La dermatite da nichel si cura a tavola Consigliati i test sulle intolleranze
06 marzo 2017 | 11:06
di Tiziana Colombo
Per prevenire la disidrosi fino a qualche anno fa si ricorreva a trattamenti cortisonici o alla totale esclusione di elementi o alimenti che provocassero la reazione allergica. Mentre ora, dicono gli esperti, per alleviare o risolvere il problema è possibile integrare diverse soluzioni. Per esempio ricorrere nelle forme più acute all’olio di ribes nero o all’olio di perilla, oltre all’utilizzo di alcuni minerali come zinco, rame e manganese presenti in un prodotto come Oximix 3+ Allergo.
Ma soprattutto è importante modificare la dieta per ridurre l’introduzione di nichel nel nostro organismo. Non è un caso che statisticamente chi soffre di disidrosi sia maggiormente sensibile al nichel.
Gli esperti consigliano almeno due giorni di astinenza la settimana da tutti i cibi che contengono grandi quantità di nichel. L’obiettivo è diminuire l’infiammazione stimolando il recupero della tolleranza. La precondizione è quella di sottoporsi ai test sulle intolleranze, valutando con precisione il quadro da cui partire.
Il passo successivo è procedere secondo uno schema che riprende quello dello svezzamento infantile. Ovvero programmare una rotazione alimentare per ridurre lo stato infiammatorio e quindi favorire una guarigione addirittura completa. In sostanza per alcuni giorni dovreste evitare gli alimenti ricchi di nichel, mentre in altri potreste reintrodurli ma a piccole dosi. Ciò consente un percorso senza strappi, dunque più gestibile.
Poi occorrerebbe seguire dei consigli pratici. Come evitare le scarpe di gomma che incrementano la sudorazione. Oppure evitare di tenere le mani bagnate sotto i guanti, magari mentre si lavano i piatti. Perché l’umidità non agevola la scomparsa delle vescichette.
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Alberto Lupini