L’importanza di controllare la pelle Un nuovo strumento aiuta la visita
Si chiama videodermatoscopio ed è uno strumento digitale che ha l’obiettivo di monitorare la pelle individuando arrossamenti, nei, o altri segnali che possano essere la spia di altre patologie, anche gravi
24 maggio 2020 | 15:31
Lesioni, nei o altri punti critici in cui la nostra cute si arrossa o gonfia sono segnali attraverso cui la nostra pelle comunica noi. Spesso per darci informazioni fondamentali a prevenire patologie di diverso tipo, anche i tumori. Ecco perché molto importante tenere sempre sotto osservazione l’intera superficie della propria cute. Non si tratta di un’operazione facile: in termini di prevenzione, oggi la tecnologia, può fare molto. Come? Attraverso uno strumento digitale chiamato videodermatoscopio è possibile monitorare la pelle in modo semplice, rapido e sicuro e prevenire la loro degenerazione in melanoma, il tumore maligno più aggressivo della pelle.
Ne parla Rosa Maria Strangi, dermatologa e venerologa in Humanitas Medical Care Busto Arsizio, Lainate e Arese e presso Humanitas Mater Domini di Castellanza, in provincia di Varese in un articolo pubblicato su Humanitasalute che qui riportiamo integralmente.
La diagnosi dermatologica può avvenire attraverso due tecniche che sfruttano la tecnologia: la dermatoscopia e la videodermatoscopia.
La dermatoscopia (o epiluminescenza) è una tecnica non invasiva molto importante per la diagnosi precoce dei tumori cutanei, perché permette di valutare la disposizione del pigmento all’interno dell’epidermide e del derma. Per effettuarla serve un dermatoscopio, ossia una lente che ingrandisce fino a cento volte la lesione cutanea. Questa viene illuminata da una luce polarizzata, che permette l’osservazione delle caratteristiche morfologiche e strutturali della stessa, altrimenti non apprezzabili a occhio nudo. Oltre ai nei e alle forme pre-tumorali e tumorali, con il dermatoscopio vengono viste anche le lesioni non tumorali assolutamente benigne. Questa tecnica consente, quindi, di identificare i nei a rischio, in modo che possano essere asportati prima che si trasformino in melanomi.
La videodermatoscopia è invece l’evoluzione della dermatoscopia. Attraverso un sistema wireless, essa ci permette di trasferire i fotogrammi e le immagini digitali ad altissima risoluzione, acquisiti con il videodermatoscopio, sia in macro facendo una panoramica delle varie aree del corpo, sia di una zona ristretta dove si hanno, per esempio, cinque-sei nei, che vengono marcati con delle frecce. Tutto quello che viene fotografato è quindi archiviato in modo che, a ogni controllo, si possano confrontare le nuove immagini con quelle di riferimento. La videodermatoscopia può essere utilizzata anche nella tricoscopia, cioè nell’analisi del capello, per diagnosticare delle particolari patologie del cuoio capelluto oppure delle forme di alopecia areata o delle carenze particolari.
Nei, ma non solo, possono essere spie di altre patologie
Ne parla Rosa Maria Strangi, dermatologa e venerologa in Humanitas Medical Care Busto Arsizio, Lainate e Arese e presso Humanitas Mater Domini di Castellanza, in provincia di Varese in un articolo pubblicato su Humanitasalute che qui riportiamo integralmente.
La diagnosi dermatologica può avvenire attraverso due tecniche che sfruttano la tecnologia: la dermatoscopia e la videodermatoscopia.
La dermatoscopia (o epiluminescenza) è una tecnica non invasiva molto importante per la diagnosi precoce dei tumori cutanei, perché permette di valutare la disposizione del pigmento all’interno dell’epidermide e del derma. Per effettuarla serve un dermatoscopio, ossia una lente che ingrandisce fino a cento volte la lesione cutanea. Questa viene illuminata da una luce polarizzata, che permette l’osservazione delle caratteristiche morfologiche e strutturali della stessa, altrimenti non apprezzabili a occhio nudo. Oltre ai nei e alle forme pre-tumorali e tumorali, con il dermatoscopio vengono viste anche le lesioni non tumorali assolutamente benigne. Questa tecnica consente, quindi, di identificare i nei a rischio, in modo che possano essere asportati prima che si trasformino in melanomi.
La videodermatoscopia è invece l’evoluzione della dermatoscopia. Attraverso un sistema wireless, essa ci permette di trasferire i fotogrammi e le immagini digitali ad altissima risoluzione, acquisiti con il videodermatoscopio, sia in macro facendo una panoramica delle varie aree del corpo, sia di una zona ristretta dove si hanno, per esempio, cinque-sei nei, che vengono marcati con delle frecce. Tutto quello che viene fotografato è quindi archiviato in modo che, a ogni controllo, si possano confrontare le nuove immagini con quelle di riferimento. La videodermatoscopia può essere utilizzata anche nella tricoscopia, cioè nell’analisi del capello, per diagnosticare delle particolari patologie del cuoio capelluto oppure delle forme di alopecia areata o delle carenze particolari.
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