Nel 2015 i casi accertati e diagnosticati erano stati quasi il doppio, ovvero 15.500. Eppure le stime parlano della presenza di almeno 600mila celiaci in Italia, benché quelli ufficialmente diagnosticati siano meno della metà. Il motivo, secondo gli esperti dell’
Associazione sarebbe da ricercare nel numero, ancora molto elevato, dei cosiddetti “pazienti camaleonte”, ovvero colo che tendono a nascondersi alla diagnosi perché hanno sintomi insoliti: dalle afte ricorrenti in bocca a un’orticaria fastidiosa, dall’anemia all’infertilità. Tutti disturbi meno noti associati alla celiachia, che pochi conoscono e quindi pochi collegano a una possibile intolleranza al glutine.
Per l’Associazione Nazionale Celiachia riconoscere questi casi è uno degli obiettivi principali. È per questo che la Settimana Nazionale della Celiachia, attraverso tante iniziative, accenderà i fari sulle manifestazioni meno consuete dell’intolleranza al glutine per favorire la diagnosi tempestiva, facendo un appello a specialisti come ginecologi, ortopedici, dentisti ed ematologi di rado coinvolti nella diagnosi di celiachia.
«Le diagnosi stanno rallentando - dice
Giuseppe Di Fabio, presidente Aic - lo sappiamo per certo grazie ai numeri molto precisi emersi dalla relazione annuale sulla celiachia, il documento che ogni anno il ministero della Salute presenta in Parlamento e rende disponibile in rete. Nel nostro Paese infatti conosciamo perfettamente i numeri della malattia grazie alla raccolta dei dati da parte di ciascuna Asl che eroga l’assistenza per i prodotti gluten free: un monitoraggio preciso della celiachia che è tuttora unico in Europa e nel mondo».
Secondo il presidente dell’Associazione nazionale della Celiachia, «in tempi in cui si parla molto di celiachia e di dieta senza glutine, spesso adottata per scelta e, errore gravissimo, prima della diagnosi del medico, siamo ancora poco efficaci nella diagnosi dei pazienti con sintomi non classici e insoliti che per questo sfuggono alla diagnosi. Persone con problemi che non vengono immediatamente ricondotti al sospetto di celiachia e che possono trascorrere anni senza sapere di essere celiaci: sono soprattutto loro a mancare all’appello della diagnosi, restando esposti alle gravi complicanze della celiachia non curata».
Per informazioni:
www.settimanadellaceliachia.it
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Alberto Lupini