Grassi aggiunti e zuccheri raffinati possono causare dipendenza da cibo

Alimenti come cioccolato, pizza o patatine fritte contengono grassi aggiunti e carboidrati raffinati come zucchero e farina bianca che creano dipendenza. Al contrario i cibi non processati si collocano all'estremo opposto

11 dicembre 2023 | 07:30

Se alcuni alimenti sono nutritivi e hanno proprietà benefiche per il nostro organismo, altri invece possono non farci altrettanto bene. Si è però scoperto che alcuni cibi possono addirittura portare a dipendenza, creando nel soggetto interessato un vero e proprio disturbo alimentare, che, se aggravato, può perfino far comparire sintomi di astinenza dall'ingredente in questione. L'argomento è riportato qui da Humanitas Salute, nel corso della cui analisi spiccano alcuni riferimenti intorno ai cibi più pericolosi e un commento della dottoressa Manuela Pastore, dietista di Humanitas.

Quali sono i cibi che creano dipendenza?

Anche il cibo può creare “dipendenza”, ma quali alimenti in particolare? E perché? Cioccolato, pizza, patatine fritte e biscotti sono fra gli alimenti che più di altri possono diventare “irresistibili”. Un team di ricercatori della University of Michigan (Stati Uniti) ha cercato di individuare il motivo per cui si può diventare dipendenti da questi e da altri cibi. La colpa sarebbe dei grassi aggiunti e dei carboidrati raffinati, come lo zucchero e la farina bianca. La ricerca, pubblicata sulla rivista US National Library of Medicine, è stata condotta con due diversi studi su un campione totale di oltre 500 individui. I partecipanti hanno risposto a un questionario di 25 domande, lo Yale food addiction scale, uno strumento usato per valutare il livello di dipendenza nei confronti del cibo.

Dai risultati è emerso che sono proprio i cibi altamente processati, con grassi aggiunti e/o carboidrati raffinati, ad essere associati a comportamenti tipici di una dipendenza alimentare. Al contrario i cibi non processati, come il riso integrale, la verdura (cetrioli e broccoli), la frutta (mele, fragole e banane) o il salmone, si collocano all'estremo opposto: non agiscono come una “droga” per chi li consuma. Ancora, i partecipanti con un alto indice di massa corporea o con sintomi da dipendenza alimentare hanno riferito di avere grossi problemi a gestire il loro rapporto con quei cibi altamente processati.

Perché il cibo può creare dipendenza?

«Mangiare è un comportamento complesso - spiega la dottoressa Manuela Pastore - che risponde principalmente a un bisogno fisiologico che coinvolge diversi ormoni, neurotrasmettitori e sistemi nell'organismo, ma indubbiamente il cibo ha anche un ruolo importante per rispondere a bisogni emotivi attivando una sorta di sistema piacere e ricompensa. I cibi che più frequentemente possono portare a minare la capacità di mantenere il controllo sulle quantità assunte sono quelli ricchi di zuccheri (dolciumi, cioccolato), di grassi e sale (snack salati)».

Quali sono i sintomi principali della dipendenza da cibo e cosa può comportare?
Bisogna distinguere la “voglia” di un determinato cibo e il suo consumo eccessivo occasionale da quella che viene definita una vera “dipendenza” e che più correttamente potrebbe essere inquadrata nei disturbi del comportamento alimentare. In questo caso non si tratta del semplice desiderio, per quanto grande, di un alimento ma ha le caratteristiche dell'impellenza ripetuta e frequente di un consumo incontrollato di cibo e dall'esistenza di sintomi di astinenza, un simile atteggiamento deve essere adeguatamente valutato in centri specializzati.

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Alberto Lupini


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