L'anno scolastico è iniziato da pochi giorni e il tema delle mense è già oggetto di discussione; non solo a
Torino, dove il pasto da casa consumato a scuola è diventato a tutti gli effetti un diritto. Anche la Regione Lombardia, con la mozione “pro schiscetta”, sta muovendo i primi passi in questa direzione, e annuncia l'intenzione di convocare al più presto l'Anci (Associazione nazionale comuni italiani), una rappresentanza del Consiglio e dell'ufficio scolastico regionale e dell'associazione genitori, per un confronto.
Ad anticiparlo è stato l'assessore all'Istruzione formazione e lavoro della Regione Lombardia,
Valentina Aprea, intervenuta alla commissione Cultura, istruzione, formazione, comunicazione e sport, convocata a Palazzo Pirelli. «Le famiglie che decidono di non usufruire della refezione scolastica - ha dichiarato l'Assessore - sono costrette a prelevare da scuola gli studenti all'ora di pranzo, per poi riaccompagnarli al termine del pasto».
«Prevedere modalità alternative al pasto confezionato dalle mense scolastiche richiede tuttavia la condivisione di regole precise - ha sottolineato Aprea - per dare garanzie sia agli alunni sia agli insegnanti che devono essere certi che quanto verrà messo in tavola non produrrà danni agli studenti».
«Ci auguriamo che questo sia l'anno della svolta per il pasto da casa a scuola e per un miglioramento della qualità delle mense», ha commentato
Paola Macchi, del Movimento 5 Stelle, prima firmataria della mozione approvata dalla commissione Cultura.
Di contro il vicesindaco di Milano,
Anna Scavuzzo, sostiene il principio di aggregazione alla base delle mense scolastiche: «È solo un dibattito ideologico, visto il numero di persone talmente esiguo interessato a questa richiesta rispetto al totale di bambini coinvolti dalla refezione scolastica. La mensa è un luogo dove i bambini imparano a stare insieme, a relazionarsi. Perché privarli? Infine, se passa l’idea della “schiscetta” passa anche l’idea che a scuola si può fare quello che si vuole».
Novità in arrivo anche a Genova, dove il Comune, in accordo con i dirigenti scolastici, ha pubblicato sul suo sito web i moduli per rinunciare alla mensa scolastica. Questi dovranno essere consegnati alle segreterie delle singole scuola entro il 30 settembre.