Mal di testa e vertigini Non sempre servono i farmaci
Spesso questi due disturbi coesistono: è il caso dell’emicrania vestibolare, una forma di emicrania per cui è necessaria la diagnosi di uno specialista. Una corretta alimentazione può aiutare a sconfiggerla
30 agosto 2019 | 11:39
Di questo argomento si è occupato Vincenzo Tullo, neurologo e Responsabile dell’ambulatorio sulle cefalee di Humanitas in un articolo apparso su Humanitasalute, che vi riproponiamo di seguito.
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Le vertigini si caratterizzano per la sensazione che il corpo si stia spostando rispetto all’ambiente o viceversa; nella maggior parte dei pazienti con emicrania vestibolare le vertigini si avvertono a prescindere dal mal di testa. Come precisa il dottor Tullo, anche altre forme di mal di testa possono essere legate alle vertigini, come “la cefalea di tipo tensivo, soprattutto se associata a contrattura muscolare cerviconucale, e la cefalea cronica, in particolare in presenza di disturbi del sonno e abuso di farmaci.
L’associazione cefalea e vertigini può esservi anche in caso di patologie vascolari cerebrali (come dissecazione dell’arteria vertebrale, ischemia o emorragia in fossa cranica posteriore), ipertensione endocranica, neoplasie, infezioni cerebrali o sistemiche, traumi cranio-cervicali, malformazione di Arnold Chiari o disturbi dell’omeostasi”.
La diagnosi di emicrania vestibolare si avvale di alcuni criteri definiti dall’International Headache Society. Devono aversi almeno cinque crisi caratterizzate dai cosiddetti sintomi vestibolari, di intensità moderata o severa, di durata variabile da cinque minuti a settantadue ore.
Sono sintomi vestibolari la vertigine interna, quando il paziente avverte un movimento del corpo rispetto all’ambiente; la vertigine esterna, quando invece sembra che sia l’ambiente a muoversi rispetto a se stessi; la vertigine posizionale, dovuta a un cambio di posizione della testa; la vertigine scatenata da stimoli visivi o da movimenti del capo. Possono essere presenti anche capogiri dovuti a movimenti della testa, con la presenza di nausea.
In almeno la metà di questi episodi poi, deve esservi almeno una delle caratteristiche dell’emicrania: dolore pulsante, dolore unilaterale, mal di testa che peggiora con il movimento (come camminare), fotofobia, fonofobia o aura visiva (presenza nel campo visivo di luci scintillanti e linee zigzag).
Occorrerà poi escludere altri disordini vestibolari e tenere conto dell’associazione con l’emicrania, con o senza aura, della quale il paziente potrebbe anche aver sofferto in passato. «Dopo la diagnosi, lo specialista stabilirà il tipo di terapia più opportuno. Per trattare l’emicrania vestibolare possono essere indicati farmaci quali la betaistina, la levosulpiride, la diidroergotamina, la cinnarizina, il dimenindrinato e i cortisonici. Fondamentale poi il ruolo dello stile di vita: un corretto approccio dietetico-nutrizionale e la regolarità del sonno possono contribuire a ridurre la frequenza e l’intensità delle crisi. È bene dunque seguire una sana alimentazione che comprenda cereali, frutta, ortaggi, legumi e pesce e un’adeguata idratazione», ha concluso il dottor Tullo.
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Mal di testa e vertigini sono spesso sintomi correlati
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Le vertigini si caratterizzano per la sensazione che il corpo si stia spostando rispetto all’ambiente o viceversa; nella maggior parte dei pazienti con emicrania vestibolare le vertigini si avvertono a prescindere dal mal di testa. Come precisa il dottor Tullo, anche altre forme di mal di testa possono essere legate alle vertigini, come “la cefalea di tipo tensivo, soprattutto se associata a contrattura muscolare cerviconucale, e la cefalea cronica, in particolare in presenza di disturbi del sonno e abuso di farmaci.
L’associazione cefalea e vertigini può esservi anche in caso di patologie vascolari cerebrali (come dissecazione dell’arteria vertebrale, ischemia o emorragia in fossa cranica posteriore), ipertensione endocranica, neoplasie, infezioni cerebrali o sistemiche, traumi cranio-cervicali, malformazione di Arnold Chiari o disturbi dell’omeostasi”.
La diagnosi di emicrania vestibolare si avvale di alcuni criteri definiti dall’International Headache Society. Devono aversi almeno cinque crisi caratterizzate dai cosiddetti sintomi vestibolari, di intensità moderata o severa, di durata variabile da cinque minuti a settantadue ore.
Sono sintomi vestibolari la vertigine interna, quando il paziente avverte un movimento del corpo rispetto all’ambiente; la vertigine esterna, quando invece sembra che sia l’ambiente a muoversi rispetto a se stessi; la vertigine posizionale, dovuta a un cambio di posizione della testa; la vertigine scatenata da stimoli visivi o da movimenti del capo. Possono essere presenti anche capogiri dovuti a movimenti della testa, con la presenza di nausea.
In almeno la metà di questi episodi poi, deve esservi almeno una delle caratteristiche dell’emicrania: dolore pulsante, dolore unilaterale, mal di testa che peggiora con il movimento (come camminare), fotofobia, fonofobia o aura visiva (presenza nel campo visivo di luci scintillanti e linee zigzag).
Occorrerà poi escludere altri disordini vestibolari e tenere conto dell’associazione con l’emicrania, con o senza aura, della quale il paziente potrebbe anche aver sofferto in passato. «Dopo la diagnosi, lo specialista stabilirà il tipo di terapia più opportuno. Per trattare l’emicrania vestibolare possono essere indicati farmaci quali la betaistina, la levosulpiride, la diidroergotamina, la cinnarizina, il dimenindrinato e i cortisonici. Fondamentale poi il ruolo dello stile di vita: un corretto approccio dietetico-nutrizionale e la regolarità del sonno possono contribuire a ridurre la frequenza e l’intensità delle crisi. È bene dunque seguire una sana alimentazione che comprenda cereali, frutta, ortaggi, legumi e pesce e un’adeguata idratazione», ha concluso il dottor Tullo.
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