Colesterolo cattivo ti abbatto così: dieta bilanciata e fitosteroli
Per tenere i valori sotto controllo bisogna assumere cibi con queste particolari molecole. Presenti soprattutto negli oli vegetali, ma anche in verdure, frutta fresca, pistacchi, cereali e legumi
12 novembre 2020 | 16:20
L’arrivo del coronavirus sta incidendo notevolmente anche sotto un altro importante aspetto della nostra vita: per la paura del contagio, in molti stanno rimandano i controlli di routine sacrificando così il ruolo chiave della prevenzione per molte malattie. Tra questi, per esempio, il controllo costante dei valori di colesterolo nel sangue, tra i più importanti fattori di rischio delle malattie cardiovascolari, che rappresentano la principale causa di morte in tutto il mondo.
Dall’indagine dalla Survey Danacol community su un campione di oltre cento persone a marzo 2020 è emerso che le persone hanno comportamenti contrastanti: da un lato conoscono il rischio che alti livelli di colesterolo comportano e le modalità per ridurlo quando i valori sono fuori norma, dall’altro si applicano in modo discontinuo quando si tratta di modificare la propria dieta e lo stile di vita.
Comportamenti virtuosi solo sulla carta
Il 79% degli intervistati sa, infatti, di dover controllare il colesterolo e lo fa almeno una volta l’anno. Ma pur conoscendo la “teoria”, non è lo stesso per la pratica. Quantomeno a lungo termine: la maggioranza applica, infatti, variazioni nel regime alimentare ma pecca di incostanza e lo fa senza troppa convinzione, perché ritiene difficoltoso seguire le limitazioni necessarie.
Il 65% degli intervistati sta molto più attento all’alimentazione nei giorni immediatamente prima del controllo, ma poi “abbandona” la pratica.
Quali sono i rischi?
Molti studi confermano l’importanza di tenere sotto controllo l’ipercolesterolemia per ridurre il rischio cardiovascolare: «La diminuzione della colesterolemia totale ed Ldl, comunque ottenuta (con interventi, cioè, di natura sia dietetica sia farmacologica) – afferma Andrea Poli, presidente di Nfi-Nutrition Foundation of Italy - comporta una riduzione del rischio degli eventi di tipo cardiovascolare, come l’infarto miocardico, proporzionale all’ampiezza delle variazioni indotte nella colesterolemia stessa: si stima infatti che ogni riduzione dell’1% della colesterolemia totale o Ldl induca una riduzione dell’1% anche del rischio di incorrere, nel tempo, in un evento coronarico».
Il ruolo chiave dell’alimentazione
Il primo passo fondamentale per ridurre i valori di colesterolo e contrastare così molte malattie cronico-degenerative, incluse quelle cardiovascolari, è seguire una dieta bilanciata e varia, assumendo tutti i nutrienti necessari all’organismo, prestando attenzione alle loro quantità e alle loro proporzioni.
La funzione dei fitosteroli
Un ulteriore aiuto arriva dai fitosteroli, o steroli vegetali, molecole che, strutturalmente simili al colesterolo, competono con l’assorbimento intestinale del colesterolo stesso, sia quello di origine alimentare, sia quello, largamente prevalente, di origine biliare. L’effetto finale di questa interferenza è una riduzione della colesterolemia, specialmente della colesterolemia Ldl, ossia del cosiddetto colesterolo “cattivo”.
I fitosteroli sono presenti negli oli vegetali e, in quantità inferiori e molto limitate, nelle verdure e nella frutta fresca, nei pistacchi, nei cereali, nei legumi.
«Qualora il risultato ottenuto con la correzione dietetica non sia sufficiente, è possibile utilizzare alimenti integrati con composti specifici in grado di potenziare l’azione di riduzione della colesterolemia della dieta, come appunto i fitosteroli - commenta Andrea Poli - il consumo degli alimenti arricchiti deve essere però continuativo nel tempo. L’effetto ipocolesterolemizzante dei fitosteroli, che si manifesta in genere dopo tre settimane di consumo, si mantiene infatti nel tempo solo se il consumo stesso è regolare. L’integrazione della dieta con prodotti contenenti almeno 1,5 grammi al giorno di fitosteroli, secondo Efsa, può ridurre la colesterolemia totale e Ldl del 7-10% circa. La loro sicurezza d’uso appare elevata».
