Ecco i cibi scudo contro il tumore alla prostata

Tè verde, pomodoro, frutti rossi, uva, melograno contengono antiossidanti che riducono il rischio di insorgenza, ma bisogna stare attenti alle ricette faidate

12 aprile 2022 | 07:30

Tè verde, pomodoro cotto,  frutti rossi, uvamelograno, possono davvero fare la differenza nella prevenzione del tumore alla prostata. Contengono infatti gli antiossidanti che ridurrebbero la tossicità e aiuterebbero a bloccare la progressione della malattia. È quanto è emerso dal congresso degli esperti della Società italiana di Andrologia (Sia) che si sono riuniti a Roma in un congresso nazionale. Ma non solo, in una dieta bilanciata, anche gli integratori possono avere un ruolo preventivo e protettivo nella popolazione maschile a rischio, se prescritti dall'andrologo, per avere la massima efficacia e il minimo di effetti collaterali.

Ecco gli antiossidanti che riducono il rischio di tumore alla prostata

Dalla Società Italiana di Andrologia (Sia), riunita a Roma in occasione del Congresso Nazionale, sono state diramate le raccomandazioni riguardo l'uso degli antiossidanti.

Secondo le conclusioni dei relatori,  le evidenze più solide riguardano alcuni cibi che contengono sostanze ad azione antiossidante e antiproliferativa, come epigallocatechine, licopene, resveratrolo e di recente il pterostilbene, con un bilancio vantaggioso tra efficacia e sicurezza.

Il tumore alla prostata è il più frequente tra gli uomini

Il tumore alla prostata, con 36.000 nuovi casi all'anno, rappresenta il cancro più frequente della popolazione maschile in Italia. Per Alessandro Palmieri, presidente di Sia, in una dichiarazione riportata dall'Ansa, «è fondamentale prendere coscienza di quelli che sono i principali fattori di rischio, come avere una storia familiare di tumore della prostata, l'età avanzata e gli stili di vita, come la dieta. È dimostrato che l'assunzione di eccessive quantità di alcool, grassi saturi, derivati del latte, possono avere un ruolo nella genesi di tale neoplasia. Ma la ricerca ha sempre cercato di individuare farmaci o prodotti naturali in grado di prevenire l'insorgenza di tumore della prostata, se somministrati a individui a maggior rischio o a quei pazienti che presentavano già delle lesioni precancerose».

 

 

Lo studio: «chi assume regolarmente antiossidanti naturali riduce del 60% il rischio di ammalarsi»

I composti di origine naturale maggiormente studiati sono le epigallocatechine e il licopene, sostanze ad azione antiossidante ed antinfiammatoria, contenute in grande quantità principalmente nel tè verde e nel pomodoro. «In uno studio clinico su un gruppo di soggetti al alto rischio di tumore alla prostata si è visto che chi assumeva regolarmente epigallocatechine derivate dal tè verde vedeva ridotto del 60% il rischio di ammalarsi rispetto a chi assumeva solo una sostanza placebo - ha spiegato Davide Arcaniolo, membro della Commissione scientifica della Sia all'Ansa - Il rischio può ridursi fino all'80%, con un'assunzione di queste sostanze per due anni consecutivi».

Il licopene, presente nel pomodoro, è un altro fattore di prevenzione

Anche il licopene, contenuto in grandi quantità nel pomodoro, rappresenta un altro principio attivo largamente studiato nelle strategie di prevenzione. Inoltre, nuovi studi hanno dimostrato la particolare efficacia del resveratrolo, contenuto soprattutto nell'uva, non solo come azione preventiva contro il tumore della prostata, ma anche come supporto ai trattamenti anti-tumorali per l'altissimo potenziale antiossidante che agisce sia nello stato iniziale del cancro, attraverso fattori di blocco, sia nello stato più avanzato attraverso fattori di soppressione che ne frenano la progressione.

Per il presidente della Società italiana andrologia «bisogna prestare attenzione ai supplenti, che devono essere prescritti dallo specialista per individuare il tipo di prodotto giusto per ciascun paziente, con le giuste modalità di utilizzo, in modo che la dose corretta non sia troppa bassa e quindi inefficace ma neppure troppo alta e quindi a rischio di effetti collaterali».

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Alberto Lupini


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