frizzante per chiudere.
La è di un rosso granato vivo. Un bouquet fragrante e vegetale si arricchisce di spiccate florealità di geranio e peonia, poi di frutta, dolce e polposa, impreziosita da piccole spezie. In bocca si rivela acido e gustosamente sapido con un gradevole finale amarognolo e un’ottima corrispondenza gusto-olfattiva nella sua effervescenza. E concedetemi infine una citazione speciale per i ragazzi del Consorzio, l’unico locale che ho bissato durante la mia appagante esperienza torinese per la loro cucina fatta di tradizione autentica.
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Alberto Lupini