Il primo passo è seguire una dieta bilanciata e varia
Dall’indagine dalla Survey Danacol community su un campione di oltre cento persone a marzo 2020 è emerso che le persone hanno comportamenti contrastanti: da un lato conoscono il rischio che alti livelli di colesterolo comportano e le modalità per ridurlo quando i valori sono fuori norma, dall’altro si applicano in modo discontinuo quando si tratta di modificare la propria dieta e lo stile di vita.
Comportamenti virtuosi solo sulla carta
Il 79% degli intervistati sa, infatti, di dover controllare il colesterolo e lo fa almeno una volta l’anno. Ma pur conoscendo la “teoria”, non è lo stesso per la pratica. Quantomeno a lungo termine: la maggioranza applica, infatti, variazioni nel regime alimentare ma pecca di incostanza e lo fa senza troppa convinzione, perché ritiene difficoltoso seguire le limitazioni necessarie.
Il 65% degli intervistati sta molto più attento all’alimentazione nei giorni immediatamente prima del controllo, ma poi “abbandona” la pratica.
Quali sono i rischi?
Molti studi confermano l’importanza di tenere sotto controllo l’ipercolesterolemia per ridurre il rischio cardiovascolare: «La diminuzione della colesterolemia totale ed Ldl, comunque ottenuta (con interventi, cioè, di natura sia dietetica sia farmacologica) – afferma Andrea Poli, presidente di Nfi-Nutrition Foundation of Italy - comporta una riduzione del rischio degli eventi di tipo cardiovascolare, come l’infarto miocardico, proporzionale all’ampiezza delle variazioni indotte nella colesterolemia stessa: si stima infatti che ogni riduzione dell’1% della colesterolemia totale o Ldl induca una riduzione dell’1% anche del rischio di incorrere, nel tempo, in un evento coronarico».
Il ruolo chiave dell’alimentazione
Il primo passo fondamentale per ridurre i valori di colesterolo e contrastare così molte malattie cronico-degenerative, incluse quelle cardiovascolari, è seguire una dieta bilanciata e varia, assumendo tutti i nutrienti necessari all’organismo, prestando attenzione alle loro quantità e alle loro proporzioni.
La funzione dei fitosteroli
Un ulteriore aiuto arriva dai fitosteroli, o steroli vegetali, molecole che, strutturalmente simili al colesterolo, competono con l’assorbimento intestinale del colesterolo stesso, sia quello di origine alimentare, sia quello, largamente prevalente, di origine biliare. L’effetto finale di questa interferenza è una riduzione della colesterolemia, specialmente della colesterolemia Ldl, ossia del cosiddetto colesterolo “cattivo”.
I fitosteroli sono presenti negli oli vegetali e, in quantità inferiori e molto limitate, nelle verdure e nella frutta fresca, nei pistacchi, nei cereali, nei legumi.
«Qualora il risultato ottenuto con la correzione dietetica non sia sufficiente, è possibile utilizzare alimenti integrati con composti specifici in grado di potenziare l’azione di riduzione della colesterolemia della dieta, come appunto i fitosteroli - commenta Andrea Poli - il consumo degli alimenti arricchiti deve essere però continuativo nel tempo. L’effetto ipocolesterolemizzante dei fitosteroli, che si manifesta in genere dopo tre settimane di consumo, si mantiene infatti nel tempo solo se il consumo stesso è regolare. L’integrazione della dieta con prodotti contenenti almeno 1,5 grammi al giorno di fitosteroli, secondo Efsa, può ridurre la colesterolemia totale e Ldl del 7-10% circa. La loro sicurezza d’uso appare elevata».
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Alberto Lupini
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