Sintetizzare sostanze contro i microbi, inibire le sostanze cancerogene presenti negli alimenti, stimolare il sistema immunitario, ridurre le allergie. Queste alcuni dei beneifci che i fermenti lattici possono apportare alla nostra salute, secondo uno studio condotto da ricercatori australiani. E potrebbero anche influenzare positivamente la pressione del sangue. In merito alla questione, riportiamo di seguito il commento di
Manuela Pastore, dietista dell’unità operativa di endocrinologia dell'istituto clinico Humanitas, tratto per intero da
Humanitasalute.it.
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Quando si pensa ai fermenti lattici il pensiero corre immediatamente alla salute dell’intestino, ma in realtà i benefici derivanti dalla loro presenza vanno oltre l’apparato digerente. A offrirne una dimostrazione è anche un recente studio pubblicato sulla rivista Hypertension dai ricercatori australiani della Griffith University, secondo cui il consumo di prodotti contenenti fermenti lattici può aiutare a ridurre sia la pressione sanguigna massima sia la minima.
In effetti come ci spiega Manuela Pastore indirettamente i probiotici (è questo l’altro nome con cui vengono comunemente indicati i fermenti lattici) possono essere utili a tutto l’organismo e se dovessero essere confermati i risultati di questo studio: «contribuirebbero ad allungare la lista dei numerosi effetti benefici dei probiotici sull’organismo già ampiamente dimostrati».
Fra questi sono incluse le capacità di sintetizzare sostanze ad azione antimicrobica; di inibire i batteri capaci di trasformare i nitrati presenti nel cibo e nell’acqua in nitriti e, quindi, in nitrosammine potenzialmente cancerogene; di stimolare il sistema immunitario; di ridurre le allergie; di migliorare o mantenere la funzione di barriera intestinale e di controllare i sintomi delle malattie infiammatorie intestinali, come la malattia di Crohn e il colon irritabile.
Fermenti lattici e pressione, molte domande aperteResta, però, da chiarire in che modo i fermenti lattici possano controllare la pressione sanguigna. «Dall’articolo non emerge il meccanismo che lega i probiotici alla pressione, l’efficacia dei probiotici sulla riduzione della pressione arteriosa potrebbe essere legata alla riduzione dell’infiammazione responsabile di molte alterazioni patologiche», ipotizza l’esperta. «Attualmente sono in corso sperimentazioni sull’efficacia clinica dei probiotici in molte affezioni patologiche ma, come nel caso dello studio in questione e come concludono gli stessi autori, sono necessari ulteriori studi per rispondere alle tante domande ancora aperte: quale sia il meccanismo di azione, il dosaggio, il periodo di assunzione, il ceppo o il gruppo di ceppi batterici efficaci».
Infatti ogni ceppo batterico ha caratteristiche e funzioni per specifiche. Per questo motivo non bisogna mai dimenticare che le caratteristiche dei fermenti lattici possono cambiare a seconda della specie presa in considerazione, né che i probiotici devono rispondere a requisiti ben definiti senza i quali la loro efficacia viene meno, come essere attivi e vitali a livello intestinale e resistenti a un basso pH, ai succhi gastrici e pancreatici e alla bile.
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