Mal di testa cronico: come riconoscerlo e curarlo

Un dolore che resta, anche per più di due settimane. Potrebbe trattarsi di mal di testa cronico, ecco como riconoscerlo e come fare per curarlo. Innazitutto è bene fare il punto sul proprio stile di vita

22 gennaio 2023 | 07:30

Il mal di testa è una condizione che abbiamo sperimentato tutti, almeno una volta nella vita, e intende qualsiasi dolore alla testa, di varia intensità e origine. In alcuni casi, però, sembra non passare, o dura per parecchio tempo e potrebbe trattarsi di mal di testa cronico. Ma in cosa consiste questo mal di testa?

Mal di testa: quando è cronico?

«Il mal di testa può essere sia un sintomo, sia una malattia - spiega il dottor Vincenzo Tullo, neurologo in Humanitas e responsabile del Centro Cefalee in Humanitas Lab - . La forma più diffusa di mal di testa è la cosiddetta cefalea muscolo tensiva, che si caratterizza da dolore gravativo-costrittivo persistente, e di intensità che può variare da lieve a moderata, e può manifestarsi in modo episodico o cronico. Una cefalea è cronica quando il tempo in cui è presente il dolore è maggiore del tempo libero dal dolore, ovvero quando presenta sintomi per almeno 15 giorni al mese per tre mesi successivi. Tra le cefalee di tipo tensivo cronica, menzioniamo la cefalea cronica quotidiana» conclude il neurologo.

La cefalea cronica quotidiana

La cefalea cronica quotidiana o primaria è una condizione che persiste per 15 giorni o più al mese e per almeno 3 mesi. È importante diagnosticarla, in modo da escludere una forma di cefalea quotidiana secondaria a una patologia sottostante: per questo, qualora ci sia il dubbio, è importante raccogliere i dati anamnestici e di esami specifici, come eventuali studi di imaging come la tomografia computerizzata (TC) o la risonanza magnetica (MRI), esami di laboratorio, polisonnografia.

Quali sono le cause del mal di testa cronico?

La cronicizzazione del mal di testa avviene di solito in modo graduale nell’arco di alcuni anni, ed è particolarmente frequente nelle donne.  

Può dipendere da fattori, come:
- abuso di farmaci sintomatici, ovvero quelli utilizzati per placare i sintomi del mal di testa. L’abuso sconvolge la cefalea stessa e ostacola la buona riuscita delle terapie profilattiche. Il problema riguarda la frequenza con cui si assume il farmaco in un determinato periodo di tempo, specie perché di solito la terapia dura per più di tre giorni la settimana;
- stress psicofisico;
- abuso di caffeina;
- ipertensione arteriosa non adeguatamente controllata dalla terapia;
- disturbi del sonno e apnee notturne;
- ansia e depressione;
obesità;
- dolori cronici, come rachialgia e fibromialgia, specie se a causa di posture errate;
- patologie come ipotiroidismo, asma o allergie.

 

 

Cosa succede se una cefalea cronica non viene curata adeguatamente?

Il trattamento della cefalea cronica non è tra i più semplici, e comporta per ogni paziente un percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale soggettivo (PDTA).

Per questo motivo è fondamentale rivolgersi ai Centri Cefalee presenti in diverse regioni d’Italia.

Se non è curata in modo adeguato, infatti, la cefalea cronica peggiora, arrivando a rovinare la qualità di vita del paziente.
Quali sono gli esami per il mal di testa?

Gli esami più comuni per indagare il mal di testa sono:

  -  TAC al cranio. Riproduce scansioni del cervello, creando una “mappa” delle strutture cerebrali.
  -  Risonanza Magnetica Nucleare (RMN). Permette di studiare cefalee con andamenti atipici, deficit neurologici, demenze, tumori, e di valutare la presenza di altre patologie.
  -  Polisonnografia. L’esame è adatto ai pazienti che presentano disturbi del sonno, cefalee notturne o del risveglio.
  -  Eco Color Doppler dei tronchi sovraortici. Permette di valutare lo stato della circolazione arteriosa diretta verso il cervello.

Come si cura il mal di testa cronico?

La prima cosa da fare, in ogni caso, è rivolgersi al proprio specialista di fiducia. A seconda dei casi, potrà proporre di rimuovere i fattori scatenanti che riguardano lo stile di vita – dall’alimentazione, all’irregolarità del sonno ecc. – o proporre una terapia farmacologica. «Nella prevenzione dell’emicrania - spiega il dottor Tullo - sono molto efficaci gli anticorpi monoclonali, una nuova categoria di farmaci in grado di bloccare una piccola proteina presente in eccesso nel cervello degli emicranici e che innesca il mal di testa con la dilatazione dei vasi sanguigni. È sufficiente una puntura al mese per ridurre del 70-80% i giorni di mal di testa al mese. La prescrizione di questi farmaci può essere effettuata solo da neurologi specialisti nelle cefalee».

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Alberto Lupini


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