Declino cognitivo, gli omega 3 non bastano a rallentare l’invecchiamento del cervello
05 dicembre 2015 | 10:45
Sfatato il mito degli omega 3. Gli acidi grassi essenziali che per anni sono stati venduti come rimedio per il declino della mente, in realtà non aiuterebbero a migliorare l’attenzione, la memoria e in generale le capacità cognitive, ritardando l’invecchiamento del cervello. O meglio, da soli non servirebbero a nulla, a meno che non vengano abbinati - e qui sta la buona notizia - alla dieta mediterranea. Lo spiega bene Alberto Albanese, responsabile dell’unità operativa di Neurologia I dell’ospedale Humanitas, nell’approfondiemento seguente, tratto per intero da Humanitasalute.it.
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Gli omega 3 sarebbero inefficaci nel rallentare il declino cognitivo. Il dato arriva da una ricerca pubblicata sulla rivista Jama (Journal of the American Medical Association), in apparente controtendenza rispetto ad altri lavori pubblicati in passato.
La ricerca è stata condotta da un team di scienziati del National Institutes of Health di Bethesda (Stati Uniti) su 4mila soggetti di età media pari a quasi 73 anni, in prevalenza donne. I pazienti, in cura per degenerazione maculare, una malattia degli occhi, sono stati seguiti per 5 anni. In questo periodo, un gruppo di pazienti ha assunto regolarmente una supplementazione di omega 3, altri un placebo. All’inizio della ricerca, e poi ogni due anni sono stati sottoposti a dei test per misurare le loro performance cognitive, l’attenzione, la memoria e la velocità di processare le informazioni.
Gli omega 3 sono acidi grassi essenziali
I punteggi dei tre test non erano dissimili tra i due gruppi di pazienti, tra chi aveva assunto omega 3 e chi no. A conclusione di questo periodo i ricercatori hanno concluso, pertanto, che gli omega 3 non prevengono il declino cognitivo né preservano l’efficienza delle performance cerebrali.
Gli omega 3 sono acidi grassi essenziali concentrati nell’olio di pesce estratto dai tessuti dei pesci azzurri come trota e salmone. Diverse ricerche in passato ne hanno esaltato i benefici, tra questa una ricerca dell’University of California (Stati Uniti) pubblicata nel 2012 sulla rivista Neurology. Lo studio concludeva che una dieta priva di omega 3 fosse in grado di accelerare l’invecchiamento del cervello e pregiudicare le capacità cognitive come la memoria. Chi aveva bassi livelli di questi acidi nel sangue aveva un volume cerebrale inferiore pari a circa due anni di invecchiamento della struttura cerebrale, sottolineavano i ricercatori.
Cosa indica questa ricerca su omega 3 e declino cognitivo?
«I supplementi di dieta non sono da soli sufficienti per la prevenzione», risponde il professore Alberto Albanese, responsabile di Neurologia dell’ospedale Humanitas. «Ci sono peraltro solide evidenze sul contributo che una regolare attività fisica insieme a una dieta sana ed equilibrata può dare alla prevenzione della demenza. Gli omega 3 possono contribuire in associazione ad una dieta ed uno stile di vita adeguati».
Che tipo di dieta è consigliata? «Una dieta salutare è quella Mediterranea, ricca di olio, acidi grassi insaturi e alimenti vegetali. Seguita per anni può aiutare a contrastare il declino cognitivo. A differenza invece di una dieta ricca di acidi grassi saturi, particolarmente abbondanti nei grassi animali », conclude il professor Albanese.
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Gli omega 3 sarebbero inefficaci nel rallentare il declino cognitivo. Il dato arriva da una ricerca pubblicata sulla rivista Jama (Journal of the American Medical Association), in apparente controtendenza rispetto ad altri lavori pubblicati in passato.
La ricerca è stata condotta da un team di scienziati del National Institutes of Health di Bethesda (Stati Uniti) su 4mila soggetti di età media pari a quasi 73 anni, in prevalenza donne. I pazienti, in cura per degenerazione maculare, una malattia degli occhi, sono stati seguiti per 5 anni. In questo periodo, un gruppo di pazienti ha assunto regolarmente una supplementazione di omega 3, altri un placebo. All’inizio della ricerca, e poi ogni due anni sono stati sottoposti a dei test per misurare le loro performance cognitive, l’attenzione, la memoria e la velocità di processare le informazioni.
Gli omega 3 sono acidi grassi essenziali
I punteggi dei tre test non erano dissimili tra i due gruppi di pazienti, tra chi aveva assunto omega 3 e chi no. A conclusione di questo periodo i ricercatori hanno concluso, pertanto, che gli omega 3 non prevengono il declino cognitivo né preservano l’efficienza delle performance cerebrali.
Gli omega 3 sono acidi grassi essenziali concentrati nell’olio di pesce estratto dai tessuti dei pesci azzurri come trota e salmone. Diverse ricerche in passato ne hanno esaltato i benefici, tra questa una ricerca dell’University of California (Stati Uniti) pubblicata nel 2012 sulla rivista Neurology. Lo studio concludeva che una dieta priva di omega 3 fosse in grado di accelerare l’invecchiamento del cervello e pregiudicare le capacità cognitive come la memoria. Chi aveva bassi livelli di questi acidi nel sangue aveva un volume cerebrale inferiore pari a circa due anni di invecchiamento della struttura cerebrale, sottolineavano i ricercatori.
Cosa indica questa ricerca su omega 3 e declino cognitivo?
«I supplementi di dieta non sono da soli sufficienti per la prevenzione», risponde il professore Alberto Albanese, responsabile di Neurologia dell’ospedale Humanitas. «Ci sono peraltro solide evidenze sul contributo che una regolare attività fisica insieme a una dieta sana ed equilibrata può dare alla prevenzione della demenza. Gli omega 3 possono contribuire in associazione ad una dieta ed uno stile di vita adeguati».
Che tipo di dieta è consigliata? «Una dieta salutare è quella Mediterranea, ricca di olio, acidi grassi insaturi e alimenti vegetali. Seguita per anni può aiutare a contrastare il declino cognitivo. A differenza invece di una dieta ricca di acidi grassi saturi, particolarmente abbondanti nei grassi animali », conclude il professor Albanese.
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