“Troppi” trigliceridi fanno male al cuore Sì agli Omega 3 per abbassarne i valori

Il livello di trigliceridi nel sangue denota la salute metabolica e cardiovascolare: un valore troppo elevato è da evitare per mantenere, infatti, cuore, cervello e vasi sanguigni in buona salute

06 novembre 2017 | 18:51
A parlare in maniera chiara dell'argomento è Giulio Stefanini, ricercatore universitario in Cardiologia di Humanitas University: il suo parere è di seguito riportato, tratto integralmente da Humanitas salute.

(Troppi trigliceridi fanno male al cuore Sì agli Omega 3 per abbassarne i valori)


«Per la prevenzione cardiovascolare spesso si considera principalmente l’ipercolesterolemia, ma anche l’ipertrigliceridemia è un fattore di rischio per la salute del sistema cardiocerebrovascolare come il fumo di sigaretta, l’ipertensione o il diabete», ricorda Giulio Stefanini.

I trigliceridi sono il tipo più comune di grasso presente nell’organismo, una riserva di energia che deriva dall’alimentazione e che fornisce energia per le funzioni cellulari. Sono uno dei tre tipi di lipidi presenti nel sangue assieme al colesterolo “cattivo” Ldl e a quello “buono” Hdl.

Le conseguenze dell’ipertrigliceridemia
Quello che bisogna evitare è presentare alti valori di trigliceridi e alti valori di Ldl o bassi di Hdl: «Si è sempre all’interno della famiglia delle dislipidemie. Anche i trigliceridi in eccesso, come il colesterolo in eccesso, aumentano le probabilità di aterosclerosi, ovvero di formazione di placche lungo le pareti delle arterie che ne restringono il lume e ostacolano il passaggio del sangue. L’arteriopatia coronarica e periferica con conseguenti angina, trombosi, ictus e infarto sono tutte patologie correlabili con l’ipertrigliceridemia».

Il valore-soglia dei trigliceridi è «meno di 150 mg/dL. Se si supera - sottolinea lo specialista - è necessario intervenire con le variazioni dello stile di vita e/o con l’assunzione di farmaci. Al pari di altri fattori di rischio cardiovascolare, come il fumo o l’ipertensione, anche l’ipertrigliceridemia è modificabile».

Che tipo di dieta seguire
La dieta è uno degli aspetti cui bisogna guardare per fare prevenzione e per abbassare i trigliceridi: «L’eccessivo consumo di carboidrati, il sovrappeso e l’obesità, una dieta molto ricca di grassi saturi e trans sono tutti fattori di rischio dell’ipertrigliceridemia. Se i valori dei trigliceridi sono alti è bene, ad esempio, mangiare più cereali integrali, limitare l’apporto di grassi di origine animale, preferire il consumo di carni bianche e magre, consumare più verdura e soprattutto pesce come salmone, tonno, sgombro. Queste specie sono ricche di grassi polinsaturi del tipo omega 3 che riducono il livello dei trigliceridi».

Anche l’attività fisica può aiutare?
Evitare la sedentarietà e praticare regolarmente attività fisica è correlato in maniera indiretta a un miglior profilo lipidico. Chi fa attività fisica tendenzialmente segue una dieta più salutare, non è dipendente dal fumo di sigaretta e controlla meglio il proprio peso corporeo evitando il sovrappeso.

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Alberto Lupini


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