Vaccini contro la variante Delta: più efficaci dopo la seconda dose

L'incidenza dei casi da variante Delta (circa il 22,7% dei nuovi contagi in Italia) pone qualche interrogativo sull'efficacia dei vaccini: basteranno? Sì, ma serve completare il ciclo vaccinale

13 luglio 2021 | 12:53

La variante Delta è il nuovo “spavento” della pandemia. Individuata per la prima volta in India a ottobre 2020, a oggi la sua prevalenza in Italia è stata stimata al 22,7% del totale dei contagi registrati in 16 Regioni e Province autonome. A preoccupare è la velocità di contagio della mutazione (fenomeno del tutto naturale e previsto in un contesto epidemiologico come quello attuale). Secondo l’Ecdc (l’organo di controllo e prevenzione sanitaria europeo), la variante arriverà a interessare il 70% dei contagi a inizio agosto a livello europeo. Ma quali sono le caratteristiche di questo virus? E, soprattutto, i vaccini fin qui utilizzati saranno efficaci?

 

La risposta dell'Humanitas: serve completare il ciclo vaccinale con la seconda dose

A rispondere è l'Humanitas nella sua newsletter dedicata ai temi della salute. La variante Delta ha una maggior trasmissibilità e si diffonde più rapidamente da una persona all’altra rispetto alla variante Alpha (la cosiddetta “variante Inglese”): parliamo di una trasmissibilità superiore del 40-60% a cui, peraltro, si lega anche un maggior rischio di ospedalizzazione. Il tutto all’interno di un contesto sociale in cui l’allentamento delle restrizioni ha aumentato le occasioni di mobilità e contatto delle persone. Mentre restano da convincere anche gli ultimi irriducibili del vaccino (soprattutto fra gli over 60 riluttanti all’inoculazione) dal momento che solo con la doppia dose si è sicuri di essere protetti efficacemente dall’infezione. Ovviamente, a questo si devono aggiungere l’utilizzo della mascherina nei luoghi chiusi e all’aperto dove sia necessario o ci sia affollamento, il lavaggio periodico delle mani, il mantenimento della distanza e un buon ricambio d’aria nei luoghi al chiuso.

 

 

Roberto Speranza: «Siamo ancora dentro alla pandemia, guai ad abbassare la guardia»

Il chiarimento dell'Humanitas arriva giusto nel giorno in cui il ministro alla Salute, Roberto Speranza ha rinnovato la necessità di manetenere alta l'attenzione: «Siamo ancora dentro alla pandemia, guai ad abbassare la guardia. In Italia e in Europa ci sono elementi significativi di ripresa dei contagi per la variante Delta», ha affermato nel suo intervento al Women20 Summit tenutosi a Roma. «Il vaccino non deve essere considerato il privilegio di pochi, ma un diritto di tutti. Il virus o lo si batte tutti insieme o continueremo ad avere nuove varianti», ha aggiunto il ministro, ricordando come la campagna proceda al ritmo di oltre 500mila dosi al giorno. «Oggi abbiamo superato i 58 milioni di dosi» di vaccino anti-Covid, ma «siamo ancora dentro l'epidemia».

 

Franco Locatelli: «Vaccini per i giovani sicuri, ma è importante completare il ciclo vaccinale»

A ribadire l'importanza della vaccinazione, soprattutto per i giovani, è stato anche Franco Locatelli, coordinatore del Cts e presidente del Consiglio superiore di sanità: «Della vaccinazione tra 12 e 18 anni ne penso tutto il bene possibile: i profili di sicurezza del vaccino sono estremamente rassicuranti. La vaccinazione in questa fascia di età consente di garantire con sicurezza la continuità scolastica in presenza. La variante Delta è molto più contagiosa di quella originaria e risponde meno ai vaccini. Questo spiega il perché è importante completare il prima possibile il ciclo vaccinale con le due dosi a più persone possibile».


 

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Alberto Lupini


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