Il Viminale: Ispezioni nei negozi ma solo a distanza di sicurezza

Lo prevede una circolare del ministero dell’Interno: i controlli in aziende, negozi e supermercati dovranno essere effettuati ad almeno un metro di distanza, così come previsto dal decreto del Presidente del Consiglio

15 aprile 2020 | 11:22
Ispezioni sì, ma a distanza. Le regole valgono per tutti, anche per gli ispettori del lavoro. Lo ha messo nero su bianco il ministero dell’Interno con una circolare che riguarda proprio i controlli all’interno di aziende, negozi e supermercati aperti in queste settimane di emergenza da coronavirus.

Un'ispezione in azienda

In particolare, il provvedimento firmato dal prefetto Matteo Piantedosi, capo di gabinetto della ministra Luciana Lamorgese, sottolinea che «per quanto riguarda gli esercizi commerciali la cui attività non è sospesa, il provvedimento ribadisce l’obbligo di assicurare, oltre alla distanza interpersonale di un metro, che gli ingressi avvengano in modo dilazionato e che venga impedito di sostare all’interno dei locali più del tempo necessario all’acquisto di beni, raccomandando, altresì, l’applicazione delle misure di sicurezza». E soprattutto contenute nell’allegato «per i casi in cui si richieda l’accesso ai locali aziendali di personale dipendente o terzi delegati per lo svolgimento di attività di vigilanza, attività conservativa e di manutenzione, gestione dei pagamenti nonché attività di pulizia e sanificazione, come anche per la spedizione verso terzi di merci giacenti in magazzino e la ricezione in magazzino di beni e forniture».

Inoltre la circolare specifica che «i prefetti potranno chiedere la collaborazione dei competenti servizi delle Aziende Sanitarie Locali ed avvalersi del supporto delle articolazioni territoriali dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, ai fini del controllo sulle modalità di attuazione, da parte dei datori di lavoro, delle procedure organizzative e gestionali e più in generale, sull’osservanza delle precauzioni dettate per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e la sussistenza di adeguati livelli di protezione dei lavoratori».

Alla Guardia di Finanza è stato invece assegnato il compito, «in linea con le funzioni proprie di polizia economico-finanziaria», di compiere «specifici controlli e riscontri - a mezzo di disamine documentali, tramite le banche dati in uso e, ove necessario, rilevamenti presso le sedi aziendali - circa la veridicità del contenuto delle comunicazioni prodotte dalle aziende, avuto riguardo all’inclusione nelle categorie autorizzate ovvero all’esistenza della relazione economico-commerciale tra le attività` d’impresa appartenenti alle varie filiere consentite».

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Alberto Lupini


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