Acidità e reflusso gastroesofageo, come comportarsi quando si presentano?

I consigli in questo caso sono semplici e riguardano le abitudini quotidiane: evitare gli alcolici, smettere di fumare, ridurre lo stress, non sdraiarsi dopo i pasti e fare attività fisica possono aiutare

02 maggio 2022 | 16:18

Quando si ha mal di stomaco, potrebbe essere comune percepire rigurgito acido in bocca e una sensazione di bruciore che va a intaccare dietro lo sterno. Molto spesso la causa potrebbe essere il reflusso gastroesofageo, un disturbo estremamente comune, che porta circa l’80% delle persone a rivolgersi a un gastroenterologo.

Ma cos’è di preciso il reflusso gastroesofageo, e cosa possiamo fare per contrastarlo?

Approfondisce l’argomento il dottor Benedetto Mangiavillano, Responsabile Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva di Humanitas Mater Domini, in un articolo di Humanitas Salute che riportiamo di seguito integralmente. 

Che cos’è il reflusso gastroesofageo

Durante la giornata, soprattutto dopo aver mangiato, il passaggio di acido dallo stomaco all’esofago avviene fisiologicamente. La stessa cosa accade quando siamo in posizione sdraiata. Se però questi eventi aumentano in termini di frequenza e durata, potremmo trovarci di fronte al reflusso gastroesofageo.

In Europa il reflusso gastroesofageo colpisce circa il 10-20% della popolazione, e si verifica quando i succhi gastrici vengono in contatto con la parete dell’esofago, provocando bruciore dietro lo sterno e rigurgito acido. 

Reflusso gastroesofageo: quali sono i sintomi?

Non vi sono sintomi definitivi validi per ogni persona, quanto piuttosto degli indicatori più o meno comuni.

Tra questi, possiamo indicare:

  • bruciore allo stomaco e dietro lo sterno;
  • sensazione di nausea;
  • rigurgito acido in bocca;
  • di conseguenza, alitosi. 

Spesso questi sintomi sono lievi e occasionali; vi sono anche altri sintomi non direttamente riconducibili a disturbi allo stomaco, causati dall’azione degli acidi dello stomaco, che possono essere legati al reflusso, come ad esempio la laringite, tosse secca o raucedine e abbassamento della voce. Oltre a questi, possiamo indicare anche asma e dolore al petto, otite e insonnia.

Se il disturbo diventa persistente, può provocare complicazioni come erosioni a livello dell’esofago (nel 35% dei casi), ulcere o restringimenti (3-5%).

Reflusso gastroesofageo: l’importanza di modificare le proprie abitudini quotidiane

Nel caso il reflusso gastroesofageo sia avvertito occasionalmente, si può trattare modificando per prima cosa le abitudini quotidiane. Importante quindi:

  • non sdraiarsi immediatamente dopo i pasti;
  • se si è in sovrappeso, è bene rivolgersi a uno specialista affinché si possa perdere peso e ridurre il girovita;
  • ridurre pasti particolarmente grassi o troppo abbondanti, specie la sera, ed evitare ad esempio le fritture, mantenendo la propria alimentazione controllata;
  • non fumare;
  • evitare gli alcolici;
  • ridurre il consumo di cioccolato e caffè;
  • ridurre alimenti acidi, come pomodori, agrumi e menta;
  • cercare di ridurre lo stress;
  • fare attività fisica (previa visita medica)

Reflusso gastroesofageo: quando fare la visita gastroenterologica

A volte, anche modificando il proprio stile di vita, i sintomi del reflusso gastroesofageo potrebbero continuare a presentarsi.

Spiega il dottor Mangiavillano che «In questo caso, consiglio di rivolgersi a uno specialista per un’attenta valutazione gastroenterologica».

Durante la visita, lo specialista raccoglie tutte le informazioni cliniche del paziente necessarie per poter eseguire un’analisi approfondita delle problematiche gastroenterologiche esistenti. 

Se lo riterrà necessario, potrà richiedere una gastroscopia (EGDS), che permette di esaminare l’esofago, lo stomaco e il duodeno. L’esame prevede l’introduzione, dalla bocca, di una piccola sonda flessibile in cui è incorporata una telecamera.

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Alberto Lupini


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