Non è ancora arrivato il momento della tranquillità per le popolazioni del centro Italia, dalla tragica alba del 24 agosto scorso, la terra ha continuato a tremare in maniera più o meno significativa ma allarmante. Nella notte appena trascorsa, tra il 2 e il 3 novembre, nel Maceratese (epicentro a Pieve Torina) si è registrata una nuova scossa sismica di magnitudo 4.8, che ha nuovamente spaventato gli sfollati, più di 20mila solo nelle Marche.
Come era successo per il terremoto dello scorso agosto, la
Fic-Federazione italiana cuochi si è attivata sin dalle prime ore concretamente, tramite il
Dse-Dipartimento solidarietà ed emergenze, guidato da
Roberto Rosati affiancato da Alessandro Circiello (presidente Fic Lazio), con le grandi
cucine da campo che hanno servito migliaia di pasti.
I cuochi sono stati coinvolti emotivamente, non solo operativamente, nell’offrire un aiuto e un sostegno morale ai cittadini in difficoltà e, dopo le forti scosse del 28 e 30 ottobre, il Dse di Fic ha aperto un campo mensa a Torrita, frazione di Amatrice (Ri), con il coordinamento di Protezione Civile, Fepivol (federazione di Protezione Civile della Regione Lazio) e, su richiesta del Comune di Muccia (Mc), una mensa nella località colpita da questo ultimo sisma.
Roberto Rosati, presidente del Dipartimento solidarietà ed emergenze della Federazione italiana cuochi e dell’associazione R2 executive team, ha raccontato: «Siamo a Torrita di Amatrice, nel Lazio, dove la situazione è peggiorata. Ci sono stati ulteriori crolli: case e strutture sociali, che avevano retto dopo le scosse di agosto, sono venute giù ed è aumentata, perciò, la popolazione assistita. Abbiamo istituto un nuovo campo mensa all’interno del quale non sono previste tende da ricovero per la notte, ma provvediamo già adesso ad oltre 300 pasti a pranzo e 300 a cena». Una seconda squadra è invece partita per Muccia, piccolo comune di meno di mille abitanti nel maceratese. «Lì i nostri fanno quasi 500 pasti a pranzo e 500 a cena».