Sport, frutta secca, pesci grassi e niente fumo. Ecco come vincere il colesterolo cattivo
Ricorrere subito ai farmaci per ridurre il colesterolo cattivo nel sangue non è la soluzione: meglio ad esempio fare attenzione alla propria alimentazione, all'apporto di determinati tipi di grassi e fibre
17 dicembre 2020 | 06:30
Colesterolo alto? Via con i farmaci. Questa può essere la conseguenza immediata dopo aver preso visione di analisi del sangue che riportino valori di colesterolo cattivo sopra la media. Tuttavia, è bene, prima di procedere all'assunzione di farmaci, provare ad intervenire sulla propria alimentazione e sul proprio stile di vita, come consiglia la farmacista e nutrizionista Eleonora Irlandini.
Colesterolo buono e colesterolo cattivo
Il colesterolo può essere buono o cattivo. Con "cattivo" s'intende le LDL, «lipoproteine in grado di legare il colesterolo e trasportarlo nel sangue, con destinazione finale le arterie». Questo "viaggio" può portare alla formazione di «placche arteriosclerotiche, che aumentano a loro volta il rischio di problematiche a livello cardiaco». La pericolosità di queste lipoproteine cresce quando esse vengono ossidate. «Si tratta di un processo chimico provocato dai radicali liberi, molecole reattive che possono creare seri danni al nostro organismo».
Il colesterolo buono sta nelle HDL. «Anche queste lipoproteine che legano il colesterolo», ma che in questo caso lo portano in un viaggio, per così dire, inverso: dal sangue e dai vasi sanguigni al fegato, «l'organo responsabile sia della produzione del colesterolo, sia del suo metabolismo: modificato a seconda delle funzioni di cui il nostro organismo necessita, eliminato se ce è presente in quantità sufficienti nel nostro corpo».
Cosa fare quando il livello di LDL è troppo alto
Quando si rileva in un paziente un livello troppo alto di LDL, «la prima cosa che il medico fa è prescrivere le Statine, farmaci utilizzati per l'abbassamento del colesterolo. Secondo me è una scelta affrettata, anche perché questi farmaci non hanno pochi effetti collaterali sul nostro organismo. È invece più importante agire sulla causa che ha provocato l'aumento di colesterolo cattivo, quindi un'alimentazione e uno stile di vita scorretti».
Come riportare il colesterolo a livelli "nella norma": grassi monoinsaturi e polinsaturi
«Perché i livelli di colesterolo cattivo alti si abbassino è importante concentrarsi sull'assunzione di grassi monoinsaturi e polinsaturi». Attenzione, non grassi in generale. Diete generalmente a basso contenuto di grassi non portano grandi benefici al nostro corpo, perché abbassano i livelli sia del colesterolo buono che di quello cattivo. «La cosa più corretta da fare è seguire diete che apportino all'organismo "grassi buoni"».
I primi sono i grassi monoinsaturi. Quelli contenuti in alimenti come l'olio d'oliva, il cocco, la frutta secca (come mandorle, nocciole, anacardi e i loro burri!). «Questi alimenti sono in grado da una parte di abbassare il livello delle LDL, dall'altra di aumentare i livelli di colesterolo buono. Inoltre riducono anche l'azione dei radicali liberi sul colesterolo cattivo, impendendone quindi l'ossidazione, un enorme protezione del nostro sistema cardiovascolare».
Poi i grassi polinsaturi, «quindi omega 3, un toccasana per il nostro organismo. Lo troveremo in pesci grassi come il salmone, lo sgombro, il tonno. Buone fonti di omega 3 che non possono mancare nella nostra alimentazione».
I grassi da evitare, invece, sono ad esempio quelli idrogenati - vale a dire modificati attraverso un processo chimico, l'idrogenazione. «Questi grassi sono prediletti da molte aziende produttrici, perché sono stabili, solidi a temperatura ambiente e mantengono una certa stabilità anche all'interno di prodotti come gli oli vegetali. Sono enormemente utilizzati nella produzione dei biscotti». Per far comprendere la pericolosità di questi, «recenti studi hanno dimostrato come l'assunzione quotidiana di grassi idrogenati sia responsabile dell'8% delle morti per problematiche cardiache legate a livelli elevati di colesterolo». I grassi idrogenati, infatti: riducono i livelli di colesterolo buono, portando ad un aumento consistente di LDL, mettono a rischio la salute del nostro organismo.
