Con il pesce sott’olio si abbassa il rischio di cancro al colon

È il risultato, che può suonare sorprendente, dello studio condotto dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri: Il rischio si riduce di più di un terzo tra chi consuma regolarmente pesce in scatola sott’olio

09 giugno 2022 | 09:51

Che sia pratico e sano, lo sanno tutti da sempre. Ma a oggi sembra esserci un motivo in più per mangiare pesce in scatola: il rischio di sviluppare un tumore al colon retto si ridurrebbe, infatti, di più di un terzo tra chi consuma regolarmente pesce in scatola sott’olio. A dirlo una ricerca condotta dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, in cui è stato esaminato, per la prima volta, l’effetto del consumo di pesce in scatola, tonno o simili, separatamente da quello di pesce fresco sul rischio di tumore al colon retto. Lo studio fa parte delle attività dell’Italian Institute for Planetary Health (Iiph), in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano.


Rischio ridotto del 34%

Quello che è emerso è chiaro: la riduzione del rischio di insorgenza di quel tipo di cancro in soggetti che regolarmente consumano quel tipo di cibo (due porzioni da 80 grammi ciascuna, ogni settimana) è del 34%.

«I risultati emersi dallo studio - spiega Carlotta Franchi, ricercatrice del Dipartimento di politiche per la salute dell’Istituto Mario Negri e coordinatrice scientifica di Iiph - sono un ulteriore passo avanti per sostenere che il consumo di pesce in scatola sott’olio può essere incluso all’interno di una dieta sana ed equilibrata, essendo minimamente processato, perché cotto a vapore, pulito, messo sott’olio e inscatolato senza conservanti».


Tumore a elevata incidenza

E questa è un’ottima notizia per la salute pubblica in generale: «Parliamo, infatti, di un tumore che presenta elevata incidenza e alta mortalità - spiega Franchi -, sia nei Paesi ad alto reddito che in quelli a basso e medio reddito, e di un alimento sempre più consumato, grazie alla sua praticità e alla sua accessibilità economica».

«La ricerca - precisa Carlo La Vecchia, docente di Epidemiologia all’Università degli Studi di Milano - ha analizzato i dati di due studi caso-controllo che, grazie al sostegno di Fondazione Airc, sono stati condotti tra il 1992 e il 2010 in diverse aree italiane, coinvolgendo un totale di 2.419 pazienti con diagnosi di tumore al colon-retto e 4.723 controlli non affetti dal tumore».

 


Merito degli omega-3 e di altri nutrienti del pesce

Ci si chiede quale sia la sostanza presente nel pesce in scatola ad apportare un così alto beneficio: «La riduzione del rischio di insorgenza - dice Barbara D’Avanzo, ricercatrice del Dipartimento di politiche per la salute del Mario Negri - è confermata anche nel caso che il tumore del colon e quello del retto vengano considerati separatamente. È possibile che i benefici siano collegati al contenuto di acidi grassi omega-3 o ad altri nutrienti del pesce stesso».

 

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Alberto Lupini


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