Ernia ombelicale: che cos’è e quali sono i sintomi
Si presenta come un rigonfiamento generalmente indolore nell'ombelico o nella zona adiacente. Più comune nei bambini, ma può anche apparire in età adulta
L’ernia ombelicale è un difetto della parete addominale non sempre sintomatico, che può manifestarsi a diverse età per ragioni differenti che predilige il sesso femminile o i pazienti sovrappeso.
In cosa differiscono i diversi tipi di ernie, e come comportarsi nel caso in cui insorgano? Humanitas salute ne ha parlato con il dottor Marco Platto, specialista in Chirurgia Generale di Humanitas Mater Domini e Humanitas Medical Care Busto Arsizio, Milano Bresso e Milano De Angeli in un articolo che pubblichiamo integralmente.
I diversi tipi di ernia ombelicale
Una tipologia di ernia congenita è l’onfalocele. Questa si sviluppa a causa di un difetto fisiologico e congenito nella fase di gestazione, che sta alla base della chiusura incompleta o mal funzionante della parete addominale.
Quando l’ernia compare dopo la caduta del cordone ombelicale invece si parla di ernia neonatale. Tra le possibili cause troviamo la malnutrizione della madre, un cordone cicatrizzato in ritardo, oppure ancora una ferita non trattata correttamente.
Arriviamo quindi all’ernia ombelicale vera e propria che colpisce gli individui adulti.
I pazienti presentano fattori costituzionali che li rendono predisposti all’ernia, in particolare nel caso in cui abbiano scarsa tonicità muscolare, svolgano sforzi fisici eccessivi, siano sovrappeso o obesi, oppure abbiano avuto gravidanze ripetute e ravvicinate nel tempo. Fattore causale dell’ernia ombelicale è l’aumento della pressione intra-addominale, che si scontra con una parete addominale, sottile o indebolita e non abbastanza forte da poter contrastare questa forza.
Tra quelli elencati i fattori di rischio maggiori sono obesità e gravidanze multiple. Nell’adulto l’ernia ombelicale si presenta come una estroflessione dell’ombelico proprio attraverso la cicatrice ombelicale. L’ernia di piccole dimensioni tende a contenere grasso omentale e man mano aumenta di dimensioni andrà a essere occupata da anse intestinali.
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Quali sono i sintomi dell’ernia ombelicale?
Si tratta di un problema nelle ernie di piccole dimensioni spesso asintomatico, ma che sempre causa un rigonfiamento localizzato e visibile quando si è in piedi o sotto sforzo (più difficile da individuare quando si è in posizione supina) a livello della cicatrice ombelicale.
I sintomi, quando si presentano, comprendono fastidio e dolore locale, la percezione di un dolore e l’aumento delle dimensioni dopo gli starnuti, dopo l’aver sollevato pesi o in seguito ad altri sforzi.
Nel caso in cui si sospetti la presenza di un’ernia ombelicale la visita ambulatoriale può confermare la diagnosi. Successivamente se l’ernia presenta dimensioni non piccole, un test di imaging come la TAC di parete addominale senza mezzo di contrasto permette di misurare le dimensioni del difetto e programmare l’approccio chirurgico più corretto.
Ernia ombelicale: come funziona l’intervento chirurgico?
Il principale metodo di trattamento è l’intervento chirurgico.
Nelle ernie di piccole dimensioni viene applicata una sutura sulla fascia tendinea addominale in anestesia locale e in day surgery mediante una piccola incisione chirurgica.
Nelle ernie di medie e grandi dimensioni è necessario ricostruire e rinforzare la parete addominale con l’apposizione di una rete realizzata con materiale biocompatibile. Tale procedura può essere eseguita sia con un taglio anteriore tradizionale sia per via laparoscopica con piccole incisioni. La tipologia dell’approccio viene decisa sulla base delle dimensioni dell’ernia e delle caratteristiche del paziente. In questo caso la degenza è di 1-3 giorni.
Si tratta di un intervento con una breve convalescenza (durante il quale devono essere evitati sforzi e indossare una fascia elastica): si può riprendere con l’attività lavorativa non gravosa già dopo 10/15 giorni, e quella sportiva dopo 30 giorni, una volta ottenuto il benestare del medico.
Nel caso dell’ernia neonatale sarà necessaria una valutazione specialistica di chirurgia pediatrica che deciderà le tempistiche più corrette per un eventuale intervento chirurgico.
Anche nel caso dell’ernia causata dalla gravidanza non è necessario procedere con l’intervento nel caso in cui si risolva nei 10-12 mesi che seguono al parto.
Infine, nel caso in cui l’ernia nel paziente adulto manifesti un dolore acuto, improvviso, non si riesca a ridurla in addome con la pressione delle dita e la cute inizia ad arrossarsi allora potrebbe essere in atto uno strozzamento, è necessario intervenire chirurgicamente con urgenza.
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Alberto Lupini
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