Non vorrei sembrare colui che ribadisce l’ovvio, ma come consulente nel vasto settore food & hospitality, non posso che condividere con voi che il trend gestione della ristorazione e dell'ospitalità continua ad essere alquanto complesso e complicato.
Avvicinandosi quindi alla stagione estiva, il 2024 emerge come un anno di significative contrapposizioni e riflessioni: tra le sfide globali, l'incertezza economica e le pressanti questioni ambientali, nasce un desiderio collettivo di ritorno all'essenziale, di riscoperta di una adeguata serenità ormai dimenticata.
La stagione turistica alle porte secondo Confindustria Turismo prevede che il numero di arrivi di turisti stranieri in Italia nel 2024 possa raggiungere i 68 milioni, con un aumento del 15% rispetto al 2023.
Le sfide per il turismo: materie prime, personale e costi energetici
Questi dati riflettono non solo la resilienza del nostro settore turistico, ma anche il suo potenziale di crescita in un contesto globale ancora caratterizzato da incertezze.
Nonostante tutte le buone previsioni, nessun operatore può illudersi che la gestione dell'approvvigionamento di materie prime smetterà di essere un esercizio di equilibrismo, con la volatilità dei mercati che mette a dura prova la stabilità degli inventari.
Il reperimento di personale (responsabili, qualificati, generici) continuerà a sua volta di assomigliare ad una vera e propria caccia al tesoro, in un paesaggio in cui la competizione per talenti è accesa più che mai, complicata ulteriormente dalla crescente richiesta di competenze versatili e di una profonda comprensione delle dinamiche sostenibili.
Parallelamente, l'onere dei costi energetici non smetterà di incidere significativamente sulle operazioni quotidiane, erodendo margini già ridotti e costringendo gli operatori a una continua ricerca di soluzioni per ottimizzare le risorse e ridurre i consumi. Queste pressioni, unite all'aumento delle aspettative dei consumatori per esperienze di qualità superiore, ma eticamente responsabili, delineano un quadro di operatività estremamente impegnativo.
Ristorazione: ritorno alla semplicità per superare la crisi
In questo contesto, il ritorno alla semplicità non rappresenta soltanto una moda passeggera, ma si afferma come una strategia necessaria e salutare per navigare nella tempesta trovando una via di uscita.La valorizzazione di materie prime povere del territorio (sarebbe meglio definirle umili) non solo allevia le difficoltà legate all'approvvigionamento riducendo la dipendenza da catene di fornitura lunghe e incerte, ma si allinea anche con un'etica di consumo più sostenibile, rispondendo alle richieste di un pubblico sempre più attento e consapevole al valore che il cibo deve portare dentro di sé.
È in questo contesto che la cucina, da sempre specchio delle dinamiche sociali e culturali, si fa portatrice di un messaggio profondo e rivoluzionario: la voglia di semplicità. Abbandonando la corsa all'eccesso e al superfluo, la riscoperta della cucina umile diventa il simbolo di una resistenza poetica contro il caos del mondo moderno, un viaggio attraverso gli ingredienti semplici e le preparazioni tradizionali che si fa manifesto di autenticità, sostenibilità e creatività.
Inoltre, l'adozione di menu più semplici e focalizzati può contribuire a mitigare la crisi del personale, rendendo la formazione più accessibile e consentendo agli operatori di valorizzare le competenze locali, forgiando team più coesi e motivati. Infine, una cucina che privilegia l'essenzialità, si traduce spesso in processi più efficienti dal punto di vista energetico, con benefici tangibili sia in termini di sostenibilità ambientale che di sostenibilità economica.
La semplicità, quindi, più che una tendenza diventa una bussola per gli operatori del settore food e ospitalità nel 2024, offrendo una via pragmatica per affrontare le complessità del presente.
Newstalgia e resilienza: ripensare la cucina italiana per un futuro sostenibile
Attraverso questo ritorno alle origini, il settore può sperare di rinnovarsi, attingendo forza e ispirazione dalla ricchezza della tradizione culinaria e dalla genuinità degli ingredienti, per costruire un futuro resiliente, responsabile e profondamente umano.
La riscoperta della cucina umile e la valorizzazione degli ingredienti semplici si inseriscono perfettamente nella tendenza definita con il recente neologismo “newstalgia”, un termine che fonde insieme il fascino del passato con l'innovazione del presente, offrendo una “nuova nostalgia” per esperienze autentiche e ricche di significato.
La cucina umile che valorizza la filiera “food & people” del territorio, quando incontra innovazione e tecnologia nelle modalità di preparazione, cottura, conservazione fa certamente un salto di qualità che fa bene all’impresa e fa bene ai consumatori.
Diventa logico quindi ricordarsi che in momenti di incertezza e complessità, come quelli che stiamo vivendo, emerge una verità fondamentale: la soluzione più efficace spesso risiede nella capacità di fare il massimo con ciò che si ha a disposizione.
Questa filosofia, radicata nella pratica della cucina umile e nella tendenza della “newstalgia”, offre un potente promemoria dell'importanza della resilienza e dell'ingegnosità che sono i pilastri fondamentali della cucina italiana.
Riscoprire le radici: semplicità, tradizione e innovazione nella ristorazione italiana
In conclusione, il 2024 si prospetta come l'anno in cui il settore food & hospitality potrà riaffermare la sua identità attraverso la semplicità, la tradizione e l'innovazione.
I ristoratori che sapranno interpretare e applicare il concetto di “newstalgia” nel loro approccio culinario non solo risponderanno alle aspettative di un pubblico in cerca di autenticità, ma contribuiranno anche a definire l’identità del futuro della ristorazione italiana, dimostrando che la strada verso l'innovazione può essere sapientemente lastricata dalla riscoperta delle nostre radici più profonde.
Riconoscere e abbracciare la semplicità, quindi, non è una mera necessità, ma una scelta consapevole che può portarci a riscoprire il valore intrinseco delle nostre radici culturali e culinarie, e a costruire un futuro del settore food e ospitalità che sia sostenibile, resiliente e profondamente umano.
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Alberto Lupini
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