Roberto Rosati e il lato solidale della Fic I cuochi al servizio della protezione civile
28 novembre 2015 | 09:23
di Alberto Lupini
«Al dipartimento solidarietà ed emergenza Fic - dice Rosati - hanno aderito in Italia circa 200 colleghi. Inoltre sono già 15 le regioni che possono contare su un responsabile di riferimento, che all’occasione si interfacci con la Federazione. Questo sistema è d’aiuto, poiché in caso di calamità, avvertiamo direttamente le regioni interessate o quelle più vicine, affinché intervengano repentinamente».
Una realtà, quella di cui è responsabile Roberto Rosati, in grado di garantire una migliore riuscita dell’intervento dei cuochi in situazioni di bisogno, così come è successo per i terremoti in Abruzzo e in Emilia Romagna. Prima della nascita del dipartimento solidarietà ed emergenze Fic, nei casi critici è sempre mancato un punto di riferimento vero e proprio.
«Il nostro team si è consolidato in maniera radicale - continua Rosati - dopo il terremoto in Abruzzo. Prima di questo accadimento i cuochi sono sempre intervenuti solo se chiamati dalla protezione civile del luogo. Il problema era che si muovevano singolarmente, e ancor peggio senza alcun tipo di coordinamento. Oggi prima di partire per un’emergenza avvertiamo le assicurazioni e diamo a quei cuochi che a noi fanno riferimento una corretta formazione».
«In queste situazioni - aggiunge Rosati - non si tratta di deliziare i palati di qualche decina di clienti in un ristorante, ma è necessario cucinare per 700/800 persone, garantire loro pasti caldi a pranzo e a cena, affrontando una mole di lavoro superiore rispetto al quotidiano. Disponiamo di nostre personali attrezzature, alcune le acquistiamo, altre ci vengono messe a disposizione dai partner della Federazione. Per quanto riguarda il rifornimento di alimentari, possiamo spesso approfittare della generosità di grandi aziende, di grandi e piccoli gruppi commerciali, sempre in relazione al territorio colpito e all’entità del danno».
Programmazioni e turni di allerta. Un impegno davvero sorprendente quello di cui quest’ala della Federazione italiana cuochi si è fatta carico, e al quale possono prendere parte non solo chef patron, ma anche cuochi dipendenti.
«Una volta che l’emergenza è ritenuta emergenza nazionale e viene emesso un decreto del Presidente della Repubblica - conclude Rosati - i cuochi dipendenti sono autorizzati a sospendere la propria attività per mettersi al servizio dello Stato, il quale poi rimborserà all’azienda i costi dati dal fatto che un dipendente si è assentato dal posto di lavoro. Il nostro dipartimento è garanzia dei diritti e funzionamento regolare delle procedure e degli interventi».
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Alberto Lupini