Per evitare questa tipologia d'ingrediente, «guardiamo bene le etichette. Le aziende sono obbligate a segnalarne la presenza sul prodotto in vendita. Prodotti con grassi idrogenati in generale è bene evitarli».
Un aiuto da frutta e sport
«È altrettanto importante assumere fibre solubili. Le troviamo soprattutto in alimenti come cereali integrali, frutta, lenticchie o fagioli. Queste sono la principale fonte nutritiva dei probiotici, batteri buoni che abitano il nostro intestino e lo mantegono in salute. I probiotici si nutrono di queste fibre». Una buona salute intestinale, infatti, permette al nostro organismo di gestire meglio il colesterolo: le fibre, quindi, «portano ad un innalzamento del colerestolo buono e un abbassamento di quello cattivo».
Gli ultimi studi dimostrano che «l'assunzione di 3 grammi di fibre solubili al giorno per circa 3 mesi porti ad una riduzione del 20% della dose di colesterolo cattivo presente nell'organismo». Qualora si volesse ricorrere ad integratori alimentari per favorire l'apporto di queste fibre, si può acquistare lo psillio.
Ma non dimentichiamo che, accanto all'alimentazione, fondamentale è lo stile di vita. Innanzitutto fare attività sportiva: «È essenziale per garantire la salute del nostro organismo. Più l'attività sportiva è duratura ed intensa, maggiore sarà il suo beneficio sulla gestione dei livelli di colesterolo». Inoltre muoversi è un modo semplice ed efficace per proteggere il sistema cardiovascolare.
Le sigarette
«Non c'è nessun beneficio nel fumo di sigaretta». Per quanto riguarda il colesterolo, il problema non sta tanto nella nicotina, quanto nel tabacco, che «porta ad un innalzamento delle LDL, è in grado di abbassare il livello delle HDL e di ridurre il trasporto inverso del colesterolo, quello dal sangue al fegato, che ci permetterebbe di metabolizzare e - in caso di eccesso - eliminare il colesterolo».
Distinguiamo tra colesterolo buono e colesterolo cattivo
«Il colesterolo alto - dice - è un problema molto presente nella società moderna, dovuto principalmente a stili di vita scorretti e ad un'alimentazione altrettanto sbagliata». Ma che cos'è il colesterolo? Si tratta di una molecola fondamentale, in realtà, per il nostro organismo, con importanti funzioni regolatrici. Una molecola i cui livelli però «vanno tenuti sotto controllo. Se infatti questi diventano troppo elevati, aumenta parallelamente il rischio di patologie del nostro sistema cardiovascolare».Colesterolo buono e colesterolo cattivo
Il colesterolo può essere buono o cattivo. Con "cattivo" s'intende le LDL, «lipoproteine in grado di legare il colesterolo e trasportarlo nel sangue, con destinazione finale le arterie». Questo "viaggio" può portare alla formazione di «placche arteriosclerotiche, che aumentano a loro volta il rischio di problematiche a livello cardiaco». La pericolosità di queste lipoproteine cresce quando esse vengono ossidate. «Si tratta di un processo chimico provocato dai radicali liberi, molecole reattive che possono creare seri danni al nostro organismo».
Un livello eccessivo di LDL può provocare placche arteriosclerotiche
Il colesterolo buono sta nelle HDL. «Anche queste lipoproteine che legano il colesterolo», ma che in questo caso lo portano in un viaggio, per così dire, inverso: dal sangue e dai vasi sanguigni al fegato, «l'organo responsabile sia della produzione del colesterolo, sia del suo metabolismo: modificato a seconda delle funzioni di cui il nostro organismo necessita, eliminato se ce è presente in quantità sufficienti nel nostro corpo».
Cosa fare quando il livello di LDL è troppo alto
Quando si rileva in un paziente un livello troppo alto di LDL, «la prima cosa che il medico fa è prescrivere le Statine, farmaci utilizzati per l'abbassamento del colesterolo. Secondo me è una scelta affrettata, anche perché questi farmaci non hanno pochi effetti collaterali sul nostro organismo. È invece più importante agire sulla causa che ha provocato l'aumento di colesterolo cattivo, quindi un'alimentazione e uno stile di vita scorretti».
Come riportare il colesterolo a livelli "nella norma": grassi monoinsaturi e polinsaturi
«Perché i livelli di colesterolo cattivo alti si abbassino è importante concentrarsi sull'assunzione di grassi monoinsaturi e polinsaturi». Attenzione, non grassi in generale. Diete generalmente a basso contenuto di grassi non portano grandi benefici al nostro corpo, perché abbassano i livelli sia del colesterolo buono che di quello cattivo. «La cosa più corretta da fare è seguire diete che apportino all'organismo "grassi buoni"».
Grassi monoinsaturi e polinsaturi sono l'aiuto per abbassare i livelli di colesterolo cattivo
I primi sono i grassi monoinsaturi. Quelli contenuti in alimenti come l'olio d'oliva, il cocco, la frutta secca (come mandorle, nocciole, anacardi e i loro burri!). «Questi alimenti sono in grado da una parte di abbassare il livello delle LDL, dall'altra di aumentare i livelli di colesterolo buono. Inoltre riducono anche l'azione dei radicali liberi sul colesterolo cattivo, impendendone quindi l'ossidazione, un enorme protezione del nostro sistema cardiovascolare».
Poi i grassi polinsaturi, «quindi omega 3, un toccasana per il nostro organismo. Lo troveremo in pesci grassi come il salmone, lo sgombro, il tonno. Buone fonti di omega 3 che non possono mancare nella nostra alimentazione».
I grassi da evitare, invece, sono ad esempio quelli idrogenati - vale a dire modificati attraverso un processo chimico, l'idrogenazione. «Questi grassi sono prediletti da molte aziende produttrici, perché sono stabili, solidi a temperatura ambiente e mantengono una certa stabilità anche all'interno di prodotti come gli oli vegetali. Sono enormemente utilizzati nella produzione dei biscotti». Per far comprendere la pericolosità di questi, «recenti studi hanno dimostrato come l'assunzione quotidiana di grassi idrogenati sia responsabile dell'8% delle morti per problematiche cardiache legate a livelli elevati di colesterolo». I grassi idrogenati, infatti: riducono i livelli di colesterolo buono, portando ad un aumento consistente di LDL, mettono a rischio la salute del nostro organismo.
Per evitare questa tipologia d'ingrediente, «guardiamo bene le etichette. Le aziende sono obbligate a segnalarne la presenza sul prodotto in vendita. Prodotti con grassi idrogenati in generale è bene evitarli».
Un aiuto da frutta e sport
«È altrettanto importante assumere fibre solubili. Le troviamo soprattutto in alimenti come cereali integrali, frutta, lenticchie o fagioli. Queste sono la principale fonte nutritiva dei probiotici, batteri buoni che abitano il nostro intestino e lo mantegono in salute. I probiotici si nutrono di queste fibre». Una buona salute intestinale, infatti, permette al nostro organismo di gestire meglio il colesterolo: le fibre, quindi, «portano ad un innalzamento del colerestolo buono e un abbassamento di quello cattivo».
Gli ultimi studi dimostrano che «l'assunzione di 3 grammi di fibre solubili al giorno per circa 3 mesi porti ad una riduzione del 20% della dose di colesterolo cattivo presente nell'organismo». Qualora si volesse ricorrere ad integratori alimentari per favorire l'apporto di queste fibre, si può acquistare lo psillio.
Ma non dimentichiamo che, accanto all'alimentazione, fondamentale è lo stile di vita. Innanzitutto fare attività sportiva: «È essenziale per garantire la salute del nostro organismo. Più l'attività sportiva è duratura ed intensa, maggiore sarà il suo beneficio sulla gestione dei livelli di colesterolo». Inoltre muoversi è un modo semplice ed efficace per proteggere il sistema cardiovascolare.
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Alberto Lupini
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