A Roma 18 etichette per rilanciare l'attività dell'Istituto Grandi Marchi
La capitale è stata scelta come sede dell'evento annuale che solitamente si tiene all'estero. Un segnale forte per ribadire che anche il settore del vino è ripartito e ora vuole consolidarsi
Rapporti sempre più stretti con il mondo della ristorazione, valorizzazione delle nuove generazioni imprenditoriali, ripresa delle attività sul fronte internazionale. Questi i tre punti al centro delle strategie e dei percorsi che caratterizzeranno l'immediato futuro dell'Istituto Grandi Marchi che riunisce 18 grandi famiglie del vino e che la prima volta ha scelto Roma anziché una località estera per realizzare l'annuale evento istituzionale. Il luogo scelto è stato Palazzo Rospigliosi che ha anche ospitato nei suoi saloni una masterclass rivolta al trade nazionale con una degustazione condotta da Daniele Cernilli.
Diciotto etichette per ripartire
Diciotto prestigiose etichette, simbolo di una produzione enologica nazionale d'eccellenza, sono state degustate e raccontate da un rappresentante dell'azienda produttrice. Ripartono così con un evento in grande stile le attività live del gruppo. Il suo presidente Pietro Mastroberardino e le famiglie associate (Alois Lageder, Antinori, Argiolas, Ca del Bosco, Carpenè Malvolti, Chiarlo, Col d’Orcia, Donnafugata, Folonari, Jermann, Lungarotti, Masi, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca d’Almerita, Tenuta San Guido e Umani Ronchi) hanno così dato il via ad una piena ripartenza delle attività dopo un lungo periodo di stasi causata dalla pandemia che ha messo a dura prova i protagonisti del vino, anche se in diversa misura.
«Le aziende - ha detto Mastroberardino - hanno saputo reagire e le attività dell’Istituto non si sono mai interrotte, con un forte impegno di pensiero e progettazione. Ma in un momento strategicamente determinante come quello che stiamo vivendo è importante confrontarsi e definire i percorsi da seguire e il nostro istituto mostra di avere tutte le capacità per affrontare al meglio le numerose avventure che ci aspettano. C’era da parte di tutti una gran voglia di rivedersi e confrontarsi dal vivo e quella di Roma è certamente l’occasione giusta per ribadire anche la nostra attenzione per il mercato interno e, in particolare, per il mondo della ristorazione, trait d’union vincente tra noi viticoltori e i consumatori, che ha pagato un altissimo prezzo alla pandemia. Un rapporto che in questi mesi abbiamo tenuto più vivo che mai anche grazie al format “Il Gusto nella Sfida” che, seppure a distanza, ha mantenuto la liaison tra Istituto Grandi Marchi e i nostri amici chef».
Il 18 novembre il clou dell'iniziativa
Si tratta di un divertente challenge tra i diciotto vignaioli del gruppo e altrettanti interpreti della grande cucina, passato sui canali social che ha riscosso un successo addirittura superiore alle aspettative, con circa 3 milioni di contatti e una grande partecipazione da parte degli utenti. Il clou sarà giovedì 18 novembre quando, in contemporanea, ognuno dei diciotto chef coinvolti nel challenge ospiterà la cantina gemellata per una serata all’insegna dell’enogastronomia di primissimo piano. Mastroberardino ha anche parlato di una nuova apertura all'imprenditoria giovanile con la creazione del “Gruppo Giovani di Igm”, una vera e propria investitura che le aziende associate hanno fatto, e continueranno a fare, nei confronti delle nuove generazioni, i cui rappresentanti sono in parte già in fase di inserimento nelle attività aziendali, in parte in fase di perfezionamento del percorso formativo.
I giovani rivitalizzano l'attività
Una sorta di Young Team che, con Federica Boffa Pio alla presidenza, ha già iniziato a porre le basi per il futuro del gruppo. La riunione capitolina è stato anche occasione di confronto e di racconto su alcuni dei progetti che il gruppo sta affrontando nel presente e che caratterizzeranno i prossimi mesi come la ripresa delle attività all’estero con appuntamenti già in calendario su mercati fondamentali quali UK, Stati Uniti e Canada.
La giornata Igm si è chiusa con la seconda edizione del Premio Annuale IGM: quest’anno il riconoscimento è andato al giornalista tedesco Jens Priewe "per il contributo fornito alla valorizzazione e divulgazione del vino italiano nel mondo". Ringraziando per il riconoscimento, Priewe ha detto che non sono importanti punteggi, voti o grappoli per definire un vino. «L’importante - ha sottolineato - è capire quello che vuole trasmettere il produttore, questa è la mia idea di giornalismo vitivinicolo. Non voglio solo assaggiare i vini ma anche capirli».
Pronta la risposta di Mastroberardino: «Il nostro mondo - ha detto - va tutto dietro la bottiglia e quel dietro deve venire sul palcoscenico. Dietro un vino c’è la capacità e la volontà di creare di un produttore che va interpretata e trasmessa, per questo il nostro premio va a chi ha fatto uno sforzo in più nella trasmissione di un messaggio».
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Alberto Lupini