Le creme solari dell'anno scorso? Non sono sicure, meglio buttarle
I medici sconsigliano di utilizzare prodotti aperti l’estate passata, anche se ancora lontani dalla data di scadenza. Una crema conservata male non proteggere dall’azione dei raggi Uva e aumenta il rischio di scottature
12 giugno 2020 | 10:57
Ogni estate, quando ci prepariamo ad andare in vacanza, ma anche semplicemente quando decidiamo di prendere il primo sole e abbronzarci un po’, cerchiamo in casa le creme solari dell’estate precedente. Magari la data di scadenza non è ancora vicina, o magari il prodotto è stato aperto e utilizzato pochissime volte: possiamo riutilizzarlo in tutta sicurezza? Ne ha parlato Valentina Trevisan, dermatologa di Humanitas San Pio X in un articolo apparso su Humanitasalute, che riportiamo di seguito.

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La data di scadenza delle creme solari
Le creme solari, esattamente come gli altri dermocosmetici, hanno una data di scadenza relativa determinata dal momento in cui il prodotto è stato aperto: sulla confezione troviamo la dicitura PAO, che significa “Period After Opening”, ossia l’intervallo di tempo entro cui consumare il prodotto rispetto al momento dell’apertura.
Graficamente il PAO è indicato sulla confezione da un simbolo simile a un vasetto e da un valore numerico accanto alla lettera M, che indica i mesi entro cui utilizzare il prodotto. La maggior parte di questi prodotti ha un PAO compreso tra i 9 e i 12 mesi. Se invece la crema non è mai stata aperta fa fede la normale data di scadenza.
Le creme solari avanzate andrebbero buttate: questo perché una volta raggiunto il PAO l’efficacia e la stabilità del prodotto non è garantita anche se appare in buono stato.
Una crema solare scaduta o mal conservata non protegge adeguatamente la pelle dall’azione dei raggi UVA e UVB e la rende più suscettibile a eritemi, macchie solari, scottature, irritazioni e rossori. Una volta raggiunta la scadenza si perde anche l’azione dei conservanti, aumenta il rischio di contaminazione batterica e la possibilità di sviluppare infezioni della pelle. Per conservarli al meglio, i solari vanno messi in un luogo lontano da fonti di calore, fresco e buio; anche al mare è bene riporli in una borsa e tenerli all’ombra il più possibile.
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I medici sconsigliano di utilizzare le creme solari avanzate l'anno precedente
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La data di scadenza delle creme solari
Le creme solari, esattamente come gli altri dermocosmetici, hanno una data di scadenza relativa determinata dal momento in cui il prodotto è stato aperto: sulla confezione troviamo la dicitura PAO, che significa “Period After Opening”, ossia l’intervallo di tempo entro cui consumare il prodotto rispetto al momento dell’apertura.
Graficamente il PAO è indicato sulla confezione da un simbolo simile a un vasetto e da un valore numerico accanto alla lettera M, che indica i mesi entro cui utilizzare il prodotto. La maggior parte di questi prodotti ha un PAO compreso tra i 9 e i 12 mesi. Se invece la crema non è mai stata aperta fa fede la normale data di scadenza.
Le creme solari avanzate andrebbero buttate: questo perché una volta raggiunto il PAO l’efficacia e la stabilità del prodotto non è garantita anche se appare in buono stato.
Una crema solare scaduta o mal conservata non protegge adeguatamente la pelle dall’azione dei raggi UVA e UVB e la rende più suscettibile a eritemi, macchie solari, scottature, irritazioni e rossori. Una volta raggiunta la scadenza si perde anche l’azione dei conservanti, aumenta il rischio di contaminazione batterica e la possibilità di sviluppare infezioni della pelle. Per conservarli al meglio, i solari vanno messi in un luogo lontano da fonti di calore, fresco e buio; anche al mare è bene riporli in una borsa e tenerli all’ombra il più possibile.
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Alberto Lupini