Camminare a piedi nudi aiuta la circolazione e la postura

Secondo gli esperti il cosiddetto “barefoot” tanto in voga ultimamente è un ottimo alleato per il benessere del nostro corpo. Tutto dipende da una correzione del baricentro utile a muscoli e ossa

20 maggio 2020 | 11:01
Aiuta la circolazione del sangue e migliora tutta la postura, spesso viziata da comportamenti scorretti, riequilibrando anche l’intero baricentro del corpo: è il “barefoot”, la camminata a piedi nudi diventata sempre più una tendenza. Ne ha parlato Lorenzo Virelli, specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa all’Ortho Center Humanitas in un articolo pubblicato su Humanitasalute che qui riportiamo integralmente.


Camminare scalzi è un aiuto a tutto il corpo


Il piede è «un distretto anatomico molto importante, sottoposto a un carico continuo - ha spiegato - durante la camminata, la complessa struttura del piede, con 100 tendini, legamenti e muscoli, 26 ossa, e 33 articolazioni, deve sopportare un grande sforzo, una pressione tre volte superiore al peso del nostro corpo. Li poggiamo a terra migliaia di volte e sono sottoposti tutti i giorni a stress biomeccanici: salire o scendere gradini, muoversi in fretta, affrontare percorsi lunghi, terreni diversi, lo sport».

Secondo uno studio della New York State Podiatric Medical Association, riportato da Diva e Donna, il 99% dei piedi risulta perfetto già dalla nascita, per poi peggiorare entro il primo anno di vita (circa l’8% ha deformazioni), per arrivare all’80% a circa 20 anni.
«La funzionalità del piede - ha detto il dottor Virelli - nel corso del tempo e con l’utilizzo di calzature più orientate alla moda, può andare incontro a dei cambiamenti e l’arto può essere costretto a lavorare meno e male». Ne sono un esempio scarpe e sandali con tacchi vertiginosi, ma anche ammortizzatori e imbottiture di scarpe da ginnastica rendono il piede sempre più deboli e delicato.

Per chi è indicato il ‘barefoot’ e chi deve evitarlo
«Stare a piedi nudi - dice Virelli - è particolarmente indicato per i bambini, che hanno bisogno di sviluppare questa parte del corpo. Non a caso risulta per loro più naturale essere scalzi».

Inoltre «camminare su terreni sconnessi e diversi permette ai piccoli di ricevere informazioni su ciò che stanno calpestando, sensazioni che vengono trasmesse alla corteccia cerebrale che, a sua volta, attiva i muscoli della gamba e del piede per adattarli al contatto. Stare scalzipuò aiutare il piede, se sta crescendo in modo incerto, magari con la tendenza a diventare piatto, a conformarsi meglio».

Per quanto riguarda gli adulti, poi, «non ci sono controindicazioni, a patto che non ci siano già patologie da sovraccarico, tendenza alle ulcere per i pazienti diabetici, problemi osteoarticolari, come alluce valgo, dita a martello, artrite», ha voluto specificare il medico.

«In un piede sano, invece, camminare scalzi migliora la microcircolazione, la postura, l’equilibrio, oltre a portare benefici da un punto di vista psicologico perché regala una sensazione di benessere», ha concluso.

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Alberto Lupini